Assassin's Creed Shadows – Recensione

PC PS5 Xbox Series X

Due protagonisti per Assassin’s Creed Shadows, come i due volti di un videogioco diviso tra una visione creativa ben definita e le politiche di un publisher alla ricerca di una cresta dell’onda che manca ormai da troppo tempo.

Sviluppatore / Publisher: Ubisoft Quebec / Ubisoft Prezzo: € 69,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: PC (Ubisoft Connect, Epic Games Store, Steam), PS5, Xbox Series X|S Data di Lancio: 20 marzo 2025 Genere: Action RPG

Da circa quindici anni, sin dalla conclusione della trilogia di Ezio Auditore, i fan di Assassin’s Creed chiedono con insistenza un capitolo ambientato nel Giappone feudale. Dopo un lungo periodo di attesa, il loro desiderio è stato finalmente esaudito. Ubisoft ha scelto di ambientare il suo celebre franchise nel cuore del periodo Azuchi-Momoyama, durante gli ultimi decenni del 1500.

Questo arco temporale è caratterizzato da profondi cambiamenti che hanno segnato la storia del Giappone: l’unificazione del paese, la conclusione dell’epoca Sengoku e l’avvento dello shogunato Tokugawa, preludio al periodo Edo. Un contesto storico perfetto per una saga che da sempre esplora i principali eventi che hanno plasmato l’umanità, dalle Crociate alla Rivoluzione Industriale, passando per quelle Americana e Francese, solo per citarne alcuni.

IL SENTIERO DELLA GUERRA

Un’epoca di conflitti, dunque, e non è un caso che il videogioco sviluppato da Ubisoft Quebec – team capofila tra le diverse sedi distaccate che hanno contribuito ai lavori – si apra proprio con l’introduzione del controverso personaggio di Yasuke alla corte di Oda Nobunaga e la successiva rappresentazione di una brutale battaglia, quella che ha visto il daimyō mettere in ginocchio la provincia di Iga e spazzare via l’alleanza di shinobi che ha tentato invano di difendere il territorio dal tentativo di unificazione dell’arcipelago nipponico portato avanti dal celebre condottiero.

Al centro delle vicende c’è sempre una società segreta

L’assalto a Iga si rivela essere un pretesto sfruttato da un’organizzazione segreta che agisce nell’ombra, così da portare avanti i suoi obiettivi di egemonia sull’intero Giappone. In questo caso si tratta del furto di un oggetto misterioso custodito dal clan Fujibayashi, a cui la giovane Naoe proverà a porre rimedio per tutta la durata dell’avventura. C’è quindi un filo rosso che collega le avventure della shinobi in erba a quelle del samurai venuto da lontano, ma quale sia lo lascio scoprire a voi dal momento che viene rivelato solo dopo diverse ore di gioco, più di una dozzina per essere precisi.

Assassin's Creed Shadows recensione 09

Il gioco propone sequenze introspettive in pieno stile giapponese.

Sì perché dopo il breve prologo che vede il giocatore affrontare varie missioni alternando i panni di Yasuke a quelli di Naoe, Assassin’s Creed Shadows riserva una generosa porzione di avventura all’unica superstite dei Fujibayashi, senza alcuna possibilità di passare all’altro protagonista di Shadows. È una scelta sensata dal punto di vista narrativo – anche in questo caso lascio scoprire a voi il perché, un po’ meno da quello ludico. Risulta quantomeno bizzarro che gli sviluppatori abbiano deciso di dedicare una parte consistente del gioco alla protagonista che incarna al cento percento lo spirito classico dell’assassino, lasciando che l’utente si abitui per molto tempo a un certo modo di giocare: nascondersi tra le ombre, assassinare i bersagli in maniera mirata con kunai e lama celata, arrampicarsi con leggiadria felina su pareti e pagode (anche grazie all’introduzione del rampino)… tutte cose che Yasuke non può fare senza dubbio per via della sua stazza, ma anche perché segue uno stretto codice morale che lo spinge ad affrontare le difficoltà a viso aperto, incarnando appieno l’idea più romantica del bushidō.

STRANIERO IN TERRA STRANIERA

Arrivati a questo punto, permettetemi di parlare dell’elefante nella stanza: la figura di Yasuke. Assassin’s Creed ci ha abituato sin dalla genesi della saga a personaggi storici raffigurati in maniera decisamente romanzata e Yasuke non fa eccezione. Sappiamo che è esistito un guerriero africano alla corte di Nobunaga, ma quali fossero effettivamente il suo ruolo e il suo rango è a tutt’oggi un mistero, sebbene varie fonti storiche concordino sul fatto che fosse un samurai. È all’interno di questa zona grigia che si sono mossi gli scrittori di Ubisoft Quebec, raccontando la storia di un inconsueto samurai di colore.

Assassin's Creed Shadows recensione 11

Immancabile la modalità foto, qui leggermente migliorata rispetto ai precedenti capitoli della serie.

