La ragazza che sapeva troppo - Recensione

Londra. L’umanità è stata decimata da una variante del fungo-virus Cordyceps che ha trasformato gli esseri viventi in zombie famelici. In un’installazione militare, si stanno eseguendo esperimenti su bambini infetti ma ibridi di seconda generazione: questi si rivelano in parte “famelici” – così vengono chiamati i contagiati – ma nel contempo hanno mantenuto una porzione del controllo fisico e mentale. Tutto si svolge secondo la più classica delle routine, finché l’installazione non viene attaccata dagli infetti e un gruppo di sopravvissuti dovrà fuggire, portandosi appresso Melanie, una bambina ibrido particolarmente intelligente.

Se già scorrendo le prime righe la mente è corsa a The Last of Us, non c’è da meravigliarsi: La ragazza che sapeva troppo può considerarsi – a tutti gli effetti – una sorta di film non ufficiale del gioco dei ragazzi di Naughty Dog, pur essendo tratto da un romanzo pubblicato nel 2014 da Mike Carey, che qui si occupa di curare la sceneggiatura.

La ragazza che sapeva troppo immagine Netflix 02

una forte morale narrativa impedisce alla storia di vacillare

La pellicola ha girato i maggiori Festival cinematografici, raccogliendo grandi consensi, ed è arrivata su Netflix Italia solo dal 2 giugno. Nonostante un incipit non particolarmente originale e in perfetta linea con il genere dello zombie movie, il regista Colm McCarthy usa sapientemente ogni mezzo e risorsa a disposizione per infondere una costante angoscia nello spettatore. La Londra ormai deserta, con la natura che ha ripreso il controllo su tutto, con piante e arbusti abbarbicati ad ogni edificio, trasmette un costante senso di impotenza e toglie le speranze di un futuro roseo per l’umanità. La morte è lì, in agguato, pronta a prendersi le vite dei nostri cari superstiti ad ogni occasione possibile.

La ragazza che sapeva troppo non è un prodotto eccezionale, intendiamoci, ma è diverso, e questo – nel panorama che vede il genere dello zombie movie presentarsi sempre più povero di contenuti ed estremamente ripetitivo – è grande motivo di lode e attenzione. Per quanto anche le ambientazioni esterne riprendano esattamente la visione di The Last of Us, c’è sempre voglia di inserire qualcosa in più, che sia un incredibile edificio-pianta ricoperto di spore del fungo-virus (pronte ad esplodere per annientare definitivamente ogni umano rimasto sulla Terra), oppure alcuni bambini infetti che si sono organizzati e vivono in tribù, decisamente simili ai Bimbi sperduti di Peter Pan. Proprio questa visione infantile degli eventi, chiaramente filtrati dagli occhi della bambina protagonista, trasforma l’avventura di sopravvivenza in una fiaba, con relativa morale concernente la mutazione e il ricambio generazionale del mondo, o della specie, concetto già espresso in Io sono leggenda (il romanzo, non il film).

La ragazza che sapeva troppo immagine Netflix 01Anche in questo caso, si rivela molto forte il rapporto quasi materno che si instaurerà tra un’insegnante e Melanie, costei vede la bambina non come oggetto di studio, ma come semplice e dolce creatura, che ha tutto il diritto di vivere la propria vita, seppur con un fungo-virus impiantato nel cervello.

La ragazza che sapeva troppo, tratto da un romanzo di Mike Carey, può considerarsi una sorta di film non ufficiale di The Last of Us

Al netto di potenziali timori con cui è lecito avvicinarsi al prodotto e nonostante le ampie “citazioni”, il film è incredibilmente convincente e riesce a reggersi perfettamente sulle sue gambe proprio grazie a una forte morale narrativa che impedisce alla storia di vacillare, anche nei passaggi meno chiari. La ragazza che sapeva troppo è un’offerta Netflix che merita almeno una possibilità di visione.

VOTO 8

La ragazza che sapeva troppo immagine Netflix locandinaGenere: thriller, horror
Publisher: Netflix
Regia: Colm McCarthy
Colonna Sonora: Cristobal Tapia de Veer
Intepreti: Gemma Arterton, Paddy Considine, Glenn Close, Sennia Nanua
Durata: 111 minuti

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