Cobra Kai - Terza Stagione - Recensione

Quella di Cobra Kai è la storia di un successo raro e particolare, non solo nel suo ambito ma in in tutto il settore audiovisivo. Nel dettaglio, si tratta di una serie tv nata e prodotta come contenuto originale per YouTube che, dopo la prima stagione, ha visto pioversi addosso un incredibile numero di lodi in tutto il globo. Alla fine del secondo ciclo di episodi, con il fenomeno che viveva e bruciava in ogni anfratto del web, è entrata in scena Netflix che – bravissima ad osservare fenomeni di questo calibro ha sentito il profumo del successo e si è assicurata a suon di dollaroni i diritti di distribuzione. Dall’annuncio si sono poi susseguiti giorni di materiale promozionale e teaser, fino all’arrivo effettivo della serie il primo di gennaio. Quale miglior modo per salutare un anno disastroso sotto molteplici punti di vista, se non cominciarne un altro con una ritrovata carica e forza atletica nel segno di Cobra Kai?

cobra kai 3 recensione

La trama di questa nuova stagione (si tratta ancora della produzione antecedente, Netflix finanzierà dalla quarta season già confermata in poi) vive delle conseguenze nefaste narrate dalla precedente. Kreese sta facendo sempre più suo il dojo del Cobra Kai, estromettendo Lawrence a causa della sua pietà e del suo essersi affezionato a Miguel,  il quale nel frattempo lotta per riprendere il controllo del proprio corpo. Il maestro senza scrupoli estende la sua influenza sul dojo e sulla città, serpeggiando come il cobra da cui aveva tratto originariamente il nome trent’anni prima, mentre Daniel LaRusso affronta nuove difficoltà, dentro e fuori le mura domestiche, e un viaggio a Okinawa porterà a galla nuove rivelazioni su Miyagi.

quello di cobra kai è un vero e proprio fenomeno mondiale

In qualche modo, gli autori erano consapevoli di aver toccato un picco importante alla fine della seconda stagione, dunque erano necessarie delle puntate “di riposo”, utili a rimescolare le carte e organizzare le nuove mosse per le prossime storie. La più grande lode che si può fare alla serie è quella di non perdersi mai in lungaggini tediose o destinate a canali chiusi: la storia avanza, evolve, quasi senza freni. In tre stagioni e trenta episodi sono capitati eventi in gran quantità, stravolgendo molteplici volte il quadro generale della situazione. Se Johnny Lawrence vive del suo essere anti-eroe, Daniel LaRusso è un “conservatore” di ricordi e insegnamenti sui quali non transige:  il Cobra Kai era ed è il nemico esattamente come Johnny Lawrence, senza cercare mai di capire l’uomo dietro la rivalità. Proprio questo espediente ha sempre interessato il pubblico dello show, ovvero il fatto che sia davvero difficile prendere le difese o parteggiare per l’uno o l’altro personaggio, le cui motivazioni sono sempre ben comprensibili ed empatiche.

L’entrata in campo di Kreese ha dunque giovato incredibilmente allo show, con l’aggiunta, finalmente, di un vero nemico da temere, capace di far avvicinare i due vecchi rivali.

cobra kai 3 recensione

Proprio Kreese avrà un ruolo centrale in questo terzo ciclo di episodi, tanto da meritarsi diversi flashback spalmati nelle ultime puntate, utili a incorniciare un background credibile: un reduce del Vietnam con chiare psicopatologie di guerra, per il quale ogni terreno può essere il luogo di uno scontro mortale. Uccidere o venire uccisi.

Bisogna anche accogliere e contestualizzare alcune palesi criticità: Cobra Kai è sempre stato un prodotto piuttosto lineare nello sviluppo dei personaggi, quasi accondiscendente  per le aspettative degli spettatori. Quelle che potevano essere identificate come delle ingenuità narrative, qui assumono un contorno più marcato: d’altra parte, gran parte delle soluzioni rimangono consapevolmente utili a rievocare un certo cinema per ragazzi tra gli anni ’80 e ’90, che oggi è andato perso. È ancora relativamente facile perdonare alcune porzioni narrative più o meno infelici (il viaggio di Daniel a Okinawa, oppure il modo con cui riesce a risolvere la crisi della concessionaria) e si gode nuovamente di una progressione mai data dal caso, che riesce a procedere per step distinti, chiari e sempre rivolti allo spettatore.

l’entrata in campo di kreese è stata fondamentale per l’evoluzione di Johnny e Daniel

cobra kai 3 recensione

Ultimo appunto riguarda l’onda di produzioni che puntano a rievocare storie del passato, utilizzando quell’espediente di “eredità” per ricostruire e narrare nuove storie. Al netto di tanti altri casi (Star Wars, Halloween, Terminator o ancheTRON: Legacy), Cobra Kai è tra i pochi prodotti in grado di unire la passione a un racconto coerente e funzionale, in ogni singola sfaccettatura. Ci sono le nuove leve, ma la storia converge sempre e comunque sui vecchi protagonisti, che fanno sia da mentori che da meccanismi trainanti dell’epopea.

VOTO 7.5

cobra kai 3 recensioneGenere: azione, drammatico
Publisher: Netflix
Regia: vari
Colonna Sonora: Leo Birenberg, Zach Robinson
Interpreti: Ralph Macchio, William Zabka, Xolo Mariduena, Tanner Buchanan, Mary Mouser
Durata: 10 episodi

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