Annabelle 2: Creation – Recensione

Nella proliferazione di universi cinematografici condivisi, Warner Bros. non ha perso l’occasione di ampliare quel mondo fatto di demoni e paranormale iniziato con The Conjuring, firmato da James Wan. Oltre al diretto sequel, The Conjuring 2, uscito lo scorso anno, nel 2014 c’è stato un timido tentativo di portare al cinema lo spin-off Annabelle, incentrato sulla bambola maledetta intravista nel primo The Conjuring.

Dico “timido”, perché il film risultò un fallimento su diversi fronti: la poca cura lo aveva relegato a prodotto creato appositamente per fare cassa, sicuramente pensato per richiamare l’attenzione di chi aveva esperito una sana dose di tensione e paura grazie ai film originali. Approcciarsi ad Annabelle 2 con qualche pregiudizio era dunque lecito, nondimeno il prequel – come si può intuire dal titolo (“la creazione”) – risulta un film decisamente riuscito che narra, ovviamente, le origini e la diretta costruzione e susseguente possessione della bambola. Non è ai livelli dei due The Conjuring, certo, ma comunque vive di una propria anima.Annabelle 2 Creation immagine Cinema 03

Annabelle 2 sembra aver imparato dagli errori del predecessore

Grazie a delle giovani protagoniste molto convincenti, una origin story classica ma narrativamente forte e una ricerca stilistica nella regia, Annabelle 2 sembra aver imparato dagli errori del predecessore, in particolare per quanto riguarda lo stile visivo. Ciò che ha contraddistinto il successo e la riuscita del genere dei due The Conjuring, oltre ad una ferrea professionalità del regista James Wan (ora sul set per dirigere il cinecomic DC Aquaman), era la saggia gestione dei tempi e delle soluzioni visive. Ripescando da classici come Nightmare, Wan ha imposto negli ultimi anni il proprio modo di vedere gli horror, lavorando molto sul comparto visivo ed audio. Questi diretti spin-off della saga cercano di riprenderne lo stile, senza mai risultare ridondanti, con tutti gli elementi suddetti dosati sapientemente per creare la giusta tensione.

Naturalmente, lo script è quello canonico e purtroppo da alcuni cliché del genere è difficile districarsi, a meno che la giusta virtuosità della regia non riesca a regalare quella freschezza necessaria che ci fa rimanere incerti per quanto concerne la storia e il destino delle protagoniste. Su questo aspetto il regista David F. Sandberg ha lavorato molto, confermando che il successo del suo precedente Lights Out non è da attribuire al caso. Annabelle 2 Creation immagine Cinema 02

la trama è forte, con carattere e spessore

A dare maggior sostanza al film c’è il fattore “origin story”: tutte le storie di questo stampo sono per loro natura interessanti. Anche qui, nulla di nuovo, ma la trama – che narra, appunto, le origini della bambola e, in particolare, del Male che la possiede – è forte, con carattere e spessore, aiutata anche dal collegamento finale al primo Annabelle che chiude ogni cerchio narrativo o dubbio.

Annabelle 2: Creation insegna come dovrebbe essere confezionato un qualunque spin-off destinato a un grande successo commerciale: ripetersi, senza stravolgimenti qualitativi, e aspirare a un lavoro onesto che non abbia come unico obiettivo quello di sbancare il botteghino. Annabelle 2 è stata veramente una piccola e piacevole sorpresa.

VOTO 7

Annabelle 2 Creation immagine Cinema locandinaGenere: horror
Publisher: Warner Bros. Italia
Regia: David F. Sandberg
Colonna Sonora: Benjamin Wallfisch
Intepreti: Stephanie Sigman, Talitha Bateman, Lulu Wilson, Philippa Coulthard, Grace Fulton
Durata: 110 minuti

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