C’è un film di John Carpenter che si chiama Essi Vivono. Sicuramente lo conoscete già: è un classico del cinema e se non lo avete mai visto vi consiglio con tutto il cuore di andare a recuperarlo, perché è un vero e proprio gioiellino. In questo film Carpenter immaginava che la società americana degli anni 80, quella di Ronald Regan e dell’edonismo sfrenato, fosse stata in realtà segretamente invasa da alieni che avevano assunto le nostre stesse sembianze, un po’ come i baccelloni de L’Invasione degli Ultracorpi. Questi furbissimi alieni avevano capito cos’è che muove l’uomo, e avevano installato tutta una serie di messaggi subliminali, diffusi tramite le antenne televisive, che ipnotizzavano gli americani. Quindi il cartellone pubblicitario della Coca Cola in realtà nascondeva la scritta: “Marry and Reproduce”, sposati e riproduciti. Sulle riviste di moda ogni pagina riportava l’imperativo: “Consume, Obey”, consuma, obbedisci. Su ogni banconota il terribile dogma: “I am your god”, io sono il tuo dio. Una società ipnotizzata dal consumo di massa, dal capitalismo e dal superfluo.
Come mai sono qui a scrivere di Essi Vivono? Perché giovedì porterò la mia PlayStation 4 in un negozio e la cambierò col nuovo modello di PlayStation 4 Pro. La decisione è scaturita da diverse considerazioni: prima di tutto la mia macchina ha esaurito i due anni di copertura della garanzia e, considerando la sfiga cosmica del sottoscritto, è in dirittura d’arrivo per l’inferno; il secondo motivo è che ho piacere di godere della migliore versione possibile dei titoli che giocherò, e se PS4 Pro mi permetterà di giocare a 60 fps o avere più dettagli a schermo, sarò felice del mio acquisto; ultimo motivo, quello più importante, è che in realtà non sono un uomo grande e grosso di trent’anni, ma un bimbo di dieci intrappolato in questo corpo ingombrante. Ergo: voglio il nuovo giocattolo. Ammetterlo qua, in mezzo a voi, mi permette di guardare in faccia la realtà: io non ho bisogno di una PlayStation 4 Pro, ma la acquisterò lo stesso.
Ogni volta che mi appresto a comprare qualcosa di cui non ho assolutamente bisogno, non riesco mai a fermarmi
Eppure, nonostante questa mia presa di coscienza sia ciclica e arrivi con puntualità ogni volta che mi appresto a comprare qualcosa di cui non ho assolutamente bisogno, non riesco mai a fermarmi. Quando è arrivato il momento di acquistare Wii U, ho agito spinto dallo stesso impulso; il 3DS è stato il capriccio di una giornata particolarmente storta; perfino quel televisore di cui vi ho raccontato sopra (e per cui ora mi pento di non aver fatto uno sforzo economico maggiore, per prendere la versione 4K) è stato solo uno sfizio. Se mi fossi fermato un minuto prima a ragionare sull’utilità di tutte queste cose, probabilmente avrei fatto un passo indietro. La verità, quella più pesante da accettare, è che se fossi nel film di Carpenter starei imbambolato di fronte al cartello con scritto “Comprami” mentre protendo la mia mazzetta di soldi con scritto: “Sono il tuo dio”. Ebbene sì, in questo circolino di gente con problemi simili (perché sono sicuro sarete in tanti nella mia posizione), devo alzarmi in piedi e ammetterlo davanti a tutti: mi chiamo Fabio e compro cose che non mi servono.