Suburra - Terza Stagione - Recensione

Arrivo un pelo in ritardo, nonostante avessi già visto tutta la stagione prima del suo rilascio ufficiale grazie a Netflix, ma con estrema difficoltà sono riuscito a tirare a lucido un parere ragionato e contestualizzato sin nei minimi particolari. Questo perché nonostante un vivo entusiasmo per le prime due stagioni, questo terzo e ultimo ciclo di episodi della serie tv di Suburra mi ha trovato spiazzato, deludendo in parte le mie aspettative e intaccando anche la coerenza del prodotto stesso.

La serie tv è sempre stata venduta come una sorta di prequel, la cui intenzione era quella di mostrarci come alcuni personaggi presenti nel film, e interpretati dagli stessi attori, sarebbero poi arrivati al punto di partenza del film. Fino alla fine della seconda stagione questa scelta era inattaccabile, e presentava perfino piccoli accenni alla trasformazione fisica (lato trucco, parrucco e iconico tatuaggio) di personaggi quali Aureliano, pronto ormai a diventare Numero 8.

suburra terza stagione

Invece, forse a causa del Covid-19, o più probabilmente a causa di impegni di alcuni attori su altri set, la sterzata narrativa sin da primissimo episodio è brusca e alza un polverone irto di ciottoli pronti a colpire a vista chi si sia avvicinato per pura curiosità. La terza stagione di Suburra cambia infatti la sua natura di prequel per diventare un prodotto a sè stante, con un nuovo finale che difficilmente riuscirà ad accontentare tutti.

la serie si allontana dal film per divenire un prodotto unico con un obiettivo diverso

Puntata dopo puntata, sarà una ripida discesa verso l’inevitabile finale che troverà un destino più o meno nefasto per ognuno dei protagonisti. Il trittico Stato-Chiesa-Criminalità terrà ancora banco, con un Giubileo straordinario che vedrà l’interesse politico, permanentemente alla ricerca di favori, mescolarsi con gli interessi criminali, orientati sul riciclaggio e altre attività dal profilo legale molto dubbio. Con le carte nuovamente mescolate, si percepisce senza filtri l’inevitabile cambio di rotta che ci porterà infine ad approdare su lidi non inizialmente previsti; saranno numerose le forzature narrative o peggio, gli espedienti facili, veloci e poco contestualizzati pur di velocizzare il ritmo narrativo, che si tiene sempre su standard tanto alti quanto poco coerenti.

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Verso gli ultimi due episodi la maschera viene finalmente svelata con un epilogo inedito, che si allontana dal film per chiudere il cerchio in modo non del tutto soddisfacente. Siamo partiti con un primo ciclo di episodi intriganti, ben strutturati, ricchi di potenziale per poi proseguire con una seconda stagione molto più ricca e sfaccettata. La terza stagione è un cambio di rotta improvviso che taglia i raccordi con il passato e cerca un’identità nuova che, però, riesce ad emergere a fatica.

A reggere il banco è ancora una volta Alessandro Borghi per il quale ci si perde nella rabbia e determinazione che brucia nei suoi occhi vitrei. Nonostante alcune importanti defezioni (che salterò per motivi di spoiler e che sono i principali segni di come qualcosa nel cast sia profondamente cambiato) in bocca rimane un sapore amaro, una cena prelibata che al momento del dolce, arriva sul piatto con una presentazione stonata, poco concreta e coerente. Si è davvero bruciata una buona occasione.

VOTO 6.5

suburra terza stagioneGenere: thriller, noir, drammatico
Publisher: Netflix
Regia: Arnaldo Catinari
Colonna Sonora: Scott Morgan, Piotta
Intepreti: Alessandro Borghi, Giacomo Ferrara, Claudia Gerini, Filippo Nigro, Adamo Dionisi
Durata: 6 episodi

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