MrBungle
11-10-21, 18:23
Circa una decina di anni fa stavo cazzeggiando su Badoo e non riuscivo a cavare un ragno dal buco. Poi una sera a forza di mandare messaggi a pioggia una tizia mi risponde. Sembra a posto, piuttosto acculturata, non volgare (ho sempre diffidato da quelle che subito parlavano di scopare e compagnia, mi hanno sempre saputo di trappola) insomma, si chiacchera.
Poco a poco questa si svela, e ad ogni tessera un disastro. Ha (aveva all'epoca) 61 anni, sposata con un figlio che l'ha già resa nonna, ex insegnante, canta nel coro della chiesa. Ma questo è niente: manda la foto e buon cielo, sembrava la brutta copia di Wanna Marchi, semi obesa, bassa e piena di rughe, uno vero e proprio schifo, roba da lacrime agli occhi.
Però boh, sarà perché era gentile, sarà perché non so, mancanza di alternative e scazzo galoppante, sta di fatto che continuiamo a scriverci. Scambio di numeri, telefonate buone solo per passare il tempo mentre mi chiedevo "ma perché lo sto facendo?"
Comunque una sera mi fa: mi piaci, mi fido e ho deciso di cambiare marcia con te. Boh, che cazzo vorrà dire? Semplice: mi manda una serie di foto a bernarda aperta, a pecora, con sta figazza pelosa allargata e con una tuta a rete che le conteneva le tettone. Morale, e mi vergogno a scriverlo, mi arrapa forte. Non so, da una parte faceva schifo, dall'altra mi piaceva l'idea perché non so, la situazione mi sembrava una cosa estremamente zozza e lurida, una cosa che non sarebbe dovuta accadere. Insomma, qualche giorno di scambio di foto di cazzo duro e figa bagnata, qualche sega telefonica e poi si decide per l'incontro, a poco più di 100 km da me.
Faceva un freddo del cazzo. Arrivo nel posto (il parcheggio di una vecchia discoteca già chiusa all'epoca) e questa mi aspetta sotto un lampione con cappotto, borsetta e scarpe basse da vecchia, molto più bassa e tarchiata di come ero riuscito ad immaginare. Sale in macchina, abbraccio e noto il profumo, molto buono ed il trucco onestamente impeccabile, roba da puttana vera.
Mi chiede se voglia andare a bere qualcosa ed io le metto una mano sulla coscia alche' ribatte con "subito le mani in pasta eh? bene, bene...". Insomma mi fa di andare a casa sua, perché comunque faceva davvero freddo e già lì qualcosa mi si insinua...arriviamo sotto una palazzina, scende e la seguo, un po' meccanicamente, come se non fossi né completamente padrone della situazione né totalmente convinto. Entriamo in una scala buissima, accende la luce e comincia a salire, io a debita distanza. Al secondo piano si ferma e apre una porta, da dentro sento distintamente la voce della buonanima della Carrà e la tipica luce bluastra di un televisore guardato al buio.
"Entra...Ciao!" Dice in rapida successione a me e a quel tizio che è seduto sul divano che da lo schienale all'ingresso, io rimango di sale e chiudo istintivamente la porta senza muovermi di un centimetro. Lei si toglie il cappotto, scambia due parole con questo tale, del quale vedevo solo la nuca coi capelli bianchi, roba del tipo "ha telefonato x?…" Poi si gira verso di me ed allunga la mano, sorride e dice "vieni..."
Io passo dietro al tizio con le chiappe strette e questo manco si volta, guarda imperterrito la tv.
La mia plurisessantenne alza la voce "noi andiamo in camera...se vuoi vieni fra un po'" all'annuncio sbatto gli occhi ed entro rigido in questa tipica stanza stile anni 50, con acqua santa, madonne appese e gondole appoggiate, e mi ghiaccio, mentre lei si è già tolta il maglione nero e si slaccia il reggiseno facendo cascare gli enormi tettoni. Sorride ancora e mentre si inginocchia sul letto mi fa "ti da fastidio se poi mio marito viene e ci guarda e magari ci fa due foto?" Io non rispondo, faccio un passo avanti ma mi blocco subito, indietreggio e mi appoggio al termosifone. Bofonchio qualcosa del tipo "non so, non saprei, guarda...scusami" ed ho la terribile sensazione di essere in una cazzo di trappola. La lascio lì, esco alla velocità della luce e mi precipitò giù per le scale, spengo il telefono, salgo in macchina e parto, a finestrino aperto perché mi veniva come da vomitare, ma era più giramento di testa, sudo. Faccio una decina di chilometri, mi fermo, scendo e piscio. Risalgo e mi avvio verso un McDonald's della zona. Ho mangiato e sono rimasto lì un paio d'ore completamente da solo in mezzo alla folla, caratterizzata ovviamente dalla gente furba del sabato sera che si divertiva e che se la spassava alla grande. Eppure stavo bene, avevo dentro un enorme senso di pace, insomma, non avrei voluto essere da nessuna altra parte se non li.
