È il 7 ottobre del 1957: un incidente nella centrale nucleare di Windscale, nel nord dell’Inghilterra, mette in allarme il governo britannico, che decide di mettere in quarantena la zona. Cinque anni dopo, l’area è ancora off-limits.
Sviluppatore / Publisher: Rebellion / Rebellion Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testo Multiplayer: Assente PEGI: 18+ Disponibile Su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store), PS4, PS5, Xbox One, Series X|S Data di Lancio: 27 marzo 2025 Genere: Action RPG / Immersive sim
Dopo un brusco risveglio in un bunker militare, il protagonista senza nome e senza memoria di Atomfall si ritrova suo malgrado rinchiuso nella Zona di Quarantena di Windscale. Sin da subito Rebellion ci mette di fronte a una serie di decisioni che potrebbero influenzare l’avventura di lì a poco: aiutare o meno lo scienziato ferito che ci ha svegliato? Ascoltare o ignorare le sue indicazioni? Rispondere con diffidenza o in modo affabile?
È solo l’inizio ma si inizia a intuire il grado di libertà che viene concesso al giocatore, perlomeno nei dialoghi. Già da qui, Atomfall dimostra che non servono statistiche e punti esperienza per fare un gioco di ruolo, tant’è che non sono condizione né necessaria né sufficiente. Ciò che importa davvero è fornire la possibilità di plasmare il proprio cammino sulla base della parte che si vuole interpretare, facendo sì che le proprie azioni abbiano un impatto tangibile sia sul mondo di gioco che sulla storia. E in questo l’opera di Rebellion centra perfettamente il bersaglio.
OPERAZIONE ATOMFALL
Per questo ritengo che i paragoni con Fallout che la stessa società d’Oltremanica ha fatto durante la campagna marketing lascino il tempo che trovano. Atomfall non è un Fallout inglese, al massimo lo si può accostare a S.T.A.L.K.E.R., ma in questo caso le somiglianze non vanno al di là dell’incidente – in entrambi i casi realmente accaduto – che dà il via alle vicende narrate nel gioco.
Ma forse dovremmo semplicemente smettere di paragonare un videogioco ad altri videogiochi, non credete? Quello sviluppato da Rebellion è certamente un titolo che prende spunto da diversi altri prodotti videoludici (potrei citare Arx Fatalis, l’ultimo Prey, BioShock, gli stessi S.T.A.L.K.E.R., e persino Gothic) ma l’utilizzo di queste fonti di ispirazione garantisce che Atomfall brilli di luce propria e abbia un’identità ben distinta.
Una fantascienza tipicamente “british”: un po’ retrofuturistica e un po’ stramba
Ma la zona di quarantena non è popolata solo dai soldati al servizio di Sua Maestà: ci sono anche bande di fuorilegge con un abbigliamento a dir poco punk, che indossano i tipici caschetti della polizia britannica e giacche di piume; c’è poi chi ha approfittato del disastro per avvicinarsi alla natura e abbracciare una vita druidica lontano dai comfort della civiltà moderna. E poi ci sono loro, gli abitanti del piccolo villaggio di Wyndham, loro malgrado rimasti intrappolati nella zona e da cinque anni sottoposti a un’opprimente legge marziale, tanto che in molti si chiedono se la vita che stanno vivendo sarebbe stata diversa nel malaugurato caso in cui Hitler fosse riuscito a oltrepassare la Manica. In mezzo a tutto questo si muove il protagonista senza nome, che deve così destreggiarsi tra le diverse fazioni per raccogliere indizi su ciò che è accaduto quel 7 ottobre del 1957 e sul perché spesso riceva delle telefonate anonime a cui risponde dalle cabine telefoniche disseminate nei posti più impensabili della zona.
OBERON DEVE MORIRE
Come agire nella Zona spetta solo e soltanto al giocatore, che è così padrone del suo destino nei limiti delineati da Rebellion. Ciò avviene principalmente tramite uno sviluppo non lineare delle vicende di gioco e delle diverse quest che il protagonista si trova a risolvere. Scrivo quest ma in realtà sono tante indagini, sia grandi che piccole, che si ricollegano al mistero più ampio dell’incidente nucleare.
