Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia - Recensione

3DS

Che bello! Ivan mi ha affidato la recensione di Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia, con l’unica raccomandazione di consegnarla tassativamente entro il 15 sera. Ecco perché, dopo aver passato un numero francamente imbarazzante di ore sul gioco, sto lavorando al pezzo alle due e mezza di notte (che poi – tecnicamente – farebbero di quest’oggi già il 16, ma non sottilizziamo). Vediamo com’è andata.

INCONTRI RAVVICINATI IN 3D

Infilo la cartuccia, anzi scarico il gioco sulla SD. Pronti, via e si parte con un filmato in stile anime, il primo di molti, di ottima qualità. Una scena da drammone tipo morte di SuperGiovane di Elio (NOOOOOOES NON LASCIARMIIII) ci catapulta in pieno prologo, dove tocchiamo con mano una delle prime grandi novità di Echoes: il movimento libero di un personaggio – in questo caso, il ragazzino Alm – in uno scenario 3D (un simpatico prato fiorito, e no, non sto parlando del reskin di Campo Minato in Windows XP).

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia immagine 3DS 15“Bella roba” dirà qualcuno citando Aldo Baglio: “Un personaggio poligonale si muove in terza persona con la telecamera alle spalle. Miii, non ci posso creeedere!”. Ebbene, così facendo quest’innominato trombone dimostrerebbe solo la propria improntitudine e ignoranza della serie, perché in Fire Emblem tale modalità di interazione videoludica tanto comune è una novità assoluta, una delle più notevoli introdotte in Echoes. Infatti, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia (lo dico per i pochi non sapenti) è un tattico a turni, uno di quei giochi strategici in cui singoli combattenti – ognuno con caratteristiche, identità e abilità diverse – si muovono su una mappa suddivisa in caselle quadrate. Forse avrete sentito parlare di Advance Wars o di Jagged Alliance? In ogni caso, i titoli più famosi che si possono annoverare nel genere sono probabilmente i due recenti XCOM, anche se Fire Emblem è più tradizionale e adotta un movimento puramente scacchistico (un movimento per turno, seguito da un’azione, con rare eccezioni). Capite quindi che vedere un personaggio aggirarsi bellamente per la mappa con la telecamera dietro le spalle è affatto scioccante per i fan tradizionali della serie, che peraltro (lo dico sempre per i non sapenti) risale al 1990 ed è arrivata al 15° capitolo.

in FE Echoes: Shadows of Valentia, per la prima volta, Un personaggio poligonale si muove in terza persona con la telecamera alle spalle

Riprendiamo adesso la cronistoria delle nostre prime ore alle prese con Echoes e con il goffo romance adolescenziale di Alm e Celica. La seconda cosa che notiamo sin dai primi istanti è il parlato, che  disgraziatamente è disponibile nella sola versione inglese (anche stavolta mi tocca levare l’alto lamento del nerd nipponofilo tradito). OK, non c’è spazio per il dual audio sulla cartuccia, va bene. Il download sarebbe una mazzata, e allora? Cara Nintendo, prendi esempio da Persona 5: mettimi a disposizione un DLC gratuito e lascia che sia IO a decidere se voglio dedicare mezza scheda SD al parlato di Fire Emblem Echoes. Tra l’altro, una SD da 64 GB sta sui 25 euro, non è che dobbiamo vendere la nonna per aggiornare lo spazio di archiviazione sul 3DS. Giocare a un JRPG è come vedere, che so, una replica di Jeeg robot d’acciaio: il doppiaggio italiano va ancora bene, ma in mancanza di questo l’unica alternativa è l’originale giapponese. Infatti, per quanto lo si capisca perfettamente, anzi ancor più in tal caso, l’idioma inglese stride completamente con l’atmosfera. Vi immaginate Hiroshi Shiba esclamare “Miwa launch me the components”? Ecco, l’effetto è più o meno quello. Se vi state stupendo della mia capacità di avvoltolarmi su un aspetto tutto sommato secondario, il fatto è che in questo capitolo della serie – per la prima volta – il doppiaggio è completo: parlano proprio tutti, anche le donne sovrappeso al mercato, i vecchi pescatori sdentati, gli NPC più scrausi. Ahem, scusate lo sfogo, ora mi ricompongo.

