La responsabilità dello sbarco del franchise Activision su Game Pass e una delusione da far dimenticare: missione compiuta per Call of Duty: Black Ops 6, Treyarch e Raven Software o no?
Sviluppatore / Publisher: Treyarch – Raven Software / Activision Prezzo: € 79,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Competitivo e cooperativo online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam, Battle.net), PS5, PS4, Xbox Series X|S, Xbox One Data d’uscita: Già disponibile
Sì, i nostri eroi ce l’hanno fatta. Andando sul sicuro in alcuni casi, puntellando delle fondamenta già solide in altri, il nuovo capitolo di rivela divertente, dal gameplay più che mai dinamico e ricco di contenuti adatti a tutti i palati. A memoria, uno dei migliori degli ultimi anni.
Non era scontato dopo la delusione dell’anno scorso con Modern Warfare III. Tra una Stagione 1 in procinto di iniziare (il 14 novembre, ndr), l’aggiunta di Nuketown (mappa storica in veste moderna, la potete ammirare nel trailer qui sopra) e Infected in tempo per Halloween oltre alla solita roadmap ricchissima, la serie di Activision sbanca con un nuovo capitolo tosto, divertente e rinnovato nei punti G, quelli giusti.
FINALMENTE UNA VERA CAMPAGNA!
Innanzitutto quest’anno c’è una Campagna in grado di tenere incollati allo schermo dall’inizio alla fine con i suoi colpi di scena e alcune missioni particolarmente ispirate, come Emergenza e le sue spiazzanti tinte horror, il momento più alto di una spy story in perfetto stile Black Ops in cui, nei panni di Case e della squadra d’élite composta da Frank Woods, Troy Marshall, Felix Neaumann, Sevati Dumas e Russell Adler, ci mettiamo sulle tracce dell’organizzazione criminale Pantheon.
La Campagna è in grado di tenere incollati allo schermo dall’inizio alla fine con i suoi colpi di scena e alcune missioni particolarmente ispirate
IL MAGISTRALE PVP DI CALL OF DUTY: BLACK OPS 6
Come sempre però la parte del leone la fa il multiplayer. Call of Duty: Black Ops 6 vanta un gameplay frenetico, fluido, avvincente e dal ritmo incalzante, che trasforma ogni match in una movimentata mattanza da cui si esce sempre col sorriso sulle labbra, anche quando dice male. Pur andando sul sicuro in termini di feedback e feeling delle armi (ah, che libidine coi fiocchi il gunplay!), il nuovo capitolo fa tutto quel che deve talmente bene e con una tale sicurezza da conquistare in un paio di partite, forse anche meno. I ritocchi contribuiscono a donare maggiore scorrevolezza al gameplay furioso che caratterizza i Black Ops, come ad esempio il nuovo Movimento assoluto; la capacità di schivare, tuffarsi e saltare in tutte le direzioni per poi, da terra, girarsi a 360° mentre si mira, non stravolge l’andamento delle partite – anzi, occhio ad esagerare con le acrobazie – eppure contribuisce a rinforzare l’essenza del gioco, fornendo inesplorate possibilità quando è ora di togliersi di mezzo in fretta per evitare un’imboscata e, al contempo, sorprendere il nemico.
Il fatto di muoversi nel proprio habitat naturale si riflette sulle modalità. Tra le classiche 6 VS 6 come Deathmatch a squadre, Cerca e distruggi, Dominio, Uccisione confermata, Postazione, Tutti contro tutti (8 giocatori), Quartier generale e Controllo, l’unica novità è Esecuzione, un deathmatch a squadre in cui, a turno, due giocatori per team vengono evidenziati in quanto VIP e diventano istantaneamente il bersaglio delle attenzioni di tutti i presenti, alleati e avversari. All’elenco bisogna aggiungere la goduriosa versione Veterano di buona parte delle modalità standard e Scontro, un vibrante 2 VS 2 a round con equipaggiamento prestabilito per entrambi i team e rientri disattivati che, paradossalmente, premia equamente sia la skill individuale sia la cooperazione. Ci sono poi le modalità alternative chiamate Faccia a Faccia, una rivisitazione di Dominio, Deathmatch a squadre, Esecuzione e Uccisione confermata standard in cui le serie di punti sono disattivate. Le modalità alternative sono disponibili soltanto in un poker di mappe: Gala, Pit, Stakeout e Warhead.
DI MAPPE, ZOMBI E OSSA MANGIUCCHIATE
A condire il tutto troviamo, fin dal day one, sedici mappe divise in dodici mappe base 6 VS 6 e quattro mappe Faccia a Faccia 2 VS 2 o 6 VS 6. Generalmente il level design si affida alle tre corsie, tuttavia alcune mappe sono più riuscite di altre. Ciascuno scenario obbliga ad azioni rapide e al movimento costante, un modus operandi agevolato dall’assenza di anfratti morti e da un design che permette al ritmo di non rallentare mai o, in quelle più contenute come Stakeout, farsi asfissiante. Con diversi approcci a disposizione, molteplici modalità d’ingaggio nel corso della stessa partita grazie a lunghe linee di tiro ma anche passaggi dove il close-mid combat all’ultimo sangue is the way, è impossibile annoiarsi.