Le nostre azioni possono cambiare i rapporti di forza
La Zona è infatti divisa in più macro aree, ognuna grande quanto un livello di uno degli ultimi Sniper Elite, per restare sempre in casa Rebellion. In ogni area sono presenti personaggi che affidano al protagonista incarichi, alcuni lo aiutano nella sua missione mentre altri sembrano avere sin da subito dei doppi fini. Possiamo fidarci o meno di loro, ed è questo il bello di Atomfall, perché tramite i dialoghi e le azioni sul campo possono cambiare i rapporti di forza tra le varie fazioni, portando a esiti diversi delle indagini e in ultima analisi a uno dei finali del gioco. Per questo motivo Atomfall risulta anche altamente rigiocabile, viste le numerose possibilità offerte.
Atomfall dimostra che non servono statistiche e punti esperienza per fare un gioco di ruolo
C’è pure una blanda componente survival, nella misura in cui si possono costruire vari oggetti come bende curative utili anche per fermare le emorragie, bombe esplosive artigianali, tonici che migliorano la resistenza ai danni ambientali, e molto altro. Inoltre va detto che le munizioni sono sempre molto scarse e non è possibile portare con sé un gran numero di oggetti, giacché l’inventario è estremamente limitato. Di contro, i combattimenti sono abbastanza realistici: un proiettile alla testa e chiunque va giù (con qualche eccezione), mentre con un colpo agli arti inferiori iniziano a barcollare, inoltre gli scontri corpo a corpo restituiscono il giusto feeling grazie anche alla possibilità di dare calci ai nemici per destabilizzarli.
INDAGINE APERTA
Ciò che mi ha davvero stupito, però, è il modo in cui Atomfall gestisce le indagini, e di conseguenza le quest. Prima di tutto non vi è una distinzione esplicita tra main quest e missioni secondarie, sebbene spesso sia facilmente intuibile quali indagini servano per fare passi avanti nell’avventura. In secondo luogo, non sono presenti segnalini sulla mappa o sulla bussola, né vengono date indicazioni dettagliate sui passaggi da svolgere per portare a termine una determinata indagine. Invece, raccogliendo documenti e parlando con i personaggi che popolano la Zona vengono segnate delle piste generiche sul taccuino del protagonista. Da lì è sempre possibile consultare i vari indizi raccolti e valutare le proprie mosse per arrivare a una conclusione che non è detto sia quella giusta.
Non vi è una distinzione esplicita tra main quest e missioni secondarie
Per finire, ci tengo a precisare che l’esperienza di gioco può essere completamente personalizzata e cucita su misura. Sono infatti presenti ben cinque livelli di difficoltà, mentre per i più pigri è persino possibile attivare dei suggerimenti per risolvere le indagini. A tal proposito, segnalo che giocando al quarto livello con le impostazioni predefinite dagli sviluppatori, ho notato un picco di difficoltà non indifferente (e ingiustificato) durante le ultime ore di gioco. Un piccolo inciampo in un gioco altrimenti privo di particolari difetti.
In Breve: Atomfall è una immersive sim semplificata che catapulta il giocatore in una Zona di Quarantena ricca di misteri, dove le decisioni morali influenzano lo svolgimento dell’avventura e il suo epilogo. Caratterizzata da un’ambientazione sci-fi retrofuturistica tipicamente “british”, l’opera di Rebellion offre una progressione non lineare e un discreto grado di libertà al giocatore. Buone anche le meccaniche survival e quelle di combattimento, sebbene verso le battute finali si assista a un picco di difficoltà improvviso e ingiustificato.
Piattaforma di Prova: PC / Steam Deck
Configurazione utilizzata: AMD Ryzen 7 7800X3D, 32 GB RAM, GeForce RTX 4060Ti, SSD / Steam Deck
Com’è, Come Gira: Giocato a 2560×1440. Impostando tutti i dettagli al massimo, su Ultra, ho raggiunto e mantenuto senza nessun problema i 60 FPS. Da segnalare l’assenza di varie opzioni moderne, tra cui il supporto a tecnologie di upscaling e illuminazione ray tracing. Su Steam Deck, utilizzando le impostazioni predefinite, il gioco gira abbastanza bene ma prosciuga in fretta la batteria.