Il capolavoro di LucasArts, Day of the Tentacle, arriva finalmente nella sua edizione Remastered, per la gioia di tutti quanti, nostalgici e non. Ormai sapete come la penso, ma da buon vecchio brontolone ci tengo a ripetere nuovamente il concetto: io sono terrorizzato dai remake e dalle edizioni rimasterizzate. Avviare per la prima volta una gemma del passato, tirata a lucido per l’occasione, mi manda in paranoia: “…e se hanno fatto un brutto lavoro?”, “…e se hanno rovinato QUEL gioco?”, “…e se quello che ricordo come un capolavoro in realtà è un prodotto mediocre?”.
Mentre Tentacolo Viola beveva dal fiume inquinato, mi è venuta la pelle d’oca
Ne sono consapevole: gran parte di questi drammi sono assolutamente infondati, ma andare a vangare tra la nostalgia e i ricordi d’infanzia/adolescenziali è qualcosa che mi lascia sempre scosso. Così l’unica cosa sensata da fare è prendere una bella boccata d’aria e avviare l’eseguibile del videogioco in questione, cercando di agire più velocemente dei propri pensieri. Questa volta, lo ammetto, non sono stato immediatamente colto da drammi esistenziali: Double Fine Productions, guidata dal buon Tim Schafer, ha già ampiamente dimostrato di sapersela cavare egregiamente con le tirate a lucido, come ha dimostrato con Grim Fandango, che sì soffriva di qualche problema grafico (ancora non digerisco la “modalità widescreen” che si limitava a stiracchiare l’immagine deformando tutto), ma vantava anche un rispetto verso l’opera originale fuori misura, su cui svettava l’aver mantenuto lo stesso doppiaggio italiano a cui il sottoscritto è tanto legato. Senza indugio ho così indossato le mie fedeli cuffie, ho imbracciato il mouse e ho cliccato sul tasto “Gioca” di Steam. Dovevo aspettarmi ciò che sarebbe accaduto da lì a poco, eppure non ci sono più abituato: mentre Tentacolo Viola beveva dal fiume inquinato, mi è venuta la pelle d’oca. I brividi mi percorrevano la schiena e, non sto esagerando, gli occhi quasi si gonfiavano di lacrime nel momento in cui Bernard e la sua assurda compagnia annunciava la volontà di voler tornare alla villa del pazzo Edison. Tutto era dannatamente bellissimo e curato, dai personaggi caratterizzati in maniera divina alle folli linee rotondeggianti degli sfondi. La cosa sconvolgente, però, è che io Day of the Tentacle me lo ricordavo proprio così.
NOSTALGIA CANAGLIA
Bernard è lì, sperduto nell’ingresso del motel degli Edison, e già so perfettamente cosa devo raccogliere, cercare e fare. Son passati più di vent’anni dalla sua uscita, ma DotT è uno di quei titoli che, per ovvi motivi, finisce nell’hard disk di ogni PC – e tostapane, grazie allo ScummVM – caduto in mio possesso. Ancora prima di capire dove sono finiti l’inventario e l’interfaccia, premo prepotentemente il tasto assegnato per passare dalla versione Remastered a quella originale: tutto si rimpicciolisce, appaiono sbadilate di bellissimi pixel e lì, nella parta bassa dello schermo, compaiono i soliti verbi con cui sono cresciuto. La differenza ora è palese: in barba ai nostri ricordi, questa nuova versione ha davvero una grafica capace di farci sbavare come un tentacolo, che si adatta perfettamente a ogni tipo di schermo e che vanta dettagli prima impossibili. Gli occhi non saranno gli unici a godere: anche il comparto audio è notevolmente migliorato, nonostante qualche effetto sonoro sia stato perso per strada. Roba da poco, non temete.
UN ARMADIO IN UNA TASCA
La differenza più grande rispetto al passato è la completa rivisitazione del sistema di controllo: la parte inferiore dello schermo non è più occupata dall’ingombrante interfaccia contenente azioni e oggetti, e le eventuali informazioni disponibili su ciò che ci circonda appariranno direttamente sul cursore del mouse. Per interagire con i vari oggetti dobbiamo, ogni volta, richiamare un menù iconografico a scomparsa: armati di mouse questo giro di clic non risulta affatto pesante, anzi, fila liscio come l’olio; ciò però non è veritiero in caso di pad. Se decidete quindi di affrontare l’avventura su console o senza il fidato amico sorcio, preparatevi a qualche imprecisione iniziale. È comunque possibile aprire l’inventario, e passare da un protagonista all’altro, con la semplice pressione di un tasto. Abituarsi al nuovo sistema risulta immediato, e vi assicuro che non sentiremo la mancanza del vecchio sistema.
LA NON RECENSIONE
Uno degli easter egg più belli dell’opera originale era la possibilità di giocare a Maniac Mansion, prequel uscito nel lontano 1987. Esiste ancora la possibilità di dedicarsi a un po’ di sano retrogaming, ma le condizioni non sono delle migliori: esiste un solo slot di salvataggio, e per un gioco complicato e punitivo come questo sarà davvero dura raggiungere la fine senza lanciare la tastiera dalla finestra; infine manca la traduzione italiana, rendendo ardua la vita a chi poco mastica la lingua d’Albione. Insomma, se volete giocare a Maniac Mansion, non fatelo con Day of the Tentacle Remastered!
Day of the Tentacle Remastered è un signor gioco, capace sia di accontentare i vecchi brontoloni come me, sia di avvicinare i giocatori più giovani a un genere diventato ahimé di nicchia. I disegni gradevolissimi, uniti a una storia tanto folle quanto magnifica, contribuiscono a gettare l’ultima opera di Double Fine direttamente nei nostri carrelli. Siete pronti ad affrontare un viaggio nel tempo?