C’è una scena ne La Rivincita dei Nerds II in cui Caccola, un giovane stundentello sfaccendato e perdigiorno, incontra per la prima volta Moccolo, un vecchio orientale cencioso che vive in una stanza il cui disordine fa invidia a quello che ero solito produrre nella mia ai tempi della fanciullezza. Il primo diventa allievo del secondo in una scena che non lascia dubbi sulla sua ispirazione karatekiddiana, ma nemmeno sulla “qualità dell’espirazione”, se mi si concede la battuta scontata. Nel caso non sappiate di cosa io stia parlando, è d’obbligo un clic sull’estratto qui sotto.
Ora, non so per quale associazione mentale malata del mio cervello instabile, ma nella sicumera di Moccolo ci ho visto la Nintendo degli ultimi giorni. Quella, per intenderci, che ha portato Pokémon GO a diventare un fenomeno di massa che trascende perfino il limite del mainstream, con una velocità virale di diffusione mai vista prima nell’era digitale. E quella, sempre per intenderci, che con l’annuncio del Nintendo Classic Mini ha fatto esplodere il cervello a una vagonata di videogiocatori d’annata, i quali non vedono l’ora di mettere le mani sul feticcio e coccolarselo come si fa con un figliolo che, dopo tanti anni di guerra, è tornato incolume dal fronte. Nintendo come Moccolo, perché nell’immaginario di molti è la terza incomoda, la ragazza brutta che in discoteca se ne sta seduta in disparte negli angoli silenziosi degli sconfitti a prescindere mentre gli altri ballano e pomiciano, e che invece è come un drago dormiente, pronta a scatenare fiamme e colpi di coda al momento più opportuno.
nella sicumera di Moccolo ci ho visto la Nintendo degli ultimi giorni