Banishers: Ghosts of New Eden narra una storia d’amore sofferente in un mondo oscuro e tormentato, immersa in un action-RPG che si afferma senza ombra di dubbio come la produzione più grande e ambiziosa di Don’t Nod. Preparatevi ad immergervi anima e cuore nella vita di Red e Antea.
Sviluppatore / Publisher: Don’t Nod / Focus Enterainment Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store), PS5, Xbox Series X|S Data d’uscita: 13 febbraio 2024
Che Don’t Nod fosse uno sviluppatore versatile e soprattutto veloce nel dare vita alle proprie storie non lo scopriamo certo ora. Il team francese viaggia sull’incredibile media di quasi due giochi pubblicati all’anno e quasi tutti di ottima qualità. Poco più di tre mesi fa abbiamo testimoniato l’uscita dell’eccellente Jusant (recuperatelo se non lo avete già fatto) e ora eccoci alle prese con Banishers: Ghosts of New Eden, titolo che teniamo d’occhio ormai da tempo e di cui vi abbiamo proposto un’approfondita anteprima verso la fine dell’estate scorsa.
Quello che ad una prima, superficiale occhiata potrebbe essere bollato come un action-RPG sulla falsariga di The Witcher, con una deriva spettrale ai limiti dell’horror, è invece un titolo dal gameplay insospettabilmente sfaccettato e soprattutto impreziosito da una storia e un cast di primissimo ordine, che vi avvilupperà fin dai primi istanti e non vi lascerà più andare fino alla fine… o anche oltre.
Attendevamo Banishers: Ghosts of New Eden con estrema curiosità e fortunatamente, una volta tanto, non siamo rimasti delusi
NARRATIVA “MADE IN DON’T NOD”
Ci siamo presi la libertà di parlare subito della longevità e della struttura ludica di Banishers per farvi capire che ci troviamo di fronte a uno di quei titoli che potrebbe ingiustamente scivolare tra le fitte maglie delle uscite di fine inverno, ma che invece merita attenzione e potrebbe diventare una delle sorprese dell’anno. Facciamo allora un passo indietro e vestiamo per un attimo i panni del buon Carlo Lucarelli: “Quella che abbiamo davanti è una gran brutta storia, ambientata alla fine del 1600 a New Eden, Nord America. Red MacRaith e Antea Duarte sono epuratori, cacciatori di fantasmi che hanno prestato giuramento di difendere il mondo dei vivi dalle entità maligne dell’aldilà.

Essendo sospesa tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti, Antea può vedere l’invisibile. Un potere particolarmente utile in fase di indagine.
C’è un piccolo problema: i due si amano e, si sa, che mischiare vita privata e lavoro non è mai una buona idea. L’evento fatale per loro arriva durante una “battuta di caccia” a New Eden, dove un vero e proprio flagello sta distruggendo le menti di tutti quelli che incontra, tempestandole con visioni terrificanti. L’incontro con l’incubo diventa una lotta per la sopravvivenza che reclama la vita terrena di Antea, trasformandola in uno spettro. Da quel momento salvare l’anima dell’amata compagna diventa l’unico obiettivo di Red, ma per riuscirci l’ardimentoso mercenario scozzese dovrà disinfestare New Eden e prendere decisioni difficili.
Le storie raccontate in alcune missioni secondarie sono tra le migliori che ci sia capitato di incontrare dai tempi di The Witcher 3
ADDOSSO ALLA STREGA… E AL FANTASMA!
Il fluire del gioco è abbastanza classico: c’è una spina dorsale rappresentato dalla missione principale brevemente descritta un paio di righe fa, ma a rincicciottire il tutto troviamo numerose attività secondarie che andranno man mano a costellare la mappa. Quest’ultima è discretamente estesa ma non intimorisce e anche le cose da fare, sebbene alla lunga tendano un po’ a ripetersi, riescono a mantenere vivo l’interesse. Le canoniche side-quest sono qui rappresentate da “casi di infestazione”, composti da indagini che mirano a ricostruire storie che coinvolgono NPC terreni e ultraterreni, le cui storie si intrecciano al dramma d’amore dei due Epuratori spesso con risvolti interessanti. Se la narrazione di queste missioni è tra i migliori che ci sia capitato di incontrare dai tempi di The Witcher 3 e contribuisce in modo significativo ad immergere il giocatore nel tormentato mondo di gioco, il loro svolgimento tende alla lunga ad essere un po’ monotono e relegato alla ricerca di indizi tramite i poteri di Antea, seguiti da combattimenti e/o interrogatori di Red. Alla fine di questi ultimi il rosso mercenario scozzese dovrà decidere cosa fare dei malcapitati e credeteci, spesso le decisioni non saranno così facili e la maggior parte di queste andranno a incidere sul vostro destino.

La mappa è disseminata di rifugi. In questi luoghi potrete riposarvi, potenziare l’equipaggiamento, sbloccare nuovi poteri ed effettuare viaggi rapidi.
È proprio in questo che Banishers si distingue da molti altri titoli simili, nella capacità di coinvolgere emotivamente il giocatore nei destini dei protagonisti. Tranquilli però, l’azione non manca e il sistema di combattimento sfrutta piuttosto bene il dualismo tra i due protagonisti. Potrete passare da Red ad Antea con la pressione di un tasto e gli attacchi dell’uno andranno ad alimentare le potenzialità offensive dell’altro, dandogli maggiori opportunità di combo e/o facendo crescere un’apposita barra che consente di effettuare un attacco speciale particolarmente utile contro le entità più potenti. Molto importante è la scelta dei poteri dei protagonisti, che se selezionati attentamente possono accrescere notevolmente le possibilità di attacco e difesa. Prima di ingaggiare un combattimento inoltre prestate attenzione alla quantità di nemici che vi circondano (un apposito “anello” vi avvertirà della loro posizione) e al tipo di spettri presenti sul campo.

