Una cosa che mi piace fare dopo una grande mangiata, è polleggiare sul divano in reggicalze e calze, coi piedi appoggiati sulla sedia, godermi la pancia piena e tirare forti e puzzolenti scoregge. Muovere le dita dei piedi nelle calze con la riga intanto che le chiappe fanno potenti venti e scoregge calde. Mi godo in casa questo relax del ventre perchè in pubblico, essendo una signora, non mi permetterei mai di fare scoregge. Infatti quando sono invitata a cena fuori, rientro sempre con le chiappe piene di gas. Spesso già sulle scale inizio a dare sfogo alle ciappe che scoreggiano come quelle di un cavallo. Dopo una abbondatne mangiata adoro stare sul divano a scoreggiare, mi assesto in continuazione e tra loffe, peti fragorosi e venti puzzolenti riempio la stanza di un fetore incredibile. Ma ho bisogno di liberare il ventre, altrimenti, essendo già dura di intestino, rischio di riempirmi come una mucca. Sono a csa mia, nella mia privacy di signora e lo faccio con piacere e sollievo. Una volta, dopo mangiato, non ricordavo più che doveva venire l'esattore della luce e entrando, rimase allibito dalla puzza di stalla, sembrava che cento maiali avessero fatto la cacca. Mi vergognai terribilmente e feci finta di nulla. Un'altra volta, erano dieci giorni che non facevo pupù, avevo riempito così tanto la stanza di fetore di scoregge che non si riusciva nemmeno a respirare, Mi preparai il mio enorme enteroclisma, agganciai la borsa di 5 litri ai ganci del muro, ma non ricordavo più che quel giorno dovevano venire gli elettricisti del palazzo per un controllo. Mi anticiparono di un soffio, prima che mi stendessi per pomparmi le ciappe. Entrarono e oltre al fetore che sentirono videro la terribile borsa del clistere al muro. Risero tra loro tutto il tempo ed io volevo sprofondare dalla vergogna. Per mitigare quell'imbarazzante situazione mi diedi un contegno e feci le labbra a culo di gallina. Avevo quell'enormi tette a forma di sedere quasi in vista e quando mi voltai per prendere il borsellino e pagare mi accorsi che mi stavano guardando il sederone puzzolente, sogghignando. Mentre lavoravano cercavo di stare in piedi a coprire la borsa dell'enteroclisma nella speranza che non mi prendessero in giro.
Ho sempre molte remore a far salire in casa persone, sia perchè se mi sento impedita di fare i venti mi sembra di scoppiare e di impazzire, sia poi per il mio alito che ha lo stesso odore dei miei venti(a volte penso che tra la mia bocca e il buchino del popò non vi sia differenza), sia per la puzza dei miei piedi. Sono sempe inguainati nelle calze, sono un signora e come tale devo sempre indossare le calze, anche nei periodi più caldi. Le aggancio al reggicalze o alla guepière al mattino appena mi sveglio e le sgancio quando mi corico. Solo che ho una sudorazione pazzesca nei piedi e tenendoli sempre nelle calze di seta o nylon il sudore aumenta e ristagna con la conseguenza di un puzzo terribile che infesta anche le ciabatte e le scarpe, anche se entrambe sono sempre molto aperte. Un giorno d'agosto, malgrado i 35 gradi, scesi dall'ortolano da basso e sotto la vestaglia avevo una guepière di quelle con le stecche di balena che ora non producono più. Avevo bisogno un poco di pomodori per mettere su un gran piatto d strascinati, io sono una pugliese verace di Bari, e sfortunatamente c'erano diverse persone prima di me e, talmente, mi sudavano i piedi che di lì a poco infestai tutto il negozio. Siccome le altre signore avevano tutte su le scarpe ed io ero l'unica in ciabatte, abitando sopra, fecero immediatamente tutti riferimento a me con gli sguardi che andavano furtivi ai miei piedi e poi a me. Mi vergognai come una ladra, mi diedi una rapida aggiustata al decoltè per non far vedere al signor Peppino, l'ortolano, il mio enorme seno, feci le labbra a culo di gallina per darmi un contegno e con la scusa di attardarmi dissi che sarei tornata dopo. Mentre uscivo, imbarazzatissima, sentii il signor Peppino, che, scusandosi, con le presenti disse: "Meno male che è andata. Per carità, è una signora che abita qui, è molto educata e d'altri tempi ma quando entra in negozio me lo impesta sempre di puzza con quei piedi e non parliamo quando apre bocca, le devo stare sempre a mezzo metro, sennò mi fulmina con quel fiato che si ritrova."
