A Quiet Place: The Road Ahead – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

In perfetta coincidenza con Halloween arriva la risposta italiana agli orrori di Silent Hill 2, Alan Wake II e compagnia brutta (e cattiva). A Quiet Place: The Road Ahead si infila nell’omonima serie cinematografica per raccontarci un’altra storia sugli alieni dall’udito più sensibile della galassia e i poveri disgraziati che provano a sopravvivergli. Al timone l’italianissimo team Stormind Games, già rodato in ambito horror ma alla loro prima prova “su licenza”.

Sviluppatore / Publisher: Stormind Games / Saber Interactive Prezzo: 29,99 Euro Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam), Xbox Series X|S, PS5 Data d’uscita: Già disponibile

Prima di iniziare facciamo un piccolo test: come ve la cavate con le invasioni aliene? Sareste a vostro agio se improvvisamente una razza proveniente da un’altra galassia, con un numero di zampe dispari, l’alito pestilenziale e l’udito molto sensibile decidesse di stabilirsi sul nostro pianeta? Sareste pronti a combattere o vi lascereste subito andare alla disperazione? Se in quest’ultima domanda avete optato per la seconda opzione, prima di iniziare a leggere e giocare urge un ripasso: andate a rivedere i tre film della serie A Quiet Place e già che ci siete date un’occhiata anche a Edge of Tomorrow, Invasion e pure i primi due Cloverfield, poi tornate.

A Quiet Place: The Road Ahead è un ritorno all’horror dell’italianissimo team Stormind Games, già responsabile dei due Remothered, ma al loro primo progetto di respiro internazionale. Una saga  difficile da trattare vista la peculiare premessa narrativa: una razza aliena ha invaso la Terra, sono privi di vista ma molto resistenti e soprattutto estremamente sensibili ai rumori. Nelle settimane successive al loro arrivo questa caratteristica ha fatto sì che buona parte della popolazione del pianeta venisse decimata in quanto incapace di difendersi. Una volta capito il “trucco” i superstiti non hanno avuto sorte molto migliore, perché costretti a vivere nel silenzio più assoluto.

LA LEGGE DI MURPHY SU A QUIET PLACE: THE ROAD AHEAD

The Road Ahead narra una storia ambientata circa tre mesi dopo gli eventi di A Quiet Place – Giorno 1: gli alieni sono ovunque e nuovi sopravvissuti provano a resistergli. Alex e il suo compagno sono tra questi, vivono immersi nel silenzio, parlano sottovoce e provano in tutti i modi a ritagliarsi stralci di vita normale. Intorno a loro devastazione e la quasi totale mancanza di risorse, da procacciarsi tentando di produrre meno rumore possibile perché LORO sentono tutto. In realtà passerà quasi un’ora prima che veniate a contatto con i primi alieni, ma a quel punto sarete già a conoscenza del fatto che Alex soffre di asma, che per ovvi motivi rappresenterà un’ulteriore ostacolo alla sopravvivenza.

Alex soffre di asma, che ovviamente si manifesterà nei momenti meno opportuni e dovrete tenere sotto controllo tramite un semplice QTE o apposite medicine.

Come se ciò non bastasse, la ragazza all’inizio del gioco scopre di essere incinta e non serve che abbiate visto il primo film (nel quale la povera Emily Blunt deve fare i conti con la stessa situazione) per capire cosa questo può significare. Tale elemento tuttavia è stato utilizzato più che altro a scopo narrativo e con l’andare della storia viene quasi totalmente diluito senza avere un vero e proprio impatto sul gameplay.

SSSSSH… HO SENTITO QUALCOSA!

Il silenzio che vi ha accolti continuerà a farvi compagnia per tutto il gioco, a meno che non siate così incauti da trattare A Quiet Place – The Road Ahead come un normale survival horror. Le vie di fuga incroceranno sempre almeno uno dei Death Angels, che quei ragazzacci di Stormind si sono divertiti a piazzare nei posti più bastardi: direttamente davanti a voi nella direzione in cui dovete andare, nascosti nel capanno in cui c’è l’oggetto che cercate e così via. Per evitare di allertarli dovrete fare affidamento su un oggetto artigianale che Alex costruirà all’inizio del gioco, il Fonometro. Equipaggiandolo potrete tenere sotto controllo i rumori prodotti anche nella stanza in cui state giocando, grazie alla sfiziosa feature che permette di attivare il microfono del DualSense per “sentire” i rumori reali, che alla pari di quelli in-game potranno allertare le creature.

