TL;DR: mi lamento perché nessuno vuole più perdere tempo nemmeno con le proprie passioni. Puoi quindi interrompere la lettura qui, dandomi ragione all’istante.
Moltissimo tempo fa circolava un video di Emma Marrone, all’epoca ancora concorrente dei reality, in cui veniva criticata per essersi lasciata trasportare un po’ troppo dall’interpretazione di non ricordo quale brano. Si difese dicendo che lei con le canzoni ci faceva l’amore. Una bellissima frase, davvero rock.
Anche io faccio l’amore con i videogame. E non mi riferisco ai pomeriggi spesi chiuso in cameretta con Samantha Fox Strip Poker sul C64. Intendo che con i videogiochi ci instauro un legame stretto, mi ci appassiono, aspetto il day one con ansia, li penso quando non li ho per le mani, a volte li sogno di notte. Dunque, ogni volta che ne abbandono uno è come se fossi protagonista di un piccolo divorzio.
Certo, casa mia rimane ancora casa mia, e non devo versare assegni mensili agli sviluppatori, ma restano i dubbi sul fallimento di una relazione videoludica, soprattutto quando vedo altri gamer che invece con quel titolo hanno ancora un’intesa ai miei occhi ormai inconcepibile. Vi ho già parlato di quando io e Diablo: Immortal abbiamo chiuso, oggi vi racconto perché ho disinstallato Marvel Snap alla fine della prima stagione, dopo aver come di consueto acquistato il season pass. Ma soprattutto dell’inquietante presentimento che sto avendo.
con i videogiochi instauro un legame stretto, mi ci appassiono, li penso quando non li ho per le mani
Mi piacciono i CCG. Ho giocherellato a
Magic: The Gathering Arena senza troppa convinzione perché non avevo mai provato la sua controparte fisica, mi sono cimentato ben più seriamente a
Hearthstone per un buon annetto, e distruggo Nexus avversari fin dal day one a
Legends of Runeterra. Inutile dirvi che ho installato
MS al day one. Mentirei se vi dicessi che non l’ho trovato divertente, ma non mi ha regalato la stessa tensione che provo con
LoR.

Nessuna battaglia di botta e risposta all’ultimo spell. Nessuna soddisfazione nell’uscire più o meno indenne da un attacco di massa, certo di rovinare la festa
al maledetto sconosciuto che sperava di togliermi di mezzo come se niente fosse. Nessuna possibilità di esaltarmi
con quel sottile sadismo di giocare al gatto col topo, prolungando ancora per un turno l’agonia dell’avversario, illudendolo di poter ribaltare la situazione, conscio di avere tutte le carte necessarie per chiudere la questione in qualsiasi momento.
Nulla di tutto ciò.
mi piace poi leggere commenti e review degli utenti, più che altro per confrontare le loro esperienze con le mie
Le partite a MS durano sei turni secchi a meno che non spawni qualche landmark particolare, e ci sono sì dei colpi di scena, però nulla che faccia scendere
la gocciolina di sudore dalla fronte. Del resto più semplifichi e acceleri il gameplay di un CCG, meno puoi puntare sulla componente strategica, sullo sfinimento psicologico dell’avversario, sul bluff. Ma non sto scrivendo una recensione, quindi la chiudo con un inglese “
not my cup of tea”. Dovete però sapere che quando spendo del tempo con videogiochi, film o serie TV, mi piace poi leggere
commenti e review degli utenti, più che altro per confrontare le loro esperienze con le mie. Ed è stato proprio qui che è emerso
un filo conduttore sinistro. Avevo già visto un paio
di post sospetti su Facebook che elogiavano la peculiarità di MS di garantire
match di tre minuti, ma evidentemente il mio cervello voleva ignorare la questione. Su Steam invece il secondo punto di forza elencato, dopo la natura free to play senza spintarelle ad acquistare di tutto – e ci sarebbe da parlarne, ma andrei off topic – è proprio
la breve durata delle partite. E se il massimo che puoi dirmi su un gioco è che in tre minuti te la cavi, vuol dire
che per te è importante.

