Alla mia recensione di Shadowbringers – splendente espansione di Final Fantasy XIV uscita a luglio – è seguito un fatto curioso. Una pubblicità su Facebook, piazzata lì col tempismo impeccabile di un orologio svizzero o del cane che vuole far pipì proprio quando inizia a piovere, mi ha informata della nuovissima patch di un altro MMORPG, sul quale ho passato momenti indimenticabili e che ora giace impolverato nel grande scatolone di multiplayer che non tocco da anni (cinque, per l’esattezza): Aion. La creatura di casa NCSOFT – nota soprattutto per Lineage – è stata mia compagna di avventure per un lunghissimo periodo, specie quello universitario, non solo per via del suo sistema di progressione smaccatamente coreano basato sul grind selvaggio, ma soprattutto per la sua ambientazione fantasy, i tantissimi dungeon e il PvP. Oh, quanto l’ho amato, il PvP… Il pianeta Atreia era letteralmente diviso in due parti e le razze giocabili che le abitavano, Elyos e Asmodian, erano in guerra perenne, il che significava assalti alle fortezze, lotte tra fazioni nei territori in comune e caccia solitaria ai poveri livellini vestiti di stracci. Ma torniamo a noi. Il fatto è che, alla scoperta dell’arrivo della versione 7.0 del gioco e di una nuova classe, il Pittore – che no, non usa un grosso pennello ma due bizzarri guanti con dei cerchi attaccati, inspiegabilmente – non ho saputo resistere (e questa, Square Enix, è anche un po’ colpa tua!). “È un’occasione perfetta” mi sono detta “per scriverci qualcosa su TGM. Magari un bell’editoriale su quanto, o meno, mi ricordo del gioco, dopo così tanto tempo. Ché poi farò al massimo dieci livelli, giusto per sbloccare la nuova classe, poi basta…”. Oh, cielo, come mi sbagliavo.
I MIEI DUE GIORNI AD ATREIA, O UNA SUA STRANA IMITAZIONE
Granny, è così che l’ho chiamata. Una anziana Elyos (per quanto vecchia possa sembrare, con quelle vaghe rughette aggiunte nella creazione avanzata del personaggio e la voce da trentenne), pronta a tuffarsi in una nuova, breve ma intensa avventura dopo una quantità eccessiva di ore spese a scaricare decine di GB di gioco. Ma con il login su Aion sono arrivate anche le prime sorprese: il video partito sullo schermo dopo aver premuto Start non era affatto come ricordavo. Lo spiegone iniziale mi ha raccontato una storia diversa, mostrandomi immagini nuove con una musica sconosciuta in sottofondo. L’esperimento non è iniziato affatto bene, però almeno Grannyy sembrava contenta, ignara di tutto e bardata con un vestitino un po’ troppo elegante per essere di livello uno. “Dove sono gli abiti brutti da novellino?” mi sono chiesta, ancora più basita.
con il login su Aion sono arrivate anche le prime sorprese
I BEI TEMPI ANDATI
Non saprei dire con certezza cosa mi aspettassi dal mio ritorno su Aion. Forse un brivido di nostalgia, soffocato tempestivamente dalla noia mortale di un sistema di progressione lungo, vecchio, non più adatto ai miei gusti. Sicuramente non tutti questi cambiamenti radicali. C’è da dire che almeno, libera dai vincoli di una recensione, mi sono potuta godere questa singolare giornata con tutta calma e i bias possibili. In realtà l’esperimento non è stato un totale fiasco – ho rifatto qualche dungeon memorabile (del quale ricordavo più cose di quante pensassi) e visitato la capitale volante Sanctum, che quasi mi ha fatto scendere una lacrimuccia. Ho compreso perfettamente anche la necessità da parte di NCSOFT di dover tagliare il più possibile, per permettere ai (pochi?) nuovi giocatori di mettersi in pari, operazione altrimenti impossibile con le vecchie quest.
Non saprei dire con certezza cosa mi aspettassi dal mio ritorno su Aion