IL MIO MOTO LIBERO

I primi due atti sono in pratica un lungo tutorial: il gruppo di Alm è addirittura generico, cioè composto – almeno inizialmente – da villici privi di qualsivoglia abilità specifica se non menare mal direzionati fendenti. Non temete, ben presto saremo in grado di assegnare loro una classe e farne guerrieri, maghi, arcieri, paladini a cavallo o cavalca-pegasi. Le classi sono meno differenziate rispetto ai capitoli precedenti della saga, ma il nuovo sistema delle abilità supplisce in gran parte a quest’apparente semplificazione (ne parleremo tra poco).

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia immagine 3DS 12Il gruppo della pulzella Celica, protagonista del secondo atto, all’inizio è addirittura composto da soli maghi. Chi conosce la serie si aspetterà un bagno di sangue, ma devo dire che i maghi, e soprattutto gli arcieri, qui sono decisamente più resistenti rispetto ai “cannoni di vetro” che abbiamo imparato a conoscere nei capitoli precedenti. Gli arcieri, in particolare, sono ora in grado di rispondere anche agli attacchi portati da vicino, e il loro raggio di tiro – tra armi potenziate e abilità extra – è significativamente esteso, arrivando anche alle quattro caselle.

All’inizio della recensione, ho citato la possibilità di muoversi liberamente in 3D, con la telecamera alle spalle: ho il forte sospetto che i fortunati bambini ricchi muniti di “New 3DS” potranno anche spostare la visuale liberamente con l’apposito pirulino aggiuntivo, ma io non ho potuto provarlo perché possiedo solo un vecchio 3DS ormai morente. A questo proposito, vi invito a bombardare la redazione con milioni di mail con soggetto “comprate un New 2DS XL al Gaburri”. Vedete come sono bravo? Mi accontento anche di sole due dimensioni!

Dai dungeon mi aspettavo qualcosina di più, anche se rappresentano certamente un simpatico diversivo

Lasciamo da parte le mie irresistibili celie da giullare, e torniamo al punto. Il movimento libero è utilizzato nei dungeon, presenti qua e là sulla mappa e visitabili per ottenere oggetti potenti, bonus speciali (come la resurrezione di un personaggio defunto) o altri vantaggi. I dungeon sono opzionali, ma in genere conviene farseli tutti, se non altro per l’esperienza: si va in giro, si fracassano giare e casse nella vana ricerca di qualcosa di utile, e alla fine si raggiunge un santuario che ci permette – tra le altre cose – di aggiornare o potenziare la classe dei nostri eroi. Durante il percorso capita di incontrare mostri erranti che scateneranno un miniscontro a turni piuttosto blando e generico. Posso dirlo? Dai dungeon mi aspettavo qualcosina di più, anche se rappresentano certamente un simpatico diversivo.

LA MIA VITA PER UNA SKILL

Passiamo ora a trattare il vero succo del gioco, e cioè il sistema di combattimento, che a prima vista appare semplificato. Le statistiche sono ridotte, le armi non si consumano più (un vero sollievo!), e ogni personaggio ha un’arma “implicita” che non compare nell’inventario e corrisponde al suo attacco base.

