Fino all'ultimo indizio - Recensione

Non capita spesso che un film trovi nelle tempistiche di uscita una sua connotazione negativa, ma è proprio il tempo a mettere in ombra Fino all’ultimo indizio, l’ultimo film di John Lee Hancock. Durante la visione è impossibile non pensare subito a film quali Se7en, Zodiac, il poco conosciuto Blood o anche Memories of Murder. Ciò che accomuna queste pellicole non è solo il genere di riferimento, dunque il thriller che si tinge di noir, bensì mettere al centro della pellicola come e quanto i protagonisti cambiano e si modellano durante le indagini, a lato dello snodo narrativo.

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Non è un caso, dunque, se il film viene costruisce sui tre personaggi principali: Denzel Washington e Rami Malek sono i due detective alla caccia di un presunto serial killer, mentre le indagini sembrano indicare il sospettato Jared Leto come autore degli atroci delitti.
A un primo livello sensoriale, l’opera è confezionata con una perizia chirurgica da manuale, costruendo il nutrito minutaggio sulla costante tensione ansiogena; proprio sulle battute finali, però. ci rendiamo conto di quanto la pellicola arrivi in ritardo in un panorama dove i film citati, e altri ancora, hanno già raccontato tutto quel che si propone di dire. A conti fatti, le indagini sono il classico pretesto in cui moralità e giustizia emergono dai loro contorni per venir modellati sotto una luce diversa, a dimostrazione di come gli uomini siano pur sempre degli animali strani e autoflagellanti, che soffrono sotto il peso di responsabilità e sensi di colpa.

un thrille che si tenge di noir dove giustizia e moralità escono dai classici stereotipi narrativi

Se dagli indizi più piccoli viene soverchiata una menzogna o incastrata una persona (il titolo originale del film è The Little Things), è proprio da poche, pochissime cose che si evidenza una scrittura in più occasioni fallace che impedisce di celebrare a tutto tondo il film. Alcuni momenti confusionari, con poco mordente o – peggio – fin troppo prevedibili contribuiscono ulteriormente a inquadrare il lavoro quasi come anacronistico: Fino all’ultimo indizio si cerca di settare nuovi standard, se non fosse che un simile traguardo è già stato raggiunto da altri film.

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Ciò non toglie una messa in scena impressionante, con grande capacità di far immergere nelle storie raccontate. Un cinema che è presente, vivo in ogni singolo fotogramma, dove la scrittura magari non corre a braccetto con le immagini, ma queste sono di una bellezza abbacinante. Gli incroci urbani, la sensazione di braccare ed essere braccati, riletture del noir che abbracciano il proprio minutaggio, si prendono tutto il tempo necessario per insinuarsi fin sotto la pelle dello spettatore. Ottimi tutti nel cast, tranne Malek che ha forse il personaggio più tendente al macchiettistico, ma al tempo stesso si fa carico di azioni incomprensibili persino nella sua logica personale, principalmente nelle fasi finali.

Insomma, non tutto nel film è da buttare, anzi, chi gradisce racconti di questo calibro potrà trovare tanto cinema di qualità e quantità. Resta il fatto che gran parte del lavoro nel noir deriva dalla sceneggiatura e questa non rende giustizia alle immagini viste.
Fino all’ultimo indizio è dal 5 marzo disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity

VOTO 6

fino all'ultimo indizio recensioneGenere: thriller, noir
Publisher: Warner Bros
Regia: John Lee Hancock
Colonna Sonora: Thomas Newman
Interpreti: Denzel Washington, Rami Malek, Jared Leto, Natalie Morales, Terry Kinney
Durata: 128 minuti

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