In un susseguirsi di film fedeli alla loro idea produttiva, il ritmo Marvel è sempre stato senza freni: diretto, condito di tanti riferimenti ad altre pellicole e bisognoso di mettere sempre più carne sul fuoco. In questa staffetta fatta di atleti fin troppo sudati, l’arrivo di Endgame è un evento asciutto, semplice, diretto. In poche parole, una conclusione più che degna, che punta con saggezza all’obiettivo più semplice raggiungendolo senza sbavature.
Avengers: Endgame è un film che viaggia senza problemi in quel territorio ormai non più desolato del mero prodotto d’intrattenimento segnato, però, da indubbie qualità, atte ad arricchire un universo cinematografico prettamente nerd di un punto di riferimento per il futuro.
Che questo porto sicuro possa essere Endgame, beh, solo il tempo e lo stesso gusto degli spettatori potranno deciderlo. All’atto pratico, Endgame sembra quasi stravolgere il classico canone con cui Marvel ha affrontato le sue produzioni nel nuovo millennio. Lasciando il coraggio a Infinity War, Endgame si palesa più attento alla parola che all’azione nuda e cruda, in un confronto quasi paradossale col minutaggio, laddove almeno un elemento può essere spostato agilmente al di fuori del territorio degli spoiler ed è, ovviamente, il secondo grande scontro dei nostri eroi contro Thanos, per reclamare la vendetta di cui il nome del gruppo è un chiaro portabandiera.
avengers: endgame centra il suo obiettivo produttivo e narrativo a occhi chiusi
L’aspetto della “legacy” viene marcato senza indugio. Alcuni eroi ci saluteranno, ognuno con il suo destino ben marcato caratterialmente in più di dieci anni di film, altri invece ne raccoglieranno l’eredità, tramite gesti o oggetti, lasciando libero spazio a tutto ciò che verrà in futuro.
Con atti ben distinti si chiuderà il cerchio sul destino di alcuni eroi, e proprio sulla compattezza e coerenza del loro muoversi nella storia Avengers: Endgame mostra il suo grande cuore. Non è tanto la trama che prosegue passo dopo passo, ma sono gli stessi personaggi a portarla avanti con il confronto, la catarsi della sconfitta precedente che smuove animi e porta continuamente sul baratro della disperazione. Tutto questa lunghissima prima parte si immerge nell’amarezza della débâcle e nell’estrema difficoltà del rimarginarne le ferite, in un franchise di film che, fino a ora, non si era mai soffermato sulle conseguenze delle azioni dei suoi supereroi. Salvo rari casi, si tratta di un impressionante segno di maturazione.
Purtroppo, le tre ore di minutaggio non sempre sono giustificate, lasciando nel secondo atto del film alcuni passaggi fin troppo ridondanti, rasentando il tedioso in più di un’occasione con una sequela di momenti spiegati fin troppo nel dettaglio (come accennavo, si parla fin troppo in questo film). Già dopo una quarantina di minuti la noia fa capolino in più di un’occasione, complice la necessità – non poi così inevitabile – di allungare un discorso già assimilato pur di caricare al massimo le sensazioni di pathos grave e solenne, che tuttavia riuscirà a diventare davvero tale solo nell’epilogo.
Un difetto comunque trascurabile quando si entra nel mood del film. Anche personaggi che necessitavano di un ulteriore approfondimento, come Thanos o Captain Marvel, vengono sacrificati per chiudere, giustamente, il cerchio iniziato dalla vecchia guardia di eroi, quelli visti in The Avengers.
“Semplicità” è la parola adatta per descrivere Avengers: Endgame, senza ammantare il termine di significati negativi. Arrivati ad un certo snodo narrativo, ciò che bisognava fare era sciogliere ogni dubbio e relative questioni narrative in sospeso, per andare dritti al punto: Endgame di punto ne aveva solo uno e lo centra ad occhi chiusi.
VOTO 8.5
Genere: azione, avventura
Publisher: Disney
Regia: Anthony e Joe Russo
Colonna Sonora: Alan Silvestri
Interpreti: Robert Downey Jr, Chris Evans, Mark Ruffalo, Chris Hemsworth, Scarlett Johansson, Jeremy Renner, Don Cheadle
Durata: 181 minuti