Dino Dini's Kick Off Revival - Recensione

PS Vita PS4

Avete presente quando un amico vi chiama per la rimpatriata con i compagni di classe delle medie? Siete titubanti, non vi va di andare perché è passato troppo tempo e, d’altronde, se non vi siete tenuti in contatto ci sarà un motivo valido. Poi, però, il suo entusiasmo vi contagia, un po’ di effetto nostalgia fa il resto e cedete. Lui si è impegnato, cercando di ricreare il tipico effetto “festa delle medie” selezionando la stessa musica dell’epoca, improvvisando giochi tremendi come quello della bottiglia e momenti pescati dal cesto della memoria.

Il punto è che dopo più di vent’anni, tutto vi sa di fiera dell’imbarazzo e del ridicolo, perché la più bella della classe è diventata una tardona poco piacente, il più intelligente e brillante è sommerso dai debiti e deve mantenere due famiglie, ma soprattutto nessuno ride più per lettera o testamento. Ecco, Dino Dini’s Kick Off Revival è esattamente l’equivalente videoludico di questo aneddoto e il game designer britannico è proprio quell’amico che vi telefona tutto speranzoso per la festa del secolo “come ai vecchi tempi”.

IL PESO DEI 20 ANNI

L’impatto con Dino Dini’s Kick Off Revival è già destabilizzante: è evidente il suo voler puntare sull’effetto nostalgia attraverso una presentazione scarna, essenziale, capace di evocare immediatamente il passato.

Dino Dini’s Kick Off Revival immagine PS Vita PS4 02

Kick Off Revival punta sull’effetto nostalgia attraverso una presentazione scarna

Il punto è che già dall’interfaccia è tutto sbagliato: retro look non vuol dire necessariamente scomodo, e minimale non significa povero. Ma non fa niente, è Kick Off, per cui si passa sopra l’assenza di qualsivoglia opzione, la possibilità di personalizzazione, di un tutorial vero che spieghi a chi è nato negli ultimi 20 anni quale sia la filosofia di gioco e anche l’impossibilità di prendere parte a qualsiasi forma di competizione se non un simil Europeo inserito al volo con la patch al day one. D’altronde, è Dino Dini, e gode della nostra fiducia soprattutto per la sua visione di quello che accade sul rettangolo di gioco.

È proprio in campo, però, che il revival di uno dei titoli più mitici della storia dei videogiochi fallisce miseramente: Kick Off Revival esprime un calcio stanco, vecchio e sottotono, soltanto lontano parente della vivace interpretazione tutta velocità e tocchi di prima che caratterizzava le versioni originali. I motivi principali sono tre: il sistema di gioco di Kick Off, basato sulla pressione di un unico pulsante, con la palla totalmente staccata dai piedi dei calciatori, caratterizzato da bruschi cambi di direzione e dalla gestione dell’after touch attraverso il pad è abbastanza ingiocabile senza un joystick e non è stato assolutamente adattato per goderne con le levette analogiche; il secondo motivo è l’incomprensibile perdita di un tempo di gioco, che fa risultare Kick Off Revival leggermente più lento dei suoi antenati e, di conseguenza, più noioso; il terzo motivo è la terribile intelligenza artificiale dei portieri e degli avversari, che più che allo scarso tende al randomico, con portieri che lisciano palloni centrali senza motivo e avversari che alternano giocate sublimi ad amnesie incomprensibili. Se il biglietto da visita non vi basta, però, posso anche andare avanti, eh.

SUPERBIA

L’aspetto che mi ha lasciato più perplesso di Dino Dini’s Kick Off Revival è l’ostentazione con cui il game designer britannico ha portato avanti un’idea evidentemente anacronistica, nonostante i feedback negativi avuti durante lo sviluppo.

Dino Dini’s Kick Off Revival immagine PS Vita PS4 09

i cartellini, al momento, sono colpevolmente assenti

Qualcosa è chiaramente andato storto e in molti gliel’hanno fatto notare, ma lui ha nicchiato e ha continuato per la sua strada: il gioco è andato lungo con lo sviluppo, è privo di contenuti, ma Dino Dini chiede comunque fiducia perché molte cose arriveranno. Come i cartellini, che al momento sono colpevolmente assenti e, oltre a toglierci la nostalgica possibilità di ritrovare quello “gaillo” che ha sempre caratterizzato le versioni italiane di Kick Off, rendono il gioco un festival della scivolata malsana.

Se le mancanze sono assolutamente inammissibili, fa più male vedere che l’unica vera novità di gameplay necessaria, almeno in teoria, ad adattare il sistema a un unico pulsante ai tempi che corrono, è rotta e abbastanza inutile. Vi ricordate che nell’originale tenendo premuto il tasto di fuoco si poteva bloccare la palla per “mirare” e passare? Ecco, adesso si entra, invece, in modalità “strafe”, in cui il giocatore rallenta per fare una sorta di dribbling di precisione con il fronte bloccato. Se l’idea del movimento lento era decisamente interessante, il problema è che non potendo cambiare direzione ma muovendosi solo lateralmente le possibilità di fare qualcosa di sensato sono davvero poche e si è quasi sempre preda dei difensori avversari. L’altro intoppo è che per poi liberarci della palla dobbiamo eseguire una sorta di doppio tap sul tasto X: un disastro.

Poi certo, ci si può abituare a tutte le sue forzature e giocare in multiplayer, online o con un amico sul divano: in quei momenti, più per autoconvincimento che per reali meriti, il gioco può funzionare a sprazzi, ci si fa qualche risata, ci si imbellisce per qualche sgroppata sulla fascia o per una serie di passaggi, ma finisce lì. Il punto è che questa nuova edizione non ha nulla da offrire agli amanti di Kick Off, perché una qualunque versione emulata è di spanne meglio di questo remake, ma soprattutto non ha nulla per conquistare nuovi utenti, e per un gioco che arriva nei negozi a 19,99 € mi sembra quasi un affronto.

Dino Dini è un personaggio che ha fatto sicuramente la storia del nostro medium, in un tempo in cui FIFA e PES erano ancora lontani dall’essere concepiti. C’è ancora spazio per la sua visione “diversa” del calcio? Secondo me sì, e Kopanito e New Star Soccer, secondo me, lo dimostrano. Un prodotto tecnicamente imbarazzante che prova ruffianamente a vendere la stessa idea di venti anni fa senza il minimo riguardo per il tempo che passa, invece, non ha proprio senso di esistere.

Dino Dini’s Kick Off Revival è un affronto alla memoria, nonché un pessimo gioco sotto ogni punto di vista. Il mio primo gioco per Amiga 500 fu Kick Off 2: Europe e non ho dubbi sul fatto che fosse superiore a questo titolo sia tecnicamente che a livello di gameplay. Qui, purtroppo, viene a mancare proprio il presupposto che ha sempre reso il gioco di Dino Dini un’icona: gameplay rapido e controlli precisi. Confusione, sciattezza e noia non appartengono a Kick Off, così come non dovrebbe essere parte della famiglia questa versione.

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Pro

  • C’è l’Islanda.

Contro

  • Tecnicamente imbarazzante.
  • Nessun adattamento dei controlli al joypad.
  • Intelligenza artificiale randomica.
  • Pochi contenuti.
3

Pessimo

Se serve un tuttofare il buon Mancini è l’uomo da chiamare. La nostra principessa fotografa, usa la videocamera come se fosse un’estensione naturale del corpo e monta video manco fosse in una catena di montaggio. Ah… e scrive anche. Insomma… il classico “bravo guaglione”.

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