[1]Sono una signora che fa venti [1]Sono una signora che fa venti

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Discussione: [1]Sono una signora che fa venti

  1. #1
    Senior Member L'avatar di G3lli
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    [1]Sono una signora che fa venti

    Una cosa che mi piace fare dopo una grande mangiata, è polleggiare sul divano in reggicalze e calze, coi piedi appoggiati sulla sedia, godermi la pancia piena e tirare forti e puzzolenti scoregge. Muovere le dita dei piedi nelle calze con la riga intanto che le chiappe fanno potenti venti e scoregge calde. Mi godo in casa questo relax del ventre perchè in pubblico, essendo una signora, non mi permetterei mai di fare scoregge. Infatti quando sono invitata a cena fuori, rientro sempre con le chiappe piene di gas. Spesso già sulle scale inizio a dare sfogo alle ciappe che scoreggiano come quelle di un cavallo. Dopo una abbondatne mangiata adoro stare sul divano a scoreggiare, mi assesto in continuazione e tra loffe, peti fragorosi e venti puzzolenti riempio la stanza di un fetore incredibile. Ma ho bisogno di liberare il ventre, altrimenti, essendo già dura di intestino, rischio di riempirmi come una mucca. Sono a csa mia, nella mia privacy di signora e lo faccio con piacere e sollievo. Una volta, dopo mangiato, non ricordavo più che doveva venire l'esattore della luce e entrando, rimase allibito dalla puzza di stalla, sembrava che cento maiali avessero fatto la cacca. Mi vergognai terribilmente e feci finta di nulla. Un'altra volta, erano dieci giorni che non facevo pupù, avevo riempito così tanto la stanza di fetore di scoregge che non si riusciva nemmeno a respirare, Mi preparai il mio enorme enteroclisma, agganciai la borsa di 5 litri ai ganci del muro, ma non ricordavo più che quel giorno dovevano venire gli elettricisti del palazzo per un controllo. Mi anticiparono di un soffio, prima che mi stendessi per pomparmi le ciappe. Entrarono e oltre al fetore che sentirono videro la terribile borsa del clistere al muro. Risero tra loro tutto il tempo ed io volevo sprofondare dalla vergogna. Per mitigare quell'imbarazzante situazione mi diedi un contegno e feci le labbra a culo di gallina. Avevo quell'enormi tette a forma di sedere quasi in vista e quando mi voltai per prendere il borsellino e pagare mi accorsi che mi stavano guardando il sederone puzzolente, sogghignando. Mentre lavoravano cercavo di stare in piedi a coprire la borsa dell'enteroclisma nella speranza che non mi prendessero in giro.

    Ho sempre molte remore a far salire in casa persone, sia perchè se mi sento impedita di fare i venti mi sembra di scoppiare e di impazzire, sia poi per il mio alito che ha lo stesso odore dei miei venti(a volte penso che tra la mia bocca e il buchino del popò non vi sia differenza), sia per la puzza dei miei piedi. Sono sempe inguainati nelle calze, sono un signora e come tale devo sempre indossare le calze, anche nei periodi più caldi. Le aggancio al reggicalze o alla guepière al mattino appena mi sveglio e le sgancio quando mi corico. Solo che ho una sudorazione pazzesca nei piedi e tenendoli sempre nelle calze di seta o nylon il sudore aumenta e ristagna con la conseguenza di un puzzo terribile che infesta anche le ciabatte e le scarpe, anche se entrambe sono sempre molto aperte. Un giorno d'agosto, malgrado i 35 gradi, scesi dall'ortolano da basso e sotto la vestaglia avevo una guepière di quelle con le stecche di balena che ora non producono più. Avevo bisogno un poco di pomodori per mettere su un gran piatto d strascinati, io sono una pugliese verace di Bari, e sfortunatamente c'erano diverse persone prima di me e, talmente, mi sudavano i piedi che di lì a poco infestai tutto il negozio. Siccome le altre signore avevano tutte su le scarpe ed io ero l'unica in ciabatte, abitando sopra, fecero immediatamente tutti riferimento a me con gli sguardi che andavano furtivi ai miei piedi e poi a me. Mi vergognai come una ladra, mi diedi una rapida aggiustata al decoltè per non far vedere al signor Peppino, l'ortolano, il mio enorme seno, feci le labbra a culo di gallina per darmi un contegno e con la scusa di attardarmi dissi che sarei tornata dopo. Mentre uscivo, imbarazzatissima, sentii il signor Peppino, che, scusandosi, con le presenti disse: "Meno male che è andata. Per carità, è una signora che abita qui, è molto educata e d'altri tempi ma quando entra in negozio me lo impesta sempre di puzza con quei piedi e non parliamo quando apre bocca, le devo stare sempre a mezzo metro, sennò mi fulmina con quel fiato che si ritrova."

