Castle of Venia - Recensione

PC

Castle of Venia appartiene a quella schiera di giochi impegnata a replicare, con esiti a volte riusciti e a volte un po’ meno, il feeling dei vecchi giochi da console e da bar, quando i bit erano soltanto sedici o giù di lì. C’è tutto, dal gameplay semplicistico ai limiti di movimento, passando per la grafica e le animazioni in pixel art ‘smussate’ con un simpatico filtro che simula l’output di un vecchio monitor CRT.

…E GIÙ SPADATE!

Il gioco di Classic Game Software ci mette nei panni di un cavaliere solitario e senza nome che, per qualche ragione misteriosa, si trova rinchiuso in un tetro mondo pieno di scheletri semoventi, mostri e fantasmi. Costoro non fanno altro che camminare avanti e indietro sulle piattaforme che compongono i livelli, aspettando soltanto di ucciderci o essere uccisi, mentre il nostro obiettivo è chiaramente quello di eliminare tutte le presenze maligne e raccoglierne le anime, e quindi di attraversare la porta che ci separa dal livello successivo. Il cavaliere può saltare, camminare ed eventualmente correre, ma è in grado di mollare fendenti solo da fermo. Questa limitazione, apparentemente piccola, costituisce il fulcro del gameplay, visto che calcolare la posizione giusta per saltare dalle piattaforme e colpire gli avversari più in alto di noi sono gli unici elementi di difficoltà del gioco.

IL MISTERO DEI RESTART POINT

castle of venia recensione

Castle of Venia, come altri titoli moderni, cerca di replicare il feeling dei vecchi giochi da bar

Nell’angolo superiore sinistro dello schermo ci sono tre indicatori: l’energia, espressa con un cuore, il numero di “gocce di sangue” già raccolte e quello di anime “de li mortacci mostri”. Il contatto con i nemici non è immediatamente letale: possiamo subirne fino a tre prima di perdere la vita, ma è possibile recuperare altra energia raccogliendo i pochi cuori sparsi per ogni livello. Le tre gocce di sangue, invece, permettono di sparare delle sfere infuocate a ogni fendente della spada, utili con qualsiasi nemico ma indispensabili per eliminare alcuni mostri specifici (tralasciando i quali non potremmo avanzare allo stage successivo). Ogni livello è costituito da una singola stanza ampia diverse schermate e, se perdiamo una vita, ricominceremo automaticamente dall’ultimo restart point raggiunto. Ce ne sono due in ogni stage: uno all’inizio e uno a metà del cammino. Si distinguono fra loro perché, morendo prima di aver raggiunto la metà del livello, risorgeranno con noi anche tutti i mostri; una volta agguantata la tappa centrale, però, le stesse creature non torneranno più. Morale: è meglio cercare di raggiungere subito il restart point di metà livello e poi tornare indietro a uccidere tutti quanti.

TROPPE ASPERITÀ

Castle of Venia delude sotto numerosi aspetti. Innanzitutto, è composto da quattro soli livelli che un giocatore esperto potrà superare in poco più di mezzora. Lo si può anche rigiocare per il solo gusto di metterci meno tempo e/o meno vite della volta prima, ma alla fine si tratterà di ripetere le stesse mosse senza poter notare nulla di nuovo.castle of venia recensione

Castle of Venia delude sotto molti aspetti, a iniziare dalla scarsità cronica di contenuti

Poi i controlli: talvolta, giocando col classico joypad stile Xbox 360, il personaggio si gira verso sinistra senza un apparente motivo o comincia a correre in quella direzione. Potrebbe essere un difetto del mio controller, ma non accade nulla di simile in nessun altro gioco con cui l’abbia usato. In un titolo come questo, dove la precisione è tutto, è un problema non da poco. Infine, a fronte di regole non scritte che ogni programmatore dovrebbe sempre seguire, una su tutte chiedere conferma quando un’azione può essere distruttiva, qui non vi è traccia di simili attenzioni: Castle of Venia salva automaticamente l’ultima posizione raggiunta ma, giunto al terzo livello, ho inavvertitamente scelto di iniziare una nuova partita invece di caricare quella precedente e, senza alcun avviso, il sistema ha provveduto a cancellare tutto il pregresso e a farmi ricominciare daccapo. Neanche una domanda del tipo “Questo cancellerà la posizione raggiunta, sei sicuro?”, che di certo non avrebbe fatto male.

Infine, la voce del menu che porta alle opzioni non permette alcuna reale personalizzazione del gioco, men che meno la rimozione dell’effetto CRT. Per quanto si tratti di un elemento indispensabile per la grafica, può diventare ridondante se il nostro PC è già collegato a un monitor CRT secondario, scelta ancora piuttosto in voga tra chi ama il retrogaming e, di conseguenza, per i potenziali giocatori ideali di Castle of Venia.

Castle of Venia, per chi ama i giochi vecchio stile come me, è una mezza delusione. Dal punto di vista del gameplay non ho nulla da eccepire: è semplice, lineare e abbastanza punitivo, proprio come gli arcade mangia-monete di una volta. Ma i troppi limiti tecnici smorzano subito l’entusiasmo, insieme con la scarsità cronica di contenuti e, così, la durata di una run. Qui, nonostante la povertà generale dei fondali, le musichette noiose e la ripetitività dei nemici, ce ne sono molti di meno. Fortunatamente costa poco, ma con meno di tre euro avete esattamente ciò per cui pagate, forse qualcosina in meno.

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Pro

  • L’effetto CRT contribuisce a calare nella parte.
  • Gameplay semplice e frustrante il giusto.
  • Sembra proprio un vecchio coin op!

Contro

  • Davvero troppo, troppo, troppo breve.
  • Controlli a volte imprecisi.
  • Poteva essere più curato sotto diversi aspetti.
6

Sufficiente

Diffidate delle imitazioni. Il vero prototipo di tecno-nerd ce l’abbiamo noi e si chiama Paolo Besser. La CBS vorrebbe darci un sacco di soldi per un suo cameo in un episodio di BIg Bang Theory, ma il nostro rifiuto è netto e deciso: dopotutto, sapete che figura barbina farebbe fare a Leonard e Sheldon?

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