Le conversazioni con gli NPC raramente sono banali e anche le mini-trame delle missioni secondarie hanno una scrittura di ottimo livello.
Alcuni sono banalmente eliminabili con attacchi diretti, altri sanno coprirsi e le loro difese vanno opportunamente sfondate, altri ancora possono prendere possesso di altri corpi ed ereditarne le abilità. A tal proposito, la quantità di poteri e armi che andrete a maneggiare non è ampissima, ma sufficiente. Non avrebbe guastato un livello di personalizzazione un po’ più profondo in questo senso e magari un loot un po’ più generoso, non vi aspettate quindi una roba alla Diablo perché non la troverete. Vanno registrate alcune imprecisioni nelle collisioni e comportamenti “nervosi” delle telecamere negli spazi più angusti o in presenza di più di tre nemici contemporaneamente.
DERIVAZIONI SUL TEMA, OLTRE BANISHERS: GHOST OF NEW EDEN
Sono molte altre le attività che potrete intraprendere nel semi-open-world di Banishers. Potrete dedicarvi alla ricerca di tesori cercando indizi su mappe opportunamente nascoste, cacciare animali selvaggi posseduti, recuperare risorse di vario genere (da piante medicinali a minerali) da scambiare con nuovi equipaggiamenti con i mercanti locali… e soprattutto risanare parte dei territori toccati dall’Incubo. Abbiamo appena definito il mondo di gioco un semi-open-world per il semplice motivo che non potrete girarlo liberamente fin da subito. Quasi come in un classico metroidvania, o come nei più recenti God of War, se preferite, l’accesso a determinate zone è legata all’acquisizione di determinati strumenti e soprattutto di poteri con cui Antea potrà aprire la strada eliminando ostacoli di natura sovrannaturale.

Si poteva sicuramente fare qualcosa in più per quanto riguarda la varietà di nemici, che tendono ad assomigliarsi un po’ troppo sia in termini estetici che di pattern di attacco.
Il backtraking è dunque presente ma non in maniera eccessiva, soprattutto se non fate parte della malata categoria dei completisti. Alcune delle strade precedentemente inaccessibili sono infatti del tutto secondarie ai fini della trama, ma essenziali se avete voglia di completare al 100% tutte le mappe. A tal proposito, avremmo gradito la possibilità di accedere immediatamente a queste ultime senza dover passare ogni volta dal menu principale, in modo da poter controllare più velocemente i progressi di ogni singola zona.
Nota di merito alla colonna sonora, composta da brani strumentali di assoluto pregio, e ad un doppiaggio inglese che riesce perfettamente ad esaltare i differenti accenti dei protagonisti
DAVVERO NIENTE MALE, PERÒ…
Artisticamente Banishers può vantare una direzione di tutto rispetto e nel complesso gli scenari in cui vi muoverete si assesteranno su un livello qualitativo piuttosto alto. Lo stesso dicasi per i modelli poligonali, ottimi quelli dei due protagonisti e discreti quelli degli NPC, che tuttavia tendono a ripetersi un po’ troppo nelle varie zone della mappa. Per il nostro test abbiamo scelto la modalità Performance, che, come da tradizione, predilige la fluidità alla risoluzione grafica. I 60 fps promessi sono solidi per la quasi totalità del gioco, con pochissimi cali che in alcun modo pregiudicano l’esperienza globale. Ultima nota di merito alla colonna sonora, composta da brani strumentali di assoluto pregio, e ad un doppiaggio inglese che riesce perfettamente ad esaltare i differenti accenti dei protagonisti.

Tra le sfide accessorie più impegnative troverete i Nidi e i nemici Elite, che una volta risvegliati vi daranno un discreto filo da torcere.
Attendevamo Banishers: Ghosts of New Eden con estrema curiosità e fortunatamente, una volta tanto, non siamo rimasti delusi. Siamo di fronte ad un Action-RPG di ottimo livello, con una narrativa solida e coinvolgente ed un gameplay che ai capisaldi del genere affianca alcune idee originali capaci di dare ancora più carattere alla produzione. Un po’ God of War, un po’ The Witcher, con qualche inciampo tecnico di troppo e il plus di una narrativa solida e avvincente che da sempre Don’t Nod propone nei suoi prodotti.
In Breve: Un’ottimo action-RPG che segue le orme di God of War e The Witcher 3 proponendo però un setting molto diverso, ma altrettanto affascinante, e due protagonisti davvero azzeccati. Al netto di qualche inciampo tecnico e qualche ingenuità di design, il progetto più ambizioso di Don’t Nod centra piuttosto bene il bersaglio e diventa un candidato al titolo di “sorpresa dell’anno”.
Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Banishers è il classico esempio di gioco che fa una bellissima figura senza proporre una componente tecnica di primissimo piano. Al netto di qualche inciampo – che prende forma in occasionali (ma evidenti) rallentamenti su PS5, ritardi nel caricamento di texture e dei modelli poligonali più complessi e “incastri” nelle inquadrature – Don’t Nod ha dato ancora una volta prova di saper creare giochi “atmosferici” come pochi altri sviluppatori al mondo, con storie avvolgenti e super-interessanti che si plasmano attorno al giocatore.