Come ripeto, nel mio palazzo vengo presa in gira da tutti: le signore non mi possono vedere e mi trattano male per via dei "rumori" che sentono quando vado in bagno e rimangono seccate per le urla che tiro mentre mi pompo col clistere. Molte mi hanno tolto il saluto. Alcune hanno inoltrato una protesta all'amministratore per i miei comportamenti che esse definiscono indecenti e scandalosi e per la puzza che lascio sul pianerottolo dopo essere stata al gabinetto. Qualcuna, so che vorrebbe interdirmi l'uso del gabinetto in comune e obbligarmi a fare tutti i miei bisogni in casa in un vaso da notte. Sono persone molto cattive ed arroganti che non capiscono i miei problemi di signora. Mi offendono nelle mie cose più intime e private e alcune più giovani non mi rispettano. Sono una signora che sta nel suo, non vorrei dare fastidio a nessuno e mi apparto proprio per i fastidi che posso dare: venti, alito, piedi. Una puzza terribile che non mi permette di socializzare. Sono tanto umiliata ma queste signore non capiscono. Una su tutte la moglie del Ceresa, invidiosa del fatto che il marito mi fa sempre commenti osé per non dire osceni, anche davanti a lei, è la più villana nei miei confronti. Una volta, incrociandola sulle scale, la salutai con molto calore ma lei, imperterrita mi voltò via la faccia e mentre andava sentii che mi chiamava scrofa puzzolente. Per questa cosa piansi tutto il giorno ininterrottamente percè mi sentivo umiliata da un'altra signora a cui chiedevo solo cordialità. Io comunque continuo a salutare tutte le signore del palazzo. Molte ricambiano a denti stretti, altre neppure. L'unica con cui ho un rapporto è la signora Giannelli ma come spiegherò poi, in un altro racconto, ebbi una grossa sorpresa conoscendola e per tutto un giorno, quando le chiesi un favore,fu così severa ed inflessibile con me che mi fece urlare di dolore.
Per quanto riguarda gli uomini, quelli dai 30 in su mi deridono, mi spernacchiano, mi offendono, mi dicono parolacce oscene ed irripetibili. Credono che io sia un puttanone laido e non una signora perbene e di classe. Hanno una totale mancanza di rispetto nei miei confronti. Quando sono al gabinetto, origliano, spiano e poi ridono come matti quando sentono i miei venti. Quando mi incontrano sulle scale mi fanno i versi dei peti con le pernacchie. Mi fanno arrossire e vergognare. Fanno commenti osceni e scurrili sulle mie tettone e sul mio sedere.