Con approcci diversi, lunghe linee di tiro ma anche passaggi in cui il close-mid combat all’ultimo sangue is the way, è impossibile annoiarsi
Benvenuta è anche la modalità Zombie dall’impostazione a round, un gradito cambio di rotta dopo quella del capitolo dell’anno scorso. Il segmento co-op di Call of Duty: Black Ops 6 è una sfida impegnativa con le sue ondate di orrori sempre più arcigne, con le sue missioni da completare e le aree facoltative che aspettano solo un incauto visitatore o un intero team da quattro. Che sia tentando la fuga dall’avamposto maledetto sull’isola di Terminus o a spasso per le inquietanti vie di Liberty Falls, la miscela tra le vecchie feature e le novità è puntuale nel ripagare con gli interessi degli sforzi profusi per sopravvivere fino all’estrazione. Chi ama le imprese co-op apprezzerà una difficoltà inesorabilmente crescente che non ammette passi falsi né nella personalizzazione work in progress del proprio operatore, né nella collaborazione in caso di party. Probabilmente non farebbe male inserire un piccolo tutorial per spiegare direttamente sul campo tutto quello che c’è da sapere sui numerosi potenziamenti disponibili e sui loro effetti, sui distributori Pack-a-Punch e Perk-a-Cola, sull’Essenza da accumulare e spendere, sui Materiali da utilizzare per le mod e sull’intero sottobosco di meccaniche della modalità Zombi, tuttavia farti le ossa mentre te le sgranocchiano è divertente.
L’IMPORTANZA DEL RITOCCHINO
In quanto a quantità e qualità dei contenuti puri, quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta tra single player, multiplayer e co-op. Gli interventi però non si limitano a loro o al Movimento assoluto, ma coinvolgono anche la qualità della vita. Sulle Serie di punti non mi dilungherei troppo, mi soffermerei piuttosto su un Armaiolo meno rigido grazie alle Build Permanenti – in soldoni: le modifiche apportate a un’arma adesso vengono applicate automaticamente in ogni modalità e a ogni equipaggiamento in cui la build è inserita – e grazie alla revisione delle ottiche, le quali vengono sbloccate per gran parte delle armi appartenenti alla stessa classe. Insieme a queste novità piacciono le skin ottenibili con gli headshot così come il ritorno dei livelli Prestigio una volta raggiunto il livello massimo.
In quanto a quantità e qualità dei contenuti puri, quest’anno c’è l’imbarazzo della scelta tra single player, multiplayer e co-op
Bastano qualche intoppo tecnico di troppo, alcuni bug grafici o gli spawn assassini – argh – ad affossare uno dei Call of Duty più riusciti degli ultimi anni? Per me no, non mi divertivo così dai tempi del reboot Modern Warfare del 2019, giusto per restare nei tempi moderni. Facendo leva su delle fondamenta granitiche, Call of Duty: Black Ops 6 riesce a sostenere le opprimenti aspettative del mondo con una facilità disarmante. Il gameplay appare tirato a lucido, una novità non rivoluzionaria ma azzeccata come il Movimento assoluto lo rende più dinamico che mai, la qualità della vita ha fatto passi in avanti evidenti e in fatto di contenuti – modalità, mappe, progressione, equipaggiamento, personalizzazioni – si rischia l’overdose. Gli aspetti migliorabili ci sono, ma se questo è il lancio migliore di sempre per un Call of Duty significa che qualcuno ha svolto i suoi compiti a casa in maniera impeccabile o quasi.
In Breve: Call of Duty: Black Ops 6 è uno dei migliori capitoli da alcuni anni a queste parte, lo si intuisce fin dalle prime scaramucce. Il gameplay appare in forma smagliante, dinamico e fluido al punto da ipnotizzare veterani e novizi con la stessa morbosa intensità anche se, a guardarlo bene, si può notare come Treyarch e Raven si siano affidate – saggiamente – alle sinuose curve di un impianto collaudato. Il gunplay solidissimo è la conferma della bontà della struttura su cui sono state ricamate le novità, tuttavia non è il caso di sminuirne l’apporto: il Movimento assoluto, le Build Permanenti e gli altri ritocchi ci mettono del loro per darci un episodio memorabile. Quest’anno poi i contenuti non trascurano né scontentano davvero nessuno, dunque sì, è questo il miglior esordio possibile del franchise sul Game Pass.
Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 7800X3D, Radeon 7800XT Nitro+, 32 GB RAM DDR5, SSD
Com’è, Come Gira: Graficamente affascina più la Campagna dell’online e della co-op, ma scopro l’acqua calda. Con il PC di prova, impostazioni su Ultra, risoluzione 1440p nativa e Frame Generation On, ho oscillato fra i 120 e i 150 fps. Ottimo come sempre il comparto audio, sempre preciso nell’indicare la posizione e la distanza di un nemico.