Se mi seguite sui social network probabilmente aspettavate questa alzata di bandiera bianca. Forse, se avete l’occhio lungo, la aspettavate da quel mio editoriale al vetriolo apparso proprio sulle pagine di TGM. Sapete che me ne sono uscito con frasi poco lusinghiere sulla nuova console Nintendo. E quelle frasi, in realtà, non ho nemmeno intenzione di rimangiarmele. Parliamo ancora della stessa console che mi ricorda il fallimento che ho acquistato tre anni fa. Quando Nintendo ha svelato questa “idea geniale” mi sono sentito preso in giro: Switch è davvero un Nintendo Wii che funziona?
Sempre se mi seguite, sapete però che alla fine Nintendo Switch l’ho comprato. Questo sicuramente mi annovera tra le “perzone falze” della vostra lista amici ma – e non è per giustificarmi – qualcosa è cambiato in queste settimane. C’è una serie di fattori che mi ha certamente fatto cambiare idea sull’acquisto. Prima di tutto, la politica aggressiva di Gamestop, catena che non ho problemi a criticare quando ha fatto scelte discutibili, ma che nel momento in cui si è resa conto di dover spingere la nuova console Nintendo per evitare che gli restasse sul groppone, ha attuato delle promo trade-in notevoli. Portando una vecchissima Wii (valutata 80 euro) e una Wii U (valutata 130 euro), insieme a una manciata di giochi, praticamente non ho pagato la console. L’altro motivo per acquistarla è stato di sicuro legato a Zelda, e al fatto che abbia fatto esplodere il cuore a tutti. Un terzo motivo è il fatto che, a quanto pare, Switch sarà una casa favolosa per i giochi indipendenti, e personalmente sto cercando da sempre una console portatile dove poterli giocare. Quando ho saputo dell’uscita di The Binding of Isaac, ad esempio, mi si è sciolto il cervello. Tra l’altro, sto scrivendo questo articolo prima di tornare a casa e scartare il pacco nintendoso, ed è proprio questo l’ultimo motivo: l’acquisto irrazionale che ci contraddistingue, ovvero quell’aspetto che ci vede impossibilitati a non saltare sul treno dell’hype. Ogni giocatore conosce il tedio di non poter partecipare all’unboxing collettivo, alla gioia di scartare, fotografare, condividere. All’odore di plastica nuova che esce dalla scatola.
Nintendo… c’eravamo tanto odiati, ma questo non è proprio un atto d’amore
Quindi, davvero, Nintendo… c’eravamo tanto odiati, ma questo non è proprio un atto d’amore. Forse più un atto di fiducia o quel rimasuglio di calore di chi ti ha seguito per tutta la vita e non ce la fa proprio a tenersi lontano da Zelda. Forse sei uno di quegli amori che fanno giri immensi e poi ritornano. Sta a te dimostrarlo.