Viceversa i giovanotti subiscono un poco di soggezione da me. Dai loro sguardi sento che mi vorrebbero, intuisco che pensano cose molto scurrili e triviali ma non me le dicono. Mi guardano con occhi di desiderio e di bramosia forse anche per i miei 50 anni. Potrei essere la loro madre e questo li eccita, soprattutto per il mio seno abbondantissimo.Qualcuno di loro mi prende anche in giro ma non così platealmente. A parte quel villanzone del figlio della signora Rattazzi che me ne fa passare di tutti i colori con la sua cattiveria nei miei confronti. Se fossi sua madre lo castigherei severamente impedendogli di uscire di casa se non accompagnato da me. Sarei inflessibile come madre, gli controllerei tutti i giorni la pupù e se non la fa gli farei un gran clistere nel popò ogni giorno. Con me righerebbe dritto e sarebbe un giovanotto ben educato e rispettoso di una signora ma putroppo non sono sua madre. Anzi lei nemmeno mi saluta ed è una di quelle che mi insulta e mi giudica ed ha firmato per farmi chiamare in consiglio. Ma cosa dovrei fare io allora con tutti i soprusi, gli scherzi, le villanie che mi fa suo figlio? Per sua madre sono io la pietra dello scandalo. Certo che non ci voglio pensare al giorno in cui in consiglio dovrò giustificarmi davanti a tutto il condominio per i miei venti, la mia stitichezza, i miei odori. Che vergogna! Una signora della mia classe chiamata in una riunione di condomio per i suoi disturbi di ventre. La cosa che mi fa piangere è che le altre signore non vogliono intendre ragione. Mi sento sola, indifesa, non compresa. Ho già tanta vergogna per il mio alito e la puzza dei miei piedi che non mi permettono di socializzare. Delle volte mi chiudo in casa a piangere per giorni. Poi per compensazione mi viene una gran fame ed allora da autentica signora barese metto su a cuocere lampascioni, fave, fagioli e poi il mio ventre scoppia di gas.
Sarei una mamma severa, inflessibile. Educazione estrema, mio figlio non potrebbe fare quello che fanno i ragazzi di oggi.
Prima di raccontare, però, cosa mi ha combinato ancora il figlio della signora Rattazzi vorrei spiegarvi come sarei io nel ruolo di mamma.
Sono una signora d'altri tempi e non mi piace come si comportano i ragazzi del giorno d'oggi, villani e sboccati, pertanto io sarei irremovibile su educazione e comportamento. Con mio figlio sarei severa, inflessibile, attenta, vigile ed implacabile con castighi e punizioni se non mi ubbidisse a dovere. Non sentirei rimostranze e sarei spietata. Solo così si allevano bravi ragazzi rispettosi di una madre che è anche una signora. Innanzitutto, anche se maggiorenne, gli controllerei tutti i giorni la pupù e se non la fa oppure se non è come io desidero allora gli farei nel popò un gran clistere anche tutti i giorni, se fosse necessario. Sarei insensibile ai suoi pianti e alle sue suppliche prima e durante la somministrazione del clistere. Il flusso dell'enteroclima nel popò lo regolerei a seconda delle proteste che mi ha fatto. Anche in vacanza, dove lo accompagnerei come una mamma vigile deve fare, porterei con me la borsa dell'enteroclisma. Non transigerei sul modo di parlare che deve essere educato e rispettoso, specie in presenza di signore. Alla sera non se parla nemmeno di uscire e gli farei vedere solo alcuni programmi. A scuola, anche se università o superiori, lo accompagnerei io e sarei una strenua alleata dei suoi insegnanti. A suon di clisteri lo farei rigare dritto senza le concessioni che hanno i ragazzi di oggi.
In pubblico sono molto timida e riservata ma in privato sarei una mamma severissima
Certo per i miei problemi di ventre, vale a dire per il bisogno che ho di fare molti venti, per l'alito e per l'odore dei miei piedi non potrei permettergli di portare in casa amici. Fermo restando che passerebbero tutti al mio vaglio e dovrebbero essere di mio gradimento.Persone scurrili e volgari non potrebbero frequentare la casa di una signora. Visti i miei disturbi su una cosa sarei un mastino implacabile: se mio figlio mi sentisse fare i venti non dovrebbe commentare in alcun modo altrimenti lo castigherei duramente. Lo stesso dicasi per il mio alito e la puzza dei miei piedi. Quando mi vesto o mi spoglio non dovrebbe assolutamente guardare ma soprattutto mentre mi pompo col clistere. Potrebbe anche capitare che mentre gli sto facendo l'enteroclisma io faccia dei venti o dei peti. A maggior ragione, in quel momento, dovrebbe portarmi rispetto. Da brava mamma barese gli farei orecchiette con le cime, strascinati, braciole di cavallo, fave, lampascioni, fagioli. Tanto poi ci penserei io a fargli fare la pupù!
[continua]