American Assassin – Recensione

La parola d’ordine per Mitch Rapp è “vendetta”. Dopo aver perso la fidanzata in seguito a un attacco terroristico su una spiaggia caraibica, il giovane scompare dai radar, lascia la scuola e dedica anima e corpo a un duro allenamento per trasformarsi in un violento vigilante, interessato solo alla caccia della cellula islamica autrice del massacro da cui è uscito vivo per miracolo.

Viste le sue capacità da autodidatta, Mitch viene contattato dalla CIA per entrare in una sorta di progetto top secret che si occupa di addestrare guerrieri fantasma, agenti che operino meglio di qualunque altra organizzazione segreta e che non lascino alcuna traccia del loro passaggio sul campo.American Assassin immagine Cinema 03American Assassin è un film dal forte sapore rétro quando delinea le dinamiche che lo costruiscono, ma mostra una marcata componente attuale nella sua “confezione”, perfettamente in linea con gli standard dei film action contemporanei.

per longevità, stile e caratterizzazione, il personaggio di Mitch Rapp è simile a Jack Ryan

Con un budget non titanico, ma adeguato per ottenere la miglior resa finale, il regista Michael Cuesta pesca il meglio dal libro da cui è tratta la pellicola. Apro una parentesi necessaria: Mitch Rapp è protagonista di più di una dozzina di romanzi, firmati dall’autore Vince Flynn, e può considerarsi – per longevità, stile e caratterizzazione – un personaggio simile a Jack Ryan; su questo aspetto, infatti, American Assassin mostra i presupposti per una possibile continuità cinematografica, al pari del più famoso agente della CIA uscito dalla penna-marchio di Tom Clancy.

In qualità di film di spionaggio con forti componenti politiche, American Assassin valorizza al meglio gli attori a disposizione: Dylan O’Brien, che interpreta il giovane Mitch, è bravissimo a calarsi nel ruolo di vigilante, tanto quanto il suo mentore, Michael Keaton, ideatore di questa scuola per “guerrieri fantasma”, e che più volte ruba la scena grazie ad un’ottima presenza fisica e all’indiscusso carisma. Il regista riesce a restituire parte della tensione con tecniche vecchia scuola, quasi mai incentrate sulla spettacolarizzazione delle scene d’azione – tranne la necessaria sequenza finale – ma focalizzandosi più sul naturale svolgimento degli eventi con la giusta dose di tensione che si basa sul pericolo del terrorismo e sulla minaccia latente di alcune talpe insinuatesi nell’agenzia.American Assassin immagine Cinema 01

American Assassin mostra i presupposti per una possibile continuità cinematografica

Proprio questo bipolarismo tra tecniche vecchie e nuove restituisce una fotografia forte dei tempi attuali, di paesi sempre più in balia di attacchi terroristici senza alcuna logica precisa, se non la basilare necessità di mietere quante più vittime possibile; in quest’ottica, la sequenza iniziale della sparatoria sulla spiaggia è realizzata con fredda logica, altamente cinica, ma tristemente vera. Questi atti di forza armata anarchica verranno ripagati con la stessa moneta dalle diverse agenzie del mondo, e – come da prassi – la collaborazione sarà difficile e piena di misteri.

Forte di un ritmo sempre ben distribuito su tutto il minutaggio e con una varietà di location (tra Istanbul, Roma e Stati Uniti) che dà ampio respiro al film, American Assassin è ben lungi dall’essere una produzione trascendentale, ma riesce a farsi apprezzare grazie ad una sapiente gestione delle risorse a disposizione.

VOTO 6.5

American Assassin immagine Cinema locandinaGenere: thriller, spionaggio
Publisher: 01 Distribution
Regia: Michael Cuesta
Colonna Sonora: Steven Price
Interpreti: Dylan O’Brien, Michael Keaton, Taylor Kitsch, Charlotte Vega
Durata: 112 minuti

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