    Come ripeto, nel mio palazzo vengo presa in gira da tutti: le signore non mi possono vedere e mi trattano male per via dei "rumori" che sentono quando vado in bagno e rimangono seccate per le urla che tiro mentre mi pompo col clistere. Molte mi hanno tolto il saluto. Alcune hanno inoltrato una protesta all'amministratore per i miei comportamenti che esse definiscono indecenti e scandalosi e per la puzza che lascio sul pianerottolo dopo essere stata al gabinetto. Qualcuna, so che vorrebbe interdirmi l'uso del gabinetto in comune e obbligarmi a fare tutti i miei bisogni in casa in un vaso da notte. Sono persone molto cattive ed arroganti che non capiscono i miei problemi di signora. Mi offendono nelle mie cose più intime e private e alcune più giovani non mi rispettano. Sono una signora che sta nel suo, non vorrei dare fastidio a nessuno e mi apparto proprio per i fastidi che posso dare: venti, alito, piedi. Una puzza terribile che non mi permette di socializzare. Sono tanto umiliata ma queste signore non capiscono. Una su tutte la moglie del Ceresa, invidiosa del fatto che il marito mi fa sempre commenti osé per non dire osceni, anche davanti a lei, è la più villana nei miei confronti. Una volta, incrociandola sulle scale, la salutai con molto calore ma lei, imperterrita mi voltò via la faccia e mentre andava sentii che mi chiamava scrofa puzzolente. Per questa cosa piansi tutto il giorno ininterrottamente percè mi sentivo umiliata da un'altra signora a cui chiedevo solo cordialità. Io comunque continuo a salutare tutte le signore del palazzo. Molte ricambiano a denti stretti, altre neppure. L'unica con cui ho un rapporto è la signora Giannelli ma come spiegherò poi, in un altro racconto, ebbi una grossa sorpresa conoscendola e per tutto un giorno, quando le chiesi un favore,fu così severa ed inflessibile con me che mi fece urlare di dolore.

    Per quanto riguarda gli uomini, quelli dai 30 in su mi deridono, mi spernacchiano, mi offendono, mi dicono parolacce oscene ed irripetibili. Credono che io sia un puttanone laido e non una signora perbene e di classe. Hanno una totale mancanza di rispetto nei miei confronti. Quando sono al gabinetto, origliano, spiano e poi ridono come matti quando sentono i miei venti. Quando mi incontrano sulle scale mi fanno i versi dei peti con le pernacchie. Mi fanno arrossire e vergognare. Fanno commenti osceni e scurrili sulle mie tettone e sul mio sedere.