Una storia che tutto sommato funziona, anche perché va a incastrarsi piuttosto bene con le tematiche al centro sia di Shadows che, allargando il campo visivo, dell’intera saga. La presenza di un elemento per così dire esotico come Yasuke ha inoltre permesso agli sceneggiatori di provare qualcosa di diverso. La narrazione si avvale di alcune sequenze che sembrano strizzare l’occhio alla produzione cinematografica di Quentin Tarantino, fondendo scene di azione adrenaliniche con una colonna sonora decisamente moderna, con sfumature che vanno dall’hip hop al J-rock, condendo il tutto con salti temporali frequenti e flashback giocabili che raccontano il passato di entrambi i protagonisti.

In vari frangenti, Shadows strizza l’occhio a Tarantino

Peccato che questo tipo di narrazione non sia omogenea durante tutta la durata del gioco. Con l’avanzare dell’avventura, il racconto diventa sempre più ordinario e perde mordente, fino a raggiungere una non-conclusione deludente e anticlimatica. Dopo circa cinquanta ore nel Giappone feudale, molte domande sono rimaste senza risposta. Il finale, poi, sembra addirittura troncato di netto. Senza contare che non vi è alcun collegamento con le vicende che si svolgono in parallelo nel presente, di cui quasi non si fa menzione.

Assassin's Creed Shadows recensione 08

C’è spazio per un po’ di ironia tipicamente nipponica, come questi due coltivatori di cocomeri che si sfidano a duello per stabilire chi abbia il raccolto migliore.

Immaginate la delusione – e anche il fastidio – dopo aver trascorso decine e decine di ore ad assassinare bersagli e a indagare sul passato dei protagonisti, solamente per non assistere alla chiusura delle vicende fin lì narrate. A questo punto non so se augurarmi che il non-finale resti così, o che venga inserito successivamente, magari con un aggiornamento gratuito o – peggio – con un contenuto aggiuntivo a pagamento.

ASSASSIN’S CREED SHADOWS È POVERO DI MINERALI

Posso ipotizzare che questa scelta dipenda dal vero, grande problema che affligge Assassin’s Creed Shadows: la sua struttura live service e di conseguenza la necessità di incastrare il giocatore in un loop che lo tenga impegnato per quanto più tempo possibile. Chiunque abbia giocato a uno qualsiasi degli ultimi capitoli della serie è già abituato alla presenza di missioni settimanali, del negozio in-game e di tutte quelle dinamiche tipiche dei cosiddetti “game as a service”, tuttavia in questo caso il tutto è stato ulteriormente esasperato.

La struttura live service risulta particolarmente invasiva

Basti pensare che sono presenti ben due battle pass (e possibilmente un terzo che al momento risulta oscurato) che offrono ricompense speciali, come equipaggiamento aggiuntivo e valuta in-game con la quale acquistare oggetti (estetici e non) nell’immancabile shop a tempo. La stessa valuta che spunta nei posti più impensabili del Giappone feudale durante l’esplorazione, per esempio in un laghetto o su una roccia, andando a rovinare l’immedesimazione nell’ambientazione. Per meglio contestualizzare la situazione, durante tutta la partita non sono riuscito a completare neanche metà del primo battle pass, quindi potete immaginare quanto tempo sia necessario per completarne due.

Immaginate di salire su una montagna per effettuare una sincronizzazione e ammirare il panorama, quando vi imbattete in alcuni crediti. Bello, no?

Lo stesso vale per il rifugio degli assassini, una delle novità principali di questo nuovo Assassin’s Creed. Sfruttando le risorse raccolte in giro per il Giappone si possono costruire edifici nel quartier generale che forniscono i bonus più disparati: dalla possibilità di arruolare sempre più vedette, utili nelle fasi esplorative e necessarie per la raccolta dei materiali appena citati, allo sblocco dei kakurega, ossia dei piccoli accampamenti che fungono sia da punti per il viaggio rapido che zone sicure in cui ricaricare gli oggetti consumabili e accettare brevi side quest procedurali. Il vero problema è che durante l’intera partita non sono riuscito a potenziare il rifugio al massimo e a sbloccare tutti i bonus perché ho sempre avuto meno risorse di quante ne servano per migliorare gli edifici. Inutile dire che basta pagare con denaro reale i cosiddetti salvatempo per avere tutti i materiali di cui si ha bisogno.

L’EREDITÀ DEI FUJIBAYASHI

So di essere stato forse fin troppo negativo fino a questo punto, e il motivo è che tutto questo mi provoca genuina rabbia perché – nonostante tutto – giocare ad Assassin’s Creed Shadows è stato uno spasso, tant’è che altrimenti non avrei portato a termine anche quasi tutte le attività opzionali. Chiaramente non reinventa nulla ed è sempre il solito grande parco divertimenti virtuale a cui Ubisoft ci ha abituato da molti anni a questa parte, ma proprio per questo propone una formula ludica consolidata che funziona alla grande.