La brevità di una partita è in grado di influenzare il tuo giudizio. E non parliamo della nonna che si avvicina ai videogame per la prima volta e ci giocherella mentre prepara la torta, ma di account con anche
più di mille titoli solo sulla piattaforma Valve. Da quando
la velocità di una run è diventata qualcosa a cui dare peso? Non mi sono mai posto il problema, né pretendo che ogni match sia un parto. Accetto di buon grado che alcune mie
Battle Royale durino un paio di minuti qualora le mie skill non mi consentano di sopravvivere più a lungo, e un circuito di
Mario Kart Tour si può completare anche in meno di un minuto, essendo un time attack in cui si lotta per spaccare il centesimo.
Da quando la velocità di una run è diventata qualcosa a cui dare peso? Non mi sono mai posto il problema
Però non ho visto recensioni elogiare
Fortnite con toni in stile “
Fantastico! Se sei fortunato puoi venire oneshottato in un minuto!” o
MKT venir accolto a suon di “
Puoi completare i track in un paio di minuti, tre se sei proprio scarso”. Guardate,
facciamo così, nel prossimo gioco inizio la partita, premo ESC, torno al desktop e la chiudiamo così, in una manciata di secondi. Sperando che magari si freezi tutto all’apparire dello spash screen, così non devo nemmeno far la fatica di quittare. Ma puoi giocare a MS
anche in bagno, dissero a me che vado a svuotare la vescica prima di una sessione impegnativa di gaming perché poi non voglio distrazioni. Perché, se vi piace giocare,
volete far presto? Ci sono titoli per tutti, è questo il bello, diranno alcuni. Ora abbiamo un CCG casual.
Mica tanto. Innanzitutto un competitivo richiede attenzione qui e ora, inoltre se si vuole un rank decente con carte dei pool più alti bisogna giocare, anzi vincere,
parecchio. E non si può vincere senza documentarsi sui migliori e deck provandoli tutti, perché solo conoscendoli saremo in grado
di contrastarli quando in mano nemica. Però la democrazia della rete, ha decreatato che MS è bellissimo
perché una partita dura poco.

Quanto una a Clash Royale, aggiungerei, che però non è mai stato osannato principalmente
per tale motivo. Ma era il 2016. E se oggi fossimo diventati incapaci di mantenere alta la nostra soglia di attenzione per più di cinque minuti, oppure, peggio ancora, pretendessimo che anche
le nostre grandi passioni non ci rubino
più di tanto tempo? Guardandomi in giro, vedo che
tutto è tarato per durare poco. Film come Rocky vengono soppiantati da reel motivazionali di trenta secondi in cui un tizio prova ad andare in bicicletta e cade, ma poi si rialza e parte la musichetta trionfale. O da un altro che si fa male a un dito, ma nella scena successiva pare gli sia già passato senza il bacino della mamma e diventa il nuovo eroe.
Film come Rocky sono soppiantati da reel motivazionali di trenta secondi in cui un tizio in bicicletta cade ma si rialza
E così in un paio di minuti ho imparato never give up, la costanza, la pazienza, la resilienza, poi guardo l’orologio e mi rendo conto che ho passato due ore
a swippare con il pollice. Ma nella mia testa
ho fatto presto. Pure WhatsApp ha introdotto l’opzione per velocizzare i vocali, così per esempio due fidanzati possono mandarsi dei messaggi hot che verranno ascoltati
con la voce di Paperino, perché si, ho capito che ti faccio impazzire ma non è che posso stare venti secondi a sentire le tue proposte sexy per stasera. E invece ci sono esperienze che richiedono una certa durata per poter essere godute appieno.
Chi si ricorda il goal di Baggio a USA ‘94 in extremis contro la Nigeria? La festa è esplosa anche perché venivamo da novanta minuti di sofferenza. Immaginate una partita di calcio di tre minuti. La tensione deve montare piano piano, l’emozione è una ricetta da slow cooking, non un junk food da scaldare in microonde.