    Viceversa i giovanotti subiscono un poco di soggezione da me. Dai loro sguardi sento che mi vorrebbero, intuisco che pensano cose molto scurrili e triviali ma non me le dicono. Mi guardano con occhi di desiderio e di bramosia forse anche per i miei 50 anni. Potrei essere la loro madre e questo li eccita, soprattutto per il mio seno abbondantissimo.Qualcuno di loro mi prende anche in giro ma non così platealmente. A parte quel villanzone del figlio della signora Rattazzi che me ne fa passare di tutti i colori con la sua cattiveria nei miei confronti. Se fossi sua madre lo castigherei severamente impedendogli di uscire di casa se non accompagnato da me. Sarei inflessibile come madre, gli controllerei tutti i giorni la pupù e se non la fa gli farei un gran clistere nel popò ogni giorno. Con me righerebbe dritto e sarebbe un giovanotto ben educato e rispettoso di una signora ma putroppo non sono sua madre. Anzi lei nemmeno mi saluta ed è una di quelle che mi insulta e mi giudica ed ha firmato per farmi chiamare in consiglio. Ma cosa dovrei fare io allora con tutti i soprusi, gli scherzi, le villanie che mi fa suo figlio? Per sua madre sono io la pietra dello scandalo. Certo che non ci voglio pensare al giorno in cui in consiglio dovrò giustificarmi davanti a tutto il condominio per i miei venti, la mia stitichezza, i miei odori. Che vergogna! Una signora della mia classe chiamata in una riunione di condomio per i suoi disturbi di ventre. La cosa che mi fa piangere è che le altre signore non vogliono intendre ragione. Mi sento sola, indifesa, non compresa. Ho già tanta vergogna per il mio alito e la puzza dei miei piedi che non mi permettono di socializzare. Delle volte mi chiudo in casa a piangere per giorni. Poi per compensazione mi viene una gran fame ed allora da autentica signora barese metto su a cuocere lampascioni, fave, fagioli e poi il mio ventre scoppia di gas.

    Sarei una mamma severa, inflessibile. Educazione estrema, mio figlio non potrebbe fare quello che fanno i ragazzi di oggi.

    Prima di raccontare, però, cosa mi ha combinato ancora il figlio della signora Rattazzi vorrei spiegarvi come sarei io nel ruolo di mamma.

    Sono una signora d'altri tempi e non mi piace come si comportano i ragazzi del giorno d'oggi, villani e sboccati, pertanto io sarei irremovibile su educazione e comportamento. Con mio figlio sarei severa, inflessibile, attenta, vigile ed implacabile con castighi e punizioni se non mi ubbidisse a dovere. Non sentirei rimostranze e sarei spietata. Solo così si allevano bravi ragazzi rispettosi di una madre che è anche una signora. Innanzitutto, anche se maggiorenne, gli controllerei tutti i giorni la pupù e se non la fa oppure se non è come io desidero allora gli farei nel popò un gran clistere anche tutti i giorni, se fosse necessario. Sarei insensibile ai suoi pianti e alle sue suppliche prima e durante la somministrazione del clistere. Il flusso dell'enteroclima nel popò lo regolerei a seconda delle proteste che mi ha fatto. Anche in vacanza, dove lo accompagnerei come una mamma vigile deve fare, porterei con me la borsa dell'enteroclisma. Non transigerei sul modo di parlare che deve essere educato e rispettoso, specie in presenza di signore. Alla sera non se parla nemmeno di uscire e gli farei vedere solo alcuni programmi. A scuola, anche se università o superiori, lo accompagnerei io e sarei una strenua alleata dei suoi insegnanti. A suon di clisteri lo farei rigare dritto senza le concessioni che hanno i ragazzi di oggi.

