Ma non vi stancate di sperare che i giochi falliscano?

Qualche giorno fa, Bungie ha presentato per la prima volta il gameplay di Marathon, il suo nuovo FPS appartenente alla categoria degli extraction shooter. Assieme al gameplay, sono uscite anche informazioni più precise su altre caratteristiche del gioco: sarà un titolo a pagamento, probabilmente intorno ai 40€ ma bisogna vedere, quattro mappe all’inizio, aggiornamenti costanti. E subito sono spuntate come funghi le predizioni nefaste: “ah, eccolo qua, il nuovo Concord”.

marathon

Io alle discussioni sui videogiochi sto dietro da un bel po’ di tempo, sicuramente meno di altri all’interno della venerabile comunità di The Games Machine, ma insomma diciamo che non ho esattamente iniziato l’altroieri a interessarmi all’argomento. E sì, c’è sempre stato chi aveva in antipatia questo o quell’altro sviluppatore, ma io non ricordo di aver mai visto un ambiente di discussione così virulento, così francamente stancante intorno a qualunque nuovo prodotto di medio-alto profilo che si appresti ad uscire. Ne aveva già accennato in apertura alla mia recensione di Star Wars: Outlaws – a proposito del quale, sarò sincero, non me ne frega niente se qualcuno vi ha raccontato almeno dieci motivi validi per odiarlo, io continuo a pensare che per chi è appassionato di Star Wars sia un’avventura che sarebbe un gran peccato perdersi – dicendo che sì, è normale che non tutti i giochi finiscano per ispirarvi da matti, ci mancherebbe altro; però ultimamente vedo una forte tendenza a fare il tifo perché giochi a cui magari non giochereste nemmeno falliscano. Tendenza di cui non capivo e non capisco il senso logico: chi ha da guadagnarci di fronte a un gioco brutto, se non gli YouTuber che fanno video fotocopia su come il fallimento di Ubisoft sia colpa del mento pronunciato di Kay Vess?

CULTO DEL MALANIMO

È una tendenza che è spesso scollegata da qualunque discorso pertinente al gioco in sé, peraltro. Per esempio, visto che in apertura ho citato Marathon: ieri è saltato fuori che durante il suo stream Asmongold, che è un tizio di cui avrei preferito non conoscere mai l’esistenza ma che purtroppo salta fuori ovunque come le blatte che popolano il suo appartamento, ha detto che secondo lui è importante che i personaggi femminili di Marathon abbiano un aspetto, e cito testualmente, “scopabile” perché questo è un gioco pensato per un pubblico maschile. A quel paese il gunplay, il design delle mappe, la varietà di stili di gioco, la progressione, la presenza o meno di microtransazioni, tutte queste cose qua: ormai per una fetta sicuramente piccola ma in proporzione molto rumorosa di giocatori il parlare di videogiochi è diventato questa cosa qua, prendere i cavalli di battaglia di una delle guerre culturali più stupide che l’umanità abbia mai visto e applicarli tipo bombardamento a tappeto a qualunque cosa ti capiti sotto tiro. Tipo l’altro giorno su Twitter ho visto, rilanciato da un account che ha 780.000 follower, un video di Assassin’s Creed Shadows in cui si vede uno Yasuke in mutandoni tagliare la testa a un samurai nemico e quel samurai rialzarsi e riprendere a camminare come se nulla fosse.

Ora, siccome quell’account non è esattamente fra quelli di cui si possa plausibilmente presumere la buona fede, io lo so qual è il messaggio (neanche tanto) implicito: “ecco, la Ubisoft si è concentrata così tanto sulla DEI e sul woke e si è dimenticata le cose importanti, come il polish del gioco”. Cioè rendiamoci conto no? Assassin’s Creed e i bug sono da sempre stati una cosa che è andata a braccetto (oh ma ve lo ricordate Unity al lancio, che tra l’altro era un gioco talmente woke che in cooperativo non c’era nemmeno la possibilità di scegliere un personaggio femminile, si giocava tutti come cloni di Arno), e per carità fa sicuramente ridere e sì penso anch’io che Ubisoft dovrebbe fixare questa roba, ma non è mai stato un problema di DEI woke pronouns e di queste minchiate qua, è che gli sviluppatori si sono resi conto che bug relativamente minori come questi contano poco sul numero delle vendite al day one e lì vicino e allora anche se ci sono fa lo stesso, li si sistemerà con calma.

ubisoft è uno dei bersagli preferiti perché si presta bene, ma non è certo l’unico

Che poi Ubisoft è uno dei bersagli preferiti perché è anche abbastanza facile da prendere di mira: diciamo che non fanno certo del loro meglio per evitare di essere presi in giro un po’ da tutti – basti pensare al loro recente annuncio di volersi buttare di nuovo nei battle royale, d’altronde Hyper Scape era andato così bene – ma questo tipo di retorica non si ferma solo a loro. Devo forse ritirare fuori le discussioni nate su come la Ciri del trailer di The Witcher 4 non fosse, a detta di alcuni, abbastanza femminea? O gli stupidissimi paragoni fra Avowed e Skyrim che si possono facilmente trovare su YouTube? O come la gente era pronta da mesi per celebrare il fallimento di Dragon Age: The Veilguard? Ormai sembra che per (quasi) ogni nuovo gioco che esce, pessimismo e negatività siano sempre dietro l’angolo nelle discussioni online, in attesa solo del momento giusto, e a volte nemmeno quello, per riemergere senza il minimo freno inibitore. E io lo trovo davvero stancante.

Articolo precedente

F1 25 – Anteprima circuiti e personalizzazione

Condividi con gli amici










Inviare

Password dimenticata