Sarebbe come andare in un ristorante,
ordinare una carbonara, vedersi servire tre spaghetti di numero, presentare le giuste rimostranze, e sentirsi rispondere “
signore, ma questa carbonara potete farla fuori in due minuti”. O andare al cinema e scegliere tra la visione classica o quella a velocità 48x, per gustarsi l’intero film in tre minuti, ovviamente con un cospicuo sovrapprezzo perché il tempo è denaro quindi è giusto pagare più moneta per risparmiare
ore preziose. Ci sarebbero migliaia di altre occasioni in cui proprio non mi andrebbe di archiviare la pratica in tre minuti, e non di tutte posso scrivere. E già che è stato nominato il cinema,
Wakanda Forever con i suoi 161 minuti di durata è stato più volte accusato di essere
un po’ troppo lungo, suggerendo che la narrazione sarebbe stata più scorrevole anche con una buona mezz’ora in meno. Ironia della sorte, è sempre Marvel, quella dei tre minuti.
Ci decidiamo?
Potremmo andare al cinema e scegliere tra la visione classica o quella a velocità 48x
A me è sembrato ben ricco d’azione e senza momenti morti, invece. Questi sono gusti personali, tuttavia rimane
il dubbio: non è che sotto sotto le due ore e quaranta richieste per vedere
WF improvvisamente siano diventate troppe? Mica uno può passare il pomeriggio intero al cinema. Spostiamoci però
in India, dato che ultimamente mi sono sparato fior di capolavori Bollywoodiani disponibili nelle varie piattaforme di streaming. Vi cito tre titoli di successo di quest’anno, giusto per dovere di cronaca:
Pushpa: The Rise, 179 minuti.
Brahmastra, 167 minuti.
RRR, il mio preferito, guardatelo finché rimane su Netflix, 187 minuti. Tre orette di film ciascuno. E se vi fate qualche ricerca, noterete che quasi tutte le release indiane veleggiano intorno ai 180 minuti. Cosa significa? Significa che da qualche parte a Mumbai, polo finanziario che potremmo paragonare a Milano, ogni giorno
migliaia di Indiani Imbruttiti vanno al cinema e sanno che tra proiezione, intervalli, pubblicità fuori contesto e inutili trailer poiché già visti e stravisti online non torneranno a veder le stelle prima
di quattro ore buone.

Evidentemente per loro
non è un problema, forse tanto imbruttiti allora non sono. Da noi pare non essere così: si scorrono le locandine su Netflix e si legge per prima cosa la durata. Due ore?
Troppo, faccio tardi. Guarderò piuttosto cinque capitoli da quaranta minuti l’uno di quella serie, che sommati fanno ben più di due ore, ma con un paio
di vantaggi psicologici: ogni episodio è solo una mezz’oretta abbondante, accettabile. E quando ne finisco uno, posso smettere. Non sto lasciando nulla a metà. È finito. Vedi, ci sono i titoli di coda. Oh, è già partito in autorun il prossimo.
Vediamolo, dai.
io coi VG e l’intrattenimento voglio l’amore lungo lungo di Full Metal Jacket, film da 116 minuti che avrei guardato anche se fossero stati 1000
Non credo ovviamente che sia tutto parte di un complotto e che MS voglia dare l’ultima spallata al nostro concetto di tempo libero, ma che
siamo cambiati noi e giustamente i supereroi Marvel provano a conquistare il mercato dei gamer che non vogliono perdere tempo a giocare, il che già così suona malissimo.
Lotto come una tigre per ritagliarmi del tempo tutto per me, e non intendo seguire questa strana corrente che vorrebbe dividere la mia sudata ora libera in tanti microintervalli da una manciata di minuti l’uno, alla fine dei quali sono più stressato di prima. Preferisco interrompere una run emozionante
perché il dovere mi chiama, che terminarne dieci in modalità catena di montaggio. Quindi, per quanto riguarda me, l’idea di vivere un quarto di miglio alla volta,
in questo specifico contesto, proprio non mi interessa.
Continuerò a guardare le americanate bollywoodiane da tre ore senza preoccupazione alcuna, ad ascoltare i vocali WA alla giusta velocità – tranne quelli interminabili del caporedattore, ma è una questione di legittima difesa – e a scegliere giochi che mi piacciono senza che a influenzarmi sia la durata di una partita. Perché, ritornando a Emma Marrone, io con i videogame e con l’intrattenimento in generale voglio l’amore lungo lungo che prometteva la prostituta di Full Metal Jacket, film da 116 minuti che avrei guardato anche se fossero stati 232.