Death Stranding Director's Cut – Recensione

PC PS4 PS5

Kojima ha sempre preteso il massimo da sé stesso e non è mai sceso a compromessi, allora che scopo ha questa edizione se non di portare il gioco su PS5? Non sarebbe stato più corretto chiamarla Remastered?

Di ben altro spessore sono invece le Missioni VR, che ovviamente riportano alla mente i tempi di MGS. Queste includono livelli a tempo e sfide al poligono e i risultati ottenuti possono essere condivisi online e inseriti in speciali classifiche che faranno la felicità dei giocatori più competitivi. Questo è inoltre un elemento che va a rimpolpare il discorso dell’interazione online, finora limitata alle già note meccaniche di aiuto “social” del gioco principale. Ciliegina sulla torta è una nuova, piccola, porzione di gioco che amplia la narrazione e svela qualche nuovo dettaglio sui BB e su un altro personaggio che vi lasciamo il piacere di scoprire.

DEATH STRANDING, NEXT GEN MA NON TROPPO

Tolti di mezzo i nuovi contenuti, sui quali ognuno di voi svilupperà comunque la propria idea, è giunto il momento di parlare dell’opera di “restauro” apportata a questa Director’s Cut. Strutturalmente parlando non abbiamo notato differenze, ciò significa che i difetti riscontrati nel gioco originale sono rimasti intatti, vedi l’IA non certo impeccabile e dei menù che tendono a generare confusione. Esteticamente poi va tenuto conto che stiamo parlando della versione new-gen di un gioco uscito meno di un anno fa, che si presentò al pubblico in una veste quasi impeccabile grazie ad un Decima Engine sfruttato quasi al limite e solido anche sotto il profilo della fluidità.

Death Stranding Director's Cut Recensione

I menu di gestione dell’inventario e di selezione delle missioni continuano ad essere fin troppo confusi. Si potevano aggiustare un po’.

SU PS5 DEATH STRANDING RAGGIUNGE FINALMENTE GLI OTTIMI LIVELLI OTTENUTI SU PC

Su PlayStation 5 il gioco raggiunge finalmente i livelli ottenuti su PC, offrendo due modalità a cui ormai siamo quasi abituati: 4K upscalato a 60 fps e 4K nativo. Entrambe offrono supporto all’HDR che in questa occasione non amplia più di tanto la tavolozza di colori di un gioco che fa delle tonalità scure il suo quadro standard, ma che rende ancora più profonde e meravigliosamente inquietanti le ambientazioni. È stata inoltre aggiunta una modalità ultra-wide che permette di visualizzare Death Stranding in formato letterbox su schermi 21:9. Il passaggio all’SSD di PlayStation 5 ha accorciato sensibilmente i caricamenti. Adesso è possibile iniziare a giocare a partire dalla schermata principale in circa 7/8 secondi, mentre il reprise in caso di morte è ancora più rapido. Da un pignolo come Hideo Kojima ci aspettavamo qualcosina in più dal punto di vista dei feedback audio-tattili. Death Stranding Director’s Cut sfrutta discretamente il feedback aptico del DualSense per ricreare gli effetti ambientali ostili che vi troverete a fronteggiare per quasi l’intera durata del gioco, ma non raggiunge il livello di raffinatezza di Returnal, che sotto questo profilo rimane ancora il punto di riferimento. Discorso simile per i grilletti adattivi, la cui resistenza variabile viene sfruttata ma non in pieno, soprattutto durante le missioni di trasporto più impegnative, durante le quali avremmo apprezzato una maggiore “durezza” per restituire la fatica di Sam nel bilanciare i carichi che porta sulle spalle. Buona la resa 3D della tecnologia audio Tempest legata alle cuffie ufficiali Sony, ma anche qui siamo un gradino sotto alle migliori produzioni PlayStation 5.

Alla luce di tutto questo possiamo consigliare spassionatamente questa Director’s Cut? Probabilmente no a chi ha già passato svariate decine di ore sul gioco originale, anche perché il passaggio su PS5 non è gratuito come per altri titoli cross-gen. Chi possiede una qualsiasi versione PS4 potrà fare l’upgrade alla versione digital per PS5 spendendo 9,99 Euro, con la versione Deluxe di quest’ultima che costa ulteriori 10 Euro e include una discreta quantità di oggetti in-game eslusivi, una selezione digitale della colonna sonora e un artbook, anche lui digitale. E chi non si è mai avvicinato a Death Stranding cosa dovrebbe fare? Dovrebbe acquistarlo (a prescindere dalla versione) e farsi un parere personale ignorando la faida tra sostenitori e detrattori che va avanti ormai da un anno. Una cosa è certa, come dicevamo all’inizio… non vi lascerà indifferenti.

In Breve: Death Stranding Director’s Cut è una versione remastered per PS5 che sfrutta discretamente le features next-gen della console Sony e rimpolpa l’opera originale con contenuti inediti. Questi sono stati “assorbiti” in modo organico dall’avventura ideata da Kojima, ma ne snaturano un po’ lo spirito originale appiattendone un po’ il livello di difficoltà. Rimangono inoltre inalterati i (pochi) difetti del gioco originale.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, Come Gira: Nonostante il boost grafico, il supporto all’HDR e gli altri innesti tecnici, Death Stranding gira in maniera quasi impeccabile su PlayStation 5. Fanno eccezione occasionali e quasi impercettibili ritardi nell’aggiornamento di alcune texture.

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Pro

  • Finalmente una versione console all'altezza di quella PC / Aggiunte interessanti che non “rovinano” il gioco originale...

Contro

  • …ma le corse su circuito forse potevano risparmiarsele / I difetti del gioco originali sono rimasti.
8.8

Più che buono

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