Cyberpunk 2077 : Phantom Liberty – Recensione

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Esplosioni, sangue e proiettili si fondono con i neon incandescenti nei vicoli di Night City: Cyberpunk 2077 è tornato, e ha messo da parte le cartucce migliori per la fine.

Sviluppatore / Publisher: CD Projekt RED / CD Projekt RED Prezzo: € 29,99 Localizzazione: Presente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PS5, PC, Xbox Series X|S Data di lancio: Già disponibile

In questi tre anni Cyberpunk 2077 ne ha messo di cromo sotto la pelle, culminando con un aggiornamento completo del sistema operativo in occasione della patch 2.0. Una sequenza di aggiornamenti gratuiti per correggere il tiro e smussare gli angoli dopo un esordio non perfetto, specie se contiamo il disastroso debutto delle versioni per la (finalmente!) passata generazione di console.

In tutto questo, Phantom Liberty si presenta come prima e unica espansione a pagamento per il travagliato gioco basato sul regolamento di Mike Pondsmith prima che i ragazzacci polacchi tornino al lavoro su una nuova saga di The Witcher; a scanso di equivoci e per giocare come sempre a carte scoperte, il DLC ci è stato fornito in versione PC, esattamente come avvenne nel 2020 con il titolo originale. Tanto per risparmiarvi la fatica di tirare fuori torce e forconi qualora la versione PS5 girasse in emulazione ZX Spectrum, insomma.

IL MAESTOSO PALCOSCENICO DI CYBERPUNK 2077: PHANTOM LIBERTY

Phantom Liberty è probabilmente la migliore espansione realizzata da CD Projekt RED, un’affermazione comprensibilmente audace in una categoria dove giocano campioni quali Blood and Wine e Hearts of Stone. Eppure, ne sono convinto: la cifra narrativa dell’ultima avventura di V è straordinariamente efficace nel mettere in scena una storia appassionante che miscela con sapienza canovacci narrativi provenienti da pellicole d’azione e di spionaggio per narrare un racconto coinvolgente dall’inizio alla fine, appoggiandosi ad attori digitali camaleontici e imprevedibili.

Phantom Liberty è probabilmente la migliore espansione realizzata da CD Projekt RED

Inizia tutto con una citazione carpenteriana d’autore, con l’aereo della presidentessa dei Nuovi Stati Uniti d’America in rotta di collisione con Dogtown, un distretto di Night City finora inaccessibile, governato dal pugno d’acciaio del colonnello Kurt Hansen. Nulla esce o entra senza la sua approvazione, e la potenza schiacciante della sua milizia privata è sufficiente a tenere lontane le forze dell’ordine; in tutto questo, V viene ingaggiato per una disperata missione di infiltrazione e salvataggio da Songbird, netrunner extraordinaire.

Ehi, ma quei due sono i fondatori di CD Projekt RED!

Il compenso è uno di quelli che non si possono rifiutare, ovvero la cura definitiva ai laceranti tormenti inflitti dal Relic, il biochip sperimentale della Arasaka che sta progressivamente consumando il protagonista come un cancro. Dopo le prime, intense sequenze d’azione la storia si apre tra intrighi e rivelazioni appena sussurrate, fino ad arrivare a diversi finali, ottenibili prendendo decisioni fondamentali nel corso di una storia che mi è personalmente durata più di venti ore. Al doppiaggio una serie di voci sensazionali tra cui figura il massiccio Idris Elba nei panni di un agente federale sotto copertura dal passato tormentato, mentre la versione italiana è in grado di farsi ugualmente valere grazie a un adattamento di primissima qualità, capace di sottolineare i momenti più importanti e donare profondità a un cast riuscitissimo, nessuno escluso. Tra set piece Hollywoodiani e scene dalla regia impeccabile (una fra tutte: il tavolo della roulette) che riescono a funzionare e lasciare il segno anche senza piogge di proiettili o mutilazioni assortite, la trama di Cyberpunk 2077: Phantom Liberty è qualcosa che vi rimarrà dentro a lungo, garantito.

