La diatriba tra sostenitori e detrattori di Netflix si combatte nei giudizi diretti di serie TV e film presentati sulla più grande piattaforma streaming del globo. Ancor di più,
c’è molta confusione da parte del pubblico nel distinguere ciò che è solo distribuito su Netflix da ciò che, invece, è anche prodotto dal colosso californiano. Ne è un esempio
Annientamento, un film che fa parte della prima categoria e di cui vi abbiamo parlato
qui; lo stesso vale per
The Titan, un piccolo lungometraggio di fantascienza che ha trovato casa proprio nella piattaforma di streaming americana.
Terra, in un futuro non troppo lontano. Il pianeta è al collasso tra scarsità di cibo e sovrappopolazione, e l’unica salvezza per il genere umano è recarsi su Titano. Invece del classico piano di terraformazione, NASA ed esercito decidono di procedere a un a nuova operazione di sperimentazione: l’idea è evolvere l’essere umano e renderlo capace di sopravvivere nelle ostili condizioni ambientali del satellite di Saturno.

The Titan vorrebbe incarnare un comodo escamotage per passare novanta minuti senza pensieri, ma restituisce allo spettatore l’effetto contrario
Nonostante un cast di tutto rispetto (tra i tanti nomi noti troviamo Taylor Schilling, la Piper di
Orange Is the New Black, e Sam Worthington, il protagonista di
Avatar),
l’esito finale di The Titan è quasi disastroso. Anche facendo tutto l’affidamento possibile alla necessaria sospensione dell’incredulità per accettare come credibile il plot narrativo, a mancare è proprio quel minimo di logica che dovrebbe impedire allo spettatore di chiedersi perché, minuto dopo minuto, il film proponga soluzioni di dubbia intelligenza. I problemi sorgono già in partenza, laddove ci viene detto che c’è un’apocalisse in corso, ma non ci viene spiegato nel dettaglio cosa stia succedendo. Parimenti, è esplicitata la necessità di portare l’umanità su un pianeta, ma non ci viene spiegato perché proprio su Titano (il quale, peraltro, tra tutti i copri celesti del Sistema Solare è il luogo meno probabile nel soddisfare i requisiti necessari alla vita umana). Ci viene poi narrato che mandare uomini mutati e potenziati sul satellite di Saturno salverà il genere umano, senza lasciar intuire il come, giacché la missione prevede solo un viaggio di andata: gli altri umani sulla Terra cosa dovrebbero fare, quindi? Non pariamo poi dei protagonisti, che si dedicano senza indugio a una volontaria mutazione radicale del proprio corpo, senza fermarsi a pensare alle conseguenze diretta su se stessi e sui loro familiari.
Insomma, The Titan vorrebbe incarnare un comodo escamotage per passare novanta minuti senza pensieri, ma restituisce allo spettatore l’effetto contrario, provocando fastidio; non aiuta la linea narrativa che, passo dopo passo, ingora il plot iniziale per imboccare decine di piccole strade che non portano da nessuna parte. Se l’incipit è la progressione di un’apocalisse, il film non restituisce mai la tensione di una fine sempre più vicina, tanto che il finale sembra proprio aver dimenticato come sia tutto iniziato.

l’esito finale di The Titan è quasi disastroso
Prodotti del genere non nascondono la loro natura da B-movie, un genere spesso apprezzabile per qualche caratteristica peculiare;
The Titan, tuttavia, palesa l’intenzione di voler essere più grande di ciò che è in realtà, mostrando la facciata di un racconto forte, con etica umana, scienza e sacrificio a fare da ingredienti principali. Purtroppo,
il frullato che ne risulta è un film senza bussola, senza sapore e senza una vera idea che non venga buttata ai porci dopo quindici minuti. Peccato.
VOTO: 4.5
Publisher: Netflix
Regia: Lennart Ruff
Colonna Sonora: Fil Eisler
Interpreti: Sam Worthington, Tom Wilkinson, Taylor Shilling, Agyness Deyn, Nathalie Emmanuel.
Durata: 97 minuti