The Witcher - Seconda Stagione - Recensione

Che Netflix lo ammetta o meno, l’iter burocratico che ci ha portato a partorire queste righe è stato dei più ardui e pieni di responsabilità, a cui sono seguite firme di accordi di non divulgazione e raccomandazioni varie. Segni tangibili di quanto The Witcher sia diventato a tutti gli effetti, dopo il primo ciclo di episodi e sul ciglio della seconda stagione, uno dei prodotti su cui il colosso dello streaming punta di più.

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Con il campo di battaglia ricolmo del sangue dei caduti, Geralt cerca invano Yennefer, scomparsa dopo gli avvenimenti dell’ultima puntata. Con i regni che devono riorganizzare le loro priorità, anche gli accordi di alleanza diventano di vitale importanza per la prossima battaglia contro la Caccia Selvaggia, ormai una presenza tanto vicina quanto eterea. Difficile capire quando e come avverrà lo scontro.

con questo secondo ciclo di episodi, The Witcher si conferma come uno dei progetti di punta del colosso dello streaming

La seconda stagione di The Witcher non si perde in tediosi riassunti, tanto meno celebra il franchise di riferimento con lente e prolisse introduzioni. Ci getta subito nella mischia, non sprecando neanche un minuto: in una situazione di stallo, dove Geralt crede Yennefer morta, quest’ultima si imbatte in un gruppo di elfi che si spostano per le terre tumultuose, sondando la possibilità di un’alleanza, ma gli stessi non credono negli uomini, tanto meno in una donna con un potere magico così potente; sarà necessario capire la loro posizione e il perché del loro peregrinare continuo.

the witcher 2 recensione

Questo ciclo di episodi segna una direzione narrativa abbastanza mutevole, tenendo l’attenzione altissima proprio sui due amanti, lontani ma vicini, con un fuoco della passione che brucia dentro entrambi. Pur nascondendolo, è un calore bruciante che si percepisce ampiamente, capace di sciogliere le gelide serate dell’inverno sopraggiunto.

Netflix, questa volta, consapevole del più che possibile successo del progetto, ha investito un quantitativo impressionante di budget aggiuntivo, cosa che rende finalmente la resa estetica ben più convincente, sia in fase di costruzione dell’immagine che nella libertà di spaziare durante le fasi di combattimento o aumentare la presenza scenica di tante e diverse creature su schermo.

Oltre questo, però, si visitano anche luoghi iconici della saga letteraria partorita da Andrzej Sapkowski. Tra questi spicca senza ombra di dubbio Kaer Morhen, fortezza dove i Witcher vengono cresciuti, addestrati e mutati, tutto sotto il rigido controllo di Vesemir, il Witcher più anziano, il più saggio, un vero e proprio padre per tutti gli altri cacciatori, con un rapporto di fratellanza e rispetto reciproco che emerge quando si incontreranno tutti assieme, accanto a un falò per raccontare le loro gesta.

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Con Yennefer fuori dal radar – momentaneamente – di Geralt, l’attenzione del Witcher è tutta per Ciri, ragazza dal sangue ancestrale da difendere e, forse, trasformare in guerriera, in vista del suo ruolo nella prossima battaglia con la Caccia Selvaggia.

Il tessuto narrativo dedica ampio spazio al rapporto tra i due, mai sfociando nel sensuale, bensì nel classico rapporto che una figlia potrebbe avere con la propria figura genitoriale. Geralt è un duro, ma è puro, addestra la giovane tra le fredde mura di Kaer Morhen, pur rimanendo sempre timoroso per il suo destino.

Se c’era bisogno di una concreta conferma di quanto questo show potesse narrarci in termini qualitativi, questo secondo ciclo di episodi spazza ogni dubbio, mettendo sull’altare quello che effettivamente funziona, partendo dal viso crucciato di Henry Cavill e relativi grugniti nel combattimento per andare a esplorare tutto l’universo degli Witcher, usi e costumi, mutazioni, pozioni e Segni con cui avere la meglio nelle battaglie più difficili.

Henry cavill si cala sempre più nel personaggio, questa volta donandogli interessanti sfumature

Ancor più di un racconto fantastico, The Witcher si ricorda di avere dei personaggi che si spostano in questa terra e con loro, ci sono sogni, speranze e obiettivi. Benevoli o no che siano, sono il motore portante per la crescita narrativa della storia.

Se già durante la stagione precedente il casting di Cavill nei panni di Geralt era sembrato più che azzeccato, in particolare per la prestanza fisica, questa volta l’attore dedica al Witcher qualche sfumatura in più, non umanizzandolo mai del tutto, ma ritagliandosi – di sua volontà o per grazia degli sceneggiatori – momenti dove l’anima a tratti sensibile e turbolenta del cacciatore viene fuori a seconda della situazione in cui si trova. E fidatevi: ci saranno tanti e diversi twist su cui strofinarsi le mani e attendere con impazienza la già annunciata terza stagione.

Accanto alle lodi chiari e limpide, viene tuttavia spianata la strada per alcune critiche. Se l’ostacolo budget – come sperato in sede della recensione della prima stagione – è stato ampiamente superato a pieni voti (ed è comprensibile che la stessa Netflix voglia capire l’impatto e la potenzialità del progetto, prima di aprire senza sosta i rubinetti dei dollari) questa volta a farmi storcere la bocca sono state alcune rese coreografiche dei combattimenti, fin troppo ripetitive, in particolare in sede di regia, con la camera che tende sempre a danzare attorno un attore e per poi fargli subire gli attacchi esterni. Una scelta palesemente cosciente, che può mettere in mostra i colpi inferti e, ancor di più, evidenziare dettagli precisi delle diverse creature.

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Una piccolezza di poco conto che si sposa il più delle volte con il mero gusto personale, ma è una soluzione registica che già alla seconda puntata comincia a essere ridondante giacché consapevole che si ripresenterà ancora e ancora.

Ma in bella mostra non ci sono soltanto i dettagli delle creature e la diretta evoluzione di tutto il comparto CGI, bensì i semplicistici dettagli ambientali. Il salto qualitativo questa volta è consistente, si percepisce l’impegno raddoppiato, la possibilità di creare un mondo più ricco e renderlo visivamente unico. Scorci dall’alto, inquadrature che ricercano descrizioni particolareggiate, villaggi notturni ricoperti di neve e di sinistre presenze. Ogni episodio di The Witcher vive perfettamente nel suo minutaggio, anche grazie al solito aggancio con una narrazione verticale per buona metà, senza dimenticare la necessaria progressione narrativa verso obiettivi futuri.

Brava Netflix e bravi tutti. Non era facile estrapolare un sano equilibrio, dato anche il franchise di riferimento, ma sembra che la soluzione episodica a serie tv si sia rivelata una scelta vincente, con ancora qualche angolo da smussare, ma complessivamente, non ci si può assolutamente lamentare del prodotto finale. Ora tutti qui, in attesa della terza stagione.

La seconda stagione di The Witcher sarà disponibile su Netflix dal 17 dicembre 2021.

VOTO 8

the witcher 2 recensioneGenere: avventura, fantasy
Publisher: Netflix
Regia: vari
Colonna Sonora: Sonya Belousova, Giona Ostinelli
Interpreti: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring
Durata: 8 episodi

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