Originariamente Scritto da
Ronin
no, razzista e xenofobo è chi propone di ributtarli a mare finchè non affogano
(che poi come si farebbe? una volta che questi raggiungono la costa, bisognerebbe fermarli, farli ritornare al largo, e poi pattugliarli da vicino con le armi cariche per evitare che ci riprovino: sarebbe efficace? io credo che creerebbe solo più morti, gli scafisti non si fermerebbero certo; e visto quanto costa far muovere le navi da guerra costerebbe pure di più
).
casomai si dovrebbe prendere atto che la libia non c'è più, e impedire l'uscita delle carrette del mare direttamente dai porti. ma si sposterebbero in tunisia o in egitto.
voglio dire, si può anche pensare di risolvere il problema con la forza militare: l'idea balzana è che possa riuscirci un paese come l'italia, che ha la tradizione militare più farlocca del continente (per non dire del pianeta), e che ha una giustizia ridotta come la giustizia italiana.
quando giuliani lanciava la tolleranza zero in usa lo faceva da ex procuratore castigatore della mafia; qui il programma "ributtiamoli a mare" sostenuto da cetto la qualunque, con contorno di meloni e salvini, otterrebbe al massimo una salva di pernacchie. per risolvere il problema bisogna immaginare una risposta che il sistema italia (o la vituperata UE) sia credibilmente capace di dare; sennò è come dire che per risolverlo basta caricarli tutti su una nave per il madagascar
l'unica sarebbe un accordo imposto con la forza alla libia: dargli un po' di soldi per una (grossa) scatola di sabbia, da trasformare in centro unico di raccolta e identificazione: se ti trovano clandestino (non importa se in fase di sbarco o sulla terraferma) finisci lì dentro. se entro 15 giorni (non 15 mesi) hai diritto all'asilo politico entri, se no ti mettono fuori dalla scatola e sei libero, ma sei comunque dalla parte sbagliata del mare. a forza di insistere, si spargerebbe la notizia che tanto ti riportano indietro, e il flusso si estinguerebbe.