WE BUILD THIS CITY WITH RED ENGINE

Potete iniziare Phantom Liberty direttamente dalla schermata iniziale con un personaggio già carrozzato e messo a disposizione dal gioco, ma ovviamente la cosa migliore è visitare Dogtown durante l’epopea del “vostro” V. Riceverete l’appello di Songbird dopo la missione Trasmissione, nel secondo atto, e quello è probabilmente il momento migliore per affrontare l’espansione senza il rischio di sentirsi troppo forti: io ho risposto alla chiamata con un personaggio di livello 40 (il cap è stato alzato a 60 per l’occasione) e ho dovuto alzare la difficoltà al grado più alto per godermi una sfida degna di tale nome. Il tutto passando prima per gli aggiustamenti a punti abilità e hardware imposti dalla patch 2.0, pubblicata pochi giorni prima del debutto di Phantom Liberty e foriera di modifiche (in alcuni casi sarebbe più corretto definirle veri e propri stravolgimenti) importantissime nell’economia del gioco.

L’espansione permette a V di accedere a un nuovo nonché ridotto albero delle abilità destinato a fruttare a fondo il Relic

Al netto delle sue novità che – ricordiamo – sono disponibili gratuitamente per tutti tranne che per i possessori delle vecchie console, l’espansione a pagamento permette a V di accedere a un nuovo nonché ridotto albero delle abilità destinato a sfruttare a fondo le potenzialità sopite del Relic, offrendo inediti strumenti per chi predilige affrontare i problemi sparando e sminuzzando prima di fare domande, trascurando purtroppo la professione di netrunner.

Quell’enorme stadio è il cuore commerciale di Dogtown, tra le bancarelle del mercato nero troverete di tutto.

Questi vantaggi possono essere riscattati con dei punti ottenibili solo conquistando appositi contenitori Militech nascosti negli angoli più bui del nuovo distretto, dove ovviamente troverete ad attendervi i soliti fixer che metteranno a ferro e fuoco il vostro cellulare per proporvi una serie di missioni esclusive, tutte molto ben scritte e debitamente eccentriche. Inoltre il DLC mette sul piatto un paio di quest secondarie casuali con cui rendere più dinamica l’esplorazione: nella prima, container aviotrasportati vengono sganciati sul suolo di Dogtown dando vita a scontri aperti per il possesso del loro contenuto, mentre l’altra ci chiede rubare auto  per conto di El Capitán, l’unico choom che reputa il mullet una buona idea nell’anno 2077.

Inoltre il DLC mette sul piatto un paio di quest secondarie casuali con cui rendere più dinamica l’esplorazione

Con la gamma di veicoli armati di mitra e lanciamissili con cui affrontare con una marcia in più il nuovo combattimento motorizzato, qualche sconticino per comprare un fiammante bolide sul suo sito non può che fare piacere.

In Breve: Cyberpunk 2077 è giunto al termine del suo viaggio, mettendo da parte il meglio per il gran finale. Phantom Liberty è probabilmente la migliore espansione creata da CD Projekt RED, e conclude col botto il percorso di un gioco tanto discusso, tuttavia meritevole oggi più che mai di essere giocato. Non c’è momento migliore per tornare a Night City o – ancora meglio – per vestire per la prima volta i panni di V.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Ryzen 7 5800X, RTX 4070 12Gb, RAM 32Gb 3600Mhz, SSD
Com’è, Come Gira: Il RED Engine ci saluta definitivamente, non prima di flettere i muscoli delle schede GeForce mettendo in campo strumenti come il DLSS Ray Recontruction per generare scenari mozzafiato tra luci e rifrazioni che tagliano le tenebre di Night City come un pugnale incandescente. Qualche piccolo, perdonabile bug come NPC piantati nel terreno spunta ogni tanto anche dopo l’opera di restauro, ma che spettacolo incredibile che è questo gioco!

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Pro

  • Trama, doppiaggio e sequenze d'azione straordinari / L'aggiornamento 2.0 è un regalo fantastico per tutti / Tante nuove missioni secondarie e finali multipli per una buona longevità.

Contro

  • Dogtown non mostra eccessiva varietà di scenari / Se avete deciso di odiare Cyberpunk a tutti i costi, Phantom Liberty probabilmente non vi farà cambiare idea
9

Ottimo

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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