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia immagine 3DS 11L’inventario stesso è ridotto a un solo slot, che può contenere un’arma, una provvista consumabile o un oggetto magico come un anello. Qui le cose si fanno complicate e richiedono molta cura da parte del giocatore, perché le abilità dei personaggi – in particolare per quanto riguarda i guerrieri – dipendono proprio dalle armi utilizzate. In pratica, inserendo nell’inventario una spada di ferro e utilizzandola costantemente, il nostro guerriero sbloccherà gradualmente attacchi speciali sempre più potenti. Il problema è che, se dovessimo procurarci una spada d’acciaio, che di base è preferibile perché infligge più danni, non potremmo semplicemente assegnarla allo stesso guerriero, perché così facendo questi perderebbe l’accesso alle abilità già sbloccate.

sul campo di battaglia non esistono luoghi sicuri, soprattutto visto che i nemici hanno la capacità di teletrasportarsi, o volano per lunghe distanze

Il meccanismo satanico che ho descritto porta così a laceranti dilemmi: a quel particolare personaggio dobbiamo assegnare un anello, un oggetto curativo temporaneo o un’arma? E in caso sia possibile, dovremo assegnare un’arma più potente e sacrificare le abilità o “tener duro” e tirare avanti con quella precedente? Considerate che alcune abilità sono davvero preziose: per esempio, un cavaliere che ha fatto pratica con un certo tipo di lancia può acquisire la capacità di scagliarla, eseguendo così un attacco a distanza. Sembra una piccola cosa, ma chi ha esperienza di Fire Emblem e conosce le capacità difensive dei cavalieri corazzati starà già immaginando il potenziale devastante di un attacco simile effettuato da un cavaliere strategicamente piazzato a bloccare un passaggio!

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia immagine 3DS 17Fin qui ho descritto la gestione delle abilità “in fase di build”, prima della battaglia, ma anche sul campo le cose non sono affatto semplici come possono sembrare a prima vista. Potrei citare molti aspetti del gameplay di Echoes che mi hanno intrigato, ma ve ne illustrerò solo uno, dall’impatto senza dubbio notevole: tutte le abilità speciali (inclusi gli incantesimi dei maghi) richiedono di spendere punti vita! Un semplice attacco costerà un solo punto o al più due, ma alcuni incantesimi potenti possono arrivare a stroncare la resistenza di un malcapitato. Ancora una volta, questo porta a decisioni piuttosto drammatiche, perché non di rado capiterà di ridurre al lumicino la salute di qualche personaggio, e sul campo di battaglia non esistono luoghi sicuri, soprattutto quando i nemici hanno la capacità di teletrasportarsi, o volano per lunghe distanze, oppure colpiscono in un raggio di parecchie caselle. Insomma, come avrete capito l’apparente semplicità di Echoes cela in effetti una serie di aspetti tutt’altro che banali, che richiedono una buona dose di attenzione sia sul campo di battaglia che tra uno scontro e l’altro, quando ci dedicheremo all’equipaggiamento dei personaggi. A tutto questo si aggiunge altresì un nuovo sistema di forgia delle armi, decisamente migliorato e molto più coinvolgente, che lascio a voi l’onere di scoprire.

In definitiva, possiamo certamente dire che da un lato il sistema è stato semplificato: per esempio, non esiste più il triangolo delle armi lancia-spada-ascia; d’altro canto sono presenti molte nuove considerazioni tattiche, tanto che definirei quello di Echoes un approccio alternativo, più che una semplificazione. In ogni caso, lo ritengo un titolo particolarmente adatto ai giocatori che si avvicinano per la prima volta alla saga, e che non dovranno affrontare le meccaniche un po’ astruse di Awakening o Fates (penso, ad esempio, alla possibilità di associare due guerrieri affinché combattano in duo).

GIRA LA RUOTA (DI MILA)

Alla fine dei primi due atti i nostri eroi, dopo una separazione di sette anni, si riuniscono finalmente con un incontro molto emo, e – ormai adolescenti – non possono che… cosa avete capito?!? Non possono che bisticciare e lasciarsi di nuovo, anche perché se no come facevamo a tenere alto il drammone?