La lore dei mostri di A Quiet Place è sempre stata avvolta nel mistero, sappiamo solo che gli alieni sono arrivati sulla Terra insieme ai frammenti del loro pianeta esploso improvvisamente.

Superate una certa soglia e per voi sarà morte quasi certa e occhio perché di modi per produrre rumore ce ne sono anche troppi: camminare troppo velocemente o su superfici non-morbide, aprire una porta con troppa fretta, inciampare in una lattina o finire con una gamba dentro una tagliola. Anche tossire non è una buona idea e capiterà spesso perché l’asma di Alex risente dello stress ma anche della presenza di polvere o tossine che dovrete evitare il più possibile. L’I.A. aliena è discreta ma non sono mancati un paio di momenti in cui il loro acume è sembrato improvvisamente spegnersi (e ovviamente ne abbiamo approfittato!) o, al contrario, barare scovando il nostro nascondiglio anche in mancanza di qualsiasi indizio sonoro.

QUALCOSA NON VA

Proprio come in Alien Resurrection, in caso di morte dovrete ripartire dall’ultimo checkpoint e provare a fare meglio. Le armi sono fuori discussione ma potrete usare sacchi di sabbia per attutire i passi o oggetti da lancio per distrarre gli alieni. A tal proposito ci chiediamo: perché non introdurre una meccanica come questa fin da subito? Anche nelle prime ambientazioni sono presenti oggetti utili a tale scopo eppure non ci è stato permesso di utilizzarli. Questa è una delle domande che ci piacerebbe rivolgere agli sviluppatori: perché nella vita reale gli inalatori per l’asma durano circa 50/60 inalazioni e qui una sola? Perché le batterie della torcia durano meno di un minuto e non si può utilizzarla con il Fonometro tenendo ognuno dei due oggetti in una mano?

L’IU è minimalista. Su schermo vedrete una rappresentazione dei polmoni di Alex per tenere sotto controllo l’asma e indicatori (temporanei) degli oggetti o della modalità di spostamento

Questi elementi rendono l’esperienza di gioco un po’ forzata e in alcuni casi diventano addirittura un ostacolo al pieno godimento del gameplay, qualche soluzione alternativa per rendere il tutto un po’ meno “WTF” si poteva e si doveva trovare. A Quiet Place: The Road Ahead è un’esperienza horror tecnicamente apprezzabile (sebbene a tratti “traballante”) e capace di creare genuini momenti di tensione, cosa non da poco vista la concorrenza che c’è in giro. Purtroppo però l’ultima fatica Stormind Games esaurisce la benzina già dopo un paio d’ore e si limita a riproporre le stesse situazioni e gli stessi “inciampi” fino alla fine, che arriva dopo una decina di ore scarse. Qualche intervento correttivo è auspicabile, ma la sensazione di aver avuto a che fare con un’occasione sprecata difficilmente se ne andrà.

In Breve: Un survival horror con forte componente stealth, che obbliga a vivere la storia dei protagonisti nel silenzio più assoluto. Le meccaniche di gameplay sono rodate e funzionano piuttosto bene, l’atmosfera tesa si fa sentire, ma alcune discutibili scelte di design e situazioni che tendono alla ripetitività minano in parte il coinvolgimento del giocatore.

Piattaforma di Gioco: PlayStation 5
Com’è, come gira: Abbiamo giocato A Quiet Place su PS5 in modalità Performance per la quasi totalità dell’esperienza, ma testato anche la versione Qualità. La prima promette 60 fps stabili a scapito della risoluzione e nonostante il ritmo abbastanza blando del gioco mette in mostra qualche incertezza, la seconda rilancia con l’accoppiata 4K/30fps che su console si comporta discretamente. Si segnalano occasionali fenomeni di stuttering, aliasing e qualche sporadico black-out dell’I.A. nemica.

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Pro

  • L'atmosfera ricrea in modo eccellente la tensione dei film / Ottimo sound design e graficamente non è malaccio

Contro

  • Le situazioni di gameplay tendono presto alla ripetitività / Alcune scelte di design spaziano dal bizzarro al fastidioso.
7.5

Buono

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