Il successo commerciale del primo Venom è un fenomeno su cui molti esperti del settore ancora stanno interrogandosi in modo esagitato. A fronte di un film che si preannunciava cupo, estremamente violento e viscerale nella messa in scena, a parte il tono sostanzialmente leggero ci siamo tutti trovati davanti un prodotto ucciso dalla censura e tagliuzzato in più parti in sede di montaggio.
Più che un simbionte, abbiamo assistito a un Mostro di Frankenstein del genere cinecomics, qualcosa di così bislacco da mettersi a paragone solo con il Fantastic 4 di Josh Trank.
Visto come sono andare le cose, però, come spesso ci insegnano le regole del gioco e del mercato, squadra che vince non si cambia. A monte di tutto, lo ricordiamo, c’è stato il gesto eroico di Sony di portare al cinema una storia prettamente dark su un noto e affascinante antieroe Marvel, laddove il pubblico ha percepito tutt’altro, deliziandosi di una storia sostanzialmente ilare, della convivenza forzata di Eddie Brock e del simbionte Venom, la classica poltrona per due che ha dato vita a gag persino inaspettate.
Inquadrati gli elementi che sembrerebbero aver portato al successo, Sony non si è nascosta e ha creato un secondo capitolo spingendo in modo più voluto e marcato sulla linea comica, snaturando oltre al simbionte anche uno dei suoi acerrimi nemici, di quelli davvero feroci e sanguinari, Carnage.
Venom – La Furia di Carnage non riesce a essere un passo in avanti né, tanto meno, uno indietro, bensì il consolidamento di una linea artistica che assume forme di tedio assoluto: Venom che si improvvisa paladino dei diritti dei diversi con tanto di Mic Drop davanti al grande pubblico, o che si diverte a creare situazioni comiche preparando una colazione disastrosa a Eddie Brock solo per tirarlo su di morale, dopo l’ennesima delusione sentimentale. Venom può curare le ferite ma il cuore, beh, quello è un sentimento che non conosce, pur ammirandone i risvolti emotivi. Una situazione degna del buon Jerry Lewis, ma tant’è, qui parliamo di altro.
Venom – La furia di carnage rimane fermo nella confort zone produttiva e qualitativa del primo film, che sia piaciuto o meno
Insomma, che siate navigati nei fumetti o meno, il retaggio di Venom è di un essere violento, putrido, ferale nelle azioni e nei ragionamenti veloci e istintivi, salvo ritrovarci nei film con qualcosa non lontano dal Mike Wazowski di pixariana memoria.
Questo secondo capitolo ha però due pregi da non sottovalutare: il primo è che dura meno del precedente, con appena 90 minuti si entra e si esce dalla sala cinematografica con coerenza verso un prodotto leggerissimo; secondo, se ci fossero stati dubbi all’inizio, adesso abbiamo un’ulteriore prova su ciò che rende anche questo film di Venom assai discutibile, ovvero essere così stantio, vecchio, anacronistico in quello che vuole proporre, specialmente nel giustificare lo scontro tra Venom e Carnage, per non parlare della genesi di quest’ultimo.
Fedele alla linea, il sequel mette a dura prova tutte quelle teorie riguardo logica e casualità degli eventi, sfidando lo spettatore ad annientare ogni tipo di ragionamento riguardo la progressione della storia. La mancanza si poteva facilmente sorvolare con un film più cattivo e cruento, atto a giustificare l’inserimento di Carnage e Cletus Kasady nel cast, eppure anche qui non viene versata neanche una singola goccia di sangue.
Al netto di un terribile – ancora una volta – miscasting che si costruisce attorno a Tom Hardy e Michelle Williams, l’unica nota positiva è il sempre ottimo Woody Harrelson, occhi e parrucchino giusto a sintetizzare un personaggio che dietro le azioni e i diversi assassini di cui si è macchiato nasconde la classica ricerca di comprensione, un mostro che vuole trovare un altro mostro e accoccolarsi vicino a lui –il villain Shriek, antagonista secondario – ma anche questa è una storia metaforica raccontata in decine e decine di altri film.
Woody Harrelson riesce a confezionare la sua solita ottima performance, con occhi iniettati di sangue, dedicandosi alla follia pura
Quando Harrelson diventa Carnage, la magia finisce, la presenza scenica dell’attore uccisa da una computer grafica ancora una volta dozzinale, volta alla distruzione gratuita e alla costruzione di qualche momento davvero iconico, tutto raccolto negli ultimi venti minuti, forse gli unici degni di attenzione e valore. Purtroppo, è pure facile accorgersi del momento in cui lo stesso Harrelson non crede più al progetto, lasciandosi andare a una mediocrità non giustificata per un attore del suo calibro.
Tecnicamente Andy Serkis si dimostra ancora una volta un non-regista: se le interpretazioni di Gollum o della scimmia Cesare nel recente reboot de Il Pianeta delle Scimmie sono indubbiamente ottime, la sua carriera da regista mostra ancora lacune terribili. Non mostra una vera cifra stilistica, non mette armonia nel montaggio tanto meno nel ritmo narrativo, restituendo una qualità da pilot televisivo ad alto budget.
Possiamo sempre giustificare il risultato sostanzialmente anonimo col pugno di ferro di Sony nell’imporre un discutibile standard, così da assicurarsi un secondo successo. In termini prettamente commerciali avrebbe il suo senso.
In conclusione, Venom – La Furia di Carnage è un sequel che manca di sostanza, di elementi per far risaltare i valori produttivi, che rimane fermo nella mediocre confort zone del predecessore – comprensibilmente, forse – e non osa di più.
Il rammarico è vedere su schermo numerosi personaggi certo meritevoli di trattamenti migliori, considerati i background narrativi; progetti come Joker hanno già dimostrato che storie forti, autoriali e vietate ai minori non solo si possono fare, ma sono anche in grado di andare incontro al successo globale.
VOTO 5
Genere: azione, fantascienza
Publisher: Warner Bros
Regia: Andy Serkis
Colonna Sonora: Marco Beltrami
Interpreti: Tom Hardy, Woody Harrelson, Michelle William, Naomie Harris, Reid Scott, Stephen Graham
Durata: 97 minuti