Il giorno dopo, riacceso il telefono arrivo un messaggio "non avevo capito che non eri pronto per vivere una esperienza simile, se lo avessi saputo non ti avrei inviato. Mio marito non ha più bisogno di certe cose ma io si, siamo comunque brave persone. Non volevo darti una impressione sbagliata, ti chiedo scusa"
Devo risponderle ancora adesso.
Poco a poco questa si svela, e ad ogni tessera un disastro. Ha (aveva all'epoca) 61 anni, sposata con un figlio che l'ha già resa nonna, ex insegnante, canta nel coro della chiesa. Ma questo è niente: manda la foto e buon cielo, sembrava la brutta copia di Wanna Marchi, semi obesa, bassa e piena di rughe, uno vero e proprio schifo, roba da lacrime agli occhi.
Però boh, sarà perché era gentile, sarà perché non so, mancanza di alternative e scazzo galoppante, sta di fatto che continuiamo a scriverci. Scambio di numeri, telefonate buone solo per passare il tempo mentre mi chiedevo "ma perché lo sto facendo?"
Comunque una sera mi fa: mi piaci, mi fido e ho deciso di cambiare marcia con te. Boh, che cazzo vorrà dire? Semplice: mi manda una serie di foto a bernarda aperta, a pecora, con sta figazza pelosa allargata e con una tuta a rete che le conteneva le tettone. Morale, e mi vergogno a scriverlo, mi arrapa forte. Non so, da una parte faceva schifo, dall'altra mi piaceva l'idea perché non so, la situazione mi sembrava una cosa estremamente zozza e lurida, una cosa che non sarebbe dovuta accadere. Insomma, qualche giorno di scambio di foto di cazzo duro e figa bagnata, qualche sega telefonica e poi si decide per l'incontro, a poco più di 100 km da me.
Faceva un freddo del cazzo. Arrivo nel posto (il parcheggio di una vecchia discoteca già chiusa all'epoca) e questa mi aspetta sotto un lampione con cappotto, borsetta e scarpe basse da vecchia, molto più bassa e tarchiata di come ero riuscito ad immaginare. Sale in macchina, abbraccio e noto il profumo, molto buono ed il trucco onestamente impeccabile, roba da puttana vera.
Mi chiede se voglia andare a bere qualcosa ed io le metto una mano sulla coscia alche' ribatte con "subito le mani in pasta eh? bene, bene...". Insomma mi fa di andare a casa sua, perché comunque faceva davvero freddo e già lì qualcosa mi si insinua...arriviamo sotto una palazzina, scende e la seguo, un po' meccanicamente, come se non fossi né completamente padrone della situazione né totalmente convinto. Entriamo in una scala buissima, accende la luce e comincia a salire, io a debita distanza. Al secondo piano si ferma e apre una porta, da dentro sento distintamente la voce della buonanima della Carrà e la tipica luce bluastra di un televisore guardato al buio.
"Entra...Ciao!" Dice in rapida successione a me e a quel tizio che è seduto sul divano che da lo schienale all'ingresso, io rimango di sale e chiudo istintivamente la porta senza muovermi di un centimetro. Lei si toglie il cappotto, scambia due parole con questo tale, del quale vedevo solo la nuca coi capelli bianchi, roba del tipo "ha telefonato x?…" Poi si gira verso di me ed allunga la mano, sorride e dice "vieni..."
Io passo dietro al tizio con le chiappe strette e questo manco si volta, guarda imperterrito la tv.
La mia plurisessantenne alza la voce "noi andiamo in camera...se vuoi vieni fra un po'" all'annuncio sbatto gli occhi ed entro rigido in questa tipica stanza stile anni 50, con acqua santa, madonne appese e gondole appoggiate, e mi ghiaccio, mentre lei si è già tolta il maglione nero e si slaccia il reggiseno facendo cascare gli enormi tettoni. Sorride ancora e mentre si inginocchia sul letto mi fa "ti da fastidio se poi mio marito viene e ci guarda e magari ci fa due foto?" Io non rispondo, faccio un passo avanti ma mi blocco subito, indietreggio e mi appoggio al termosifone. Bofonchio qualcosa del tipo "non so, non saprei, guarda...scusami" ed ho la terribile sensazione di essere in una cazzo di trappola. La lascio lì, esco alla velocità della luce e mi precipitò giù per le scale, spengo il telefono, salgo in macchina e parto, a finestrino aperto perché mi veniva come da vomitare, ma era più giramento di testa, sudo. Faccio una decina di chilometri, mi fermo, scendo e piscio. Risalgo e mi avvio verso un McDonald's della zona. Ho mangiato e sono rimasto lì un paio d'ore completamente da solo in mezzo alla folla, caratterizzata ovviamente dalla gente furba del sabato sera che si divertiva e che se la spassava alla grande. Eppure stavo bene, avevo dentro un enorme senso di pace, insomma, non avrei voluto essere da nessuna altra parte se non li.
Il giorno dopo, riacceso il telefono arrivo un messaggio "non avevo capito che non eri pronto per vivere una esperienza simile, se lo avessi saputo non ti avrei inviato. Mio marito non ha più bisogno di certe cose ma io si, siamo comunque brave persone. Non volevo darti una impressione sbagliata, ti chiedo scusa"
Devo risponderle ancora adesso.