    In pubblico sono molto timida e riservata ma in privato sarei una mamma severissima

    Certo per i miei problemi di ventre, vale a dire per il bisogno che ho di fare molti venti, per l'alito e per l'odore dei miei piedi non potrei permettergli di portare in casa amici. Fermo restando che passerebbero tutti al mio vaglio e dovrebbero essere di mio gradimento.Persone scurrili e volgari non potrebbero frequentare la casa di una signora. Visti i miei disturbi su una cosa sarei un mastino implacabile: se mio figlio mi sentisse fare i venti non dovrebbe commentare in alcun modo altrimenti lo castigherei duramente. Lo stesso dicasi per il mio alito e la puzza dei miei piedi. Quando mi vesto o mi spoglio non dovrebbe assolutamente guardare ma soprattutto mentre mi pompo col clistere. Potrebbe anche capitare che mentre gli sto facendo l'enteroclisma io faccia dei venti o dei peti. A maggior ragione, in quel momento, dovrebbe portarmi rispetto. Da brava mamma barese gli farei orecchiette con le cime, strascinati, braciole di cavallo, fave, lampascioni, fagioli. Tanto poi ci penserei io a fargli fare la pupù!

    [continua]

  2. #2
    Amico di tutti L'avatar di Sinex/
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Se sostituisci la parola scorreggia con la parola sborra il testo fa ancora più ridere!!!

  3. #3
    Senior Member L'avatar di gnappinox1
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    E' Rossella da grande?

  4. #4
    Il contegno L'avatar di Biocane
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Dovrebbe far ridere?

  5. #5
    Senior Member L'avatar di freddye78
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Quale sarebbe la fonte di cotanta alta letteratura?

  6. #6
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    non ci posso credere ma per qualche motivo ho letto tutto

  7. #7
    Senior Member L'avatar di gnappinox1
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Già, e voglio sapere come continua

  8. #8
    Senior Member L'avatar di G3lli
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    [continua]

    Ma, ahimè, io non sono, per loro fortuna, la madre dei villanzoni che infestano questo stabile e che tanto imbarazzo mi procurano. Ma veniamo all'ultima disavventura che mi è capitata a causa del figlio della Signora Rattazzi. Ha 25 anni, io ho sempre pensato che, in segreto, sia terribilmente innamorato di me e siccome non mi può avere, mi tormenta. Come tipo di donna, sono alla Serena Grandi e, a parte quando scrivo, parlo un barese molto stretto e anche quando mi esprimo in italiano, si sente un marcato accento barese. Fa specie in una signora sempre cotonata, con rossetto, smalto anche sulle unghie dei piedi ed unghie delle mani molto lunghe. L'altro giorno mi telefonò la corsetteria del centro per avvertirmi che la guepière che avevo ordinato era finalmente pronta. Per dare un tocco giovanile alla mia biancheria,l'ho commissionata in latex nero, con le stecche di balena, con sei ganci da reggicalze, quindi con due elastici dietro che mi avrebbero segnato le chiappe e due sospensori per le tettone che sarebbero state completamente in vista. La signora del negozio mi disse che un simile capo sarebbe stato adatto per donne molto osée e molto triviali. Io le dissi che non era il mio caso in quanto non ho mai fatto cose scurrili o volgari o non degne di una signora di classe della mia età. Mi disse che era un capo da "dominatrice" ma io non capivo il significato di quel termine. Sono una signora molto mite, timida, riservata e, per via della mia puzza, appartata e mai mi sognerei di tenere atteggiamenti triviali. Al telefono le dissi che sembravo una mamma dedita solo all'educazione dei figli, a tenere la casa e a fare dei bei piatti di pasta. Mi vestii ed uscii per reacarmi alla corsetteria. Mi accorsi solo per strada che il vestito che indossavo era leggermente trasparente ed occhi indiscreti avrebbero potuto notare il reggicalze. Cosa che fece il Ceresa. Dal cortile, sportosi dalla finestra, mi vide uscire e dall'alto vide il mio abbondante decolté. In piedi alla fermata dell'autobus, lo vidi uscire dal cortile, avevo già capito che voleva seguirmi, e proseguì a piedi, ma la cosa non mi quadrava.