La formula di gameplay è rodata e si poggia sulle fondamenta di Odyssey, sviluppato sempre da Ubisoft Quebec

A partire dall’esplorazione che riserva sempre qualche sorpresa, tra missioni secondarie tutto sommato ben fatte, attività extra rivolte a questo o quel personaggio utili anche per ottenere punti maestria e sbloccare abilità via via più potenti; fino ad arrivare a un sistema di combattimento senz’altro semplice ma soddisfacente. In questo senso aiuta la presenza di due protagonisti, ognuno con stili di combattimento estremamente diversi che si basano complessivamente su sei tipologie di armi da mischia (tre per Yasuke e altrettante per Naoe), ciascuna delle quali con un albero delle abilità specifico.

Yasuke non ha problemi ad affrontare più nemici per volta.

Va da sé che Yasuke è il personaggio più portato per il combattimento in mischia, dal momento che può fronteggiare anche una dozzina di nemici contemporaneamente, laddove con Naoe è necessario attuare una strategia mordi e fuggi per non essere sopraffatti. Inoltre Naoe è l’unica in grado di effettuare gli assassinii furtivi con la lama celata, assassinii che richiedono lo sblocco di varie abilità affinché uccidano immediatamente le vittime designate (ma nelle opzioni è presente un’impostazione per attivare di default gli omicidi istantanei).

Interessante l’introduzione delle stagioni, che va a modificare il gameplay anche in maniera importante

In ogni caso, che abbia utilizzato Yasuke o Naoe, i combattimenti mi hanno sempre appagato, tanto da non essermi mai tirato indietro difronte a uno scontro, ma vi consiglio di aumentare la difficoltà se cercate un livello di sfida leggermente impegnativo. Interessante anche l’introduzione delle stagioni, la cui alternanza va a modificare il gameplay anche in maniera importante. Per esempio, durante l’inverno alcuni corsi d’acqua ghiacciano e diventano calpestabili, mentre la neve rallenta i movimenti e le tempeste offuscano la vista. In estate, di contro, l’erba alta permette di nascondersi con maggiore facilità. Per non parlare delle frequenti piogge sia in primavera che in autunno, le quali si sovrappongono ai rumori generati dai protagonisti. Ovviamente con il passare delle stagioni si modifica anche lo scenario, ed è qui che si notano tutte le migliorie apportate al motore di gioco.

Il gioco presenta varie opzioni di dialogo che in alcuni casi portano a conseguenze diverse. È anche presente una modalità canonica che elimina le scelte del giocatore.

Visivamente ed esteticamente, Assassin’s Creed Shadows è una gioia per gli occhi. Le modifiche più importanti si notano principalmente nel campo dei modelli dei personaggi, ora molto più dettagliati e realistici, e nell’illuminazione in tempo reale che sfrutta il ray tracing, ma anche per quanto riguarda gli effetti del vento sugli alberi e naturalmente sui fiori di ciliegio nella stagione primaverile.

Visivamente ed esteticamente, Assassin’s Creed Shadows è una gioia per gli occhi

C’è purtroppo ancora qualche elemento rimasto ancorato al passato, per esempio i brutti ambienti naturali interni (le grotte in particolare), ma in linea di massima i passi in avanti ci sono stati e si notano tutti. Finalmente, dopo i tanti capitoli cross-gen, il motore inizia a sfruttare quasi appieno le potenzialità degli hardware moderni. Adesso bisognerebbe solo fare qualcosa per migliorare l’intelligenza artificiale dei nemici, soprattutto durante le sezioni furtive. Incrociamo le dita per il prossimo Assassin’s Creed?

In Breve: Dopo molti anni di attesa, Assassin’s Creed approda finalmente nel Giappone feudale. Tuttavia, sebbene il gameplay di Shadows sia coinvolgente e l’ambientazione visivamente appagante, l’opera di Ubisoft Quebec è penalizzata da una struttura live service particolarmente invasiva e da una trama che perde gradualmente mordente, fino a raggiungere una conclusione insoddisfacente. Nonostante tutto, l’esperienza resta godibile, grazie a un open world denso di attività senza mai risultare opprimente e a un sistema di combattimento che valorizza appieno le peculiarità di entrambi i protagonisti.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione utilizzata: AMD Ryzen 7 7800X3D, 32 GB RAM, GeForce RTX 4060Ti, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Con tutti i dettagli impostati su “Alto”, gli effetti ray-tracing su “Medio” e il DLSS su “Qualità” mantiene a stento i 60 FPS, tuttavia attivando la tecnologia di generazione dei frame ho potuto giocare a circa 90 FPS stabili.

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Pro

  • Finalmente il Giappone feudale. / Sistema di combattimento appagante. / Motore grafico migliorato.

Contro

  • Trama deludente. / Struttura live service invasiva. / Intelligenza artificiale mediocre.
7.8

Buono

Le leggende narrano che a Potenza ci sia un antro dentro al quale vive una misteriosa creatura chiamata Alteridan. In realtà è solo il nostro Daniele, che alterna stati diurni di brillantezza ad altri notturni dove i suoi amici non hanno ancora capito che non conviene fargli assumere troppo alcol.

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