Fire Emblem Echoes Shadows of Valentia immagine 3DS 16Scherzi a parte, entrando nella parte centrale del gioco possiamo cominciare a gestire in parallelo i due gruppi di Alm e Celica, muovendoli indipendentemente sulla mappa. Da qui in poi le cose cominciano a farsi davvero difficili, con una netta impennata del livello di difficoltà. È qui che si fa gradire una delle innovazioni di Echoes, la Ruota di Mila: no, non è il prodotto di una grande industria casearia, bensì un dispositivo che permette di riavvolgere il tempo (come nel vecchio Prince of Persia, indimenticato capolavoro) e di rigiocare l’ultimo turno, cambiando strategia o mettendo al riparo qualche unità ferita che avevamo lasciato incautamente a portata del fuoco nemico.

A questo proposito, debbo fare una premessa: la serie Fire Emblem è da sempre caratterizzata da una certa difficoltà, vieppiù esacerbata dall’applicazione della cosiddetta morte permanente (la famosa “permadeath”): in altre parole, quando un personaggio muore non torna per lo scontro successivo… eh, no, cari, è andato, kaputt, deceduto! In realtà, per venire incontro alle nuove generazioni di debosciati è possibile disattivare il permadeath, ma diciamolo chiaramente: il modo migliore di giocare a Fire Emblem è quello dei veri uomini, e cioè a difficoltà massima e senza aiutini. Chiedete un po’ a Ivan Conte, cultore della serie (come del resto la sua impubere progenie) e vedrete se non mi darà ragione! Questa scelta virile, lodevole sotto ogni aspetto, d’altro canto ingenera paranoia e un atteggiamento eccessivamente difensivo, tipico peraltro di tutti i giochi tattici. La Ruota di Mila ci permette di prendere qualche rischio, visto che mitiga fortemente la probabilità di rigiocare un intero scontro per colpa di una piccola distrazione o, ancora peggio, di un fortunato colpo critico del nemico (con relativo danno inflitto triplicato). Un po’ di paranoia resta sempre a serpeggiare tra le fila, per carità, ma perlomeno adesso non stiamo tutto il tempo col terrore di buttare via un’ora di gioco. In conclusione: tre urrà per la Ruota di Mila! Evviva noi!

Non c’è che dire, la saga di Fire Emblem ha decisamente preso piede. Ricordo che dopo l’accoppiata Path of Radiance/Radiant Dawn, usciti per GameCube e Wii ormai dieci anni fa, nei fan era serpeggiato il timore che non venissero sviluppati altri titoli della serie, dato che le vendite erano andate così così. Poi è arrivato il DS a salvare la baracca, e bisogna dire che lo stile di gioco di Fire Emblem si presta ottimamente a una fruizione mobile, anche se a me manca sempre il feeling del grande schermo (forse con Switch saremo fortunati?). In ogni caso, Echoes si pone proprio nella posizione di accontentare tutti: i vecchi appassionati potranno finalmente provare l’esperienza di Gaiden, il secondo titolo della saga (per Famicom!) mai portato in Occidente, sperimentando meccaniche piuttosto diverse dai predecessori Awakening e Fates. I neofiti, d’altro canto, si troveranno davanti il prodotto perfetto per avvicinarsi alla serie ed entrare anche loro, com’è giusto, nel tunnel irreversibile del tattico a turni. Insomma, vincono tutti! Innumerevoli ore di gioco! Brividi a non finire! Famiglie disgregate! Un’esperienza entusiasmante!

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Pro

  • Grafica fantastica, la migliore mai vista nei FE per 3DS.
  • È la droga di sempre: quando la scimmia ti ha preso, il mondo non esiste più.
  • Molte innovazioni rendono il gioco fresco anche per i veterani della serie.
  • La Ruota di Mila è un’ottima idea che migliora nettamente la qualità della nostra vita.

Contro

  • Doppiaggio esclusivamente inglese.
  • Avvio piuttosto lento.
9.1

Ottimo

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