    Avevo una messa in piega molto voluminosa, da cinquantenne, fresca di parrucchiera; dalla corsettaia volevo andare in ordine. L'autobus arrivò, salii ma avvertii strani ed inaspettati movimenti di ventre. Alla fermata successiva salì il Ceresa, ecco dove era finito, avanti per non destare sospetto. Appena lo vidi mi diedi una sistemata al decoltè, feci le labbra a culo di gallina, per fargli capire di non rivolgermi nemmeno la parola. Da un maiale triviale non accetto nemmeno il saluto. Preoccupata, sapevo che mi avrebbe seguito sin dalla corsettaia. Incominciai ad avvertire il ventre pieno di gas. Le mie chiappe volevano fare i venti ma ero sull'autobus e poi avevo il Ceresa vicino. L'avrei asfissiato se solo avessi dato sfogo al popò. Alla fermata scesi, guadagnai un po' di terreno e quando lo vidi a distanza, aprii il popò convinta di fare una loffa, invece ne uscì una scoreggia potentissima che venne percepita dal Ceresa. Oddio che vergogna con quel triviale alle calcagna. Mi voltai e vidi che si mise la mano sui genitali, eccitato per il mio rumore e per l'odore. Solo in quel momento capii perchè avvertivo quel terribile mal di ventre; erano i colpi di coda del grosso clistere che mi ero fatta nel pomeriggio del giorno prima. Dovevo fare la cacca, non resistevo più. Dall'altra parte della strada vidi un bar e mi ci diressi, non tanto spedita perchè il ventre mi stava esplodendo. L'umido fuoriuscito con la scoreggia mi rigò dietro il vestito e pareva che mi fossi seduta sul bagnato. mi sentivo il buco del popò unto, sporco e umido. Attraversando feci un vento lunghissimo, come quello che fanno i cavalli, accompagnato da un fetore incredibile. Il Ceresa era proprio dietro, inalò la puzza e si eccitò come un toro e mi disse: Ti voglio, ti voglio, voglio anche la tua bocca che puzza di merda fresca (perdonate la parola scurrile, ma riporto esattemente). Ogni volta che ti vedo e ti sento i coglioni mi si gonfiano di sborra e te li piazzerei dietro quel gran culo in reggicalze!" Pareva un toro eccitato che scalpitava. Nessuno mi aveva mai parlato così, alla signora Pera, nessuno si era mai rivolto con un linguaggio così da bassifondi. Poco prima di entrare gli gridai: Villano maniaco! Questa me la pagherà e con gli interessi. Le farò vedere io come si tratta una signora e dopo si guarderà bene, un'altra volta, di parlarmi così volgare! Screanzato!" Avevo una rabbia intensa dentro di me, mi sentivo indifesa e maltrattata. Rincarai la dose: "Lei è un maleducato, insolente e maiale! Ma come si permette di trattarmi così! Me la pagherà questa. Le insegnerò come si parla ad una signora. Le insegnerò con certi metodi ad essere educato e rispettoso con me, mi capiterà l'occasione" Lui per contro, eccitatissimo ma anche sorpreso da quel mio parlare, disse: "Ti voglio vedere cagare e scoreggiare e poi ti scarico il contenuto dei miei coglioni nel tuo gran culo!" Poco prima di entrare nel bar con le lacrime agli occhi gli replicai: "Cafone villano! Guardi signor Ceresa che mi vendicherò fortemente per tutto questo e forse avrò io i coglioni che si scaricheranno nel suo culo! Altro che culo in reggicalze, saranno coglioni in reggicalze e che coglioni. Dopo sì che mi rispetterà come si conviene" Mai nessun uomo mi aveva fatto parlare in questo modo.


    Il ventre gorgogliava, stavo per esplodere. Entrai nel bar, resistetti alle terribili fitte che mi sconquassavano la pancia e chiesi un caffè per non far trapelare ai presenti che stavo scoppiando di cacca. Il gestore era un uomo di mezza età e ai tavoli vi erano altri uomini. Mi guardarono le chiappe che avevo al petto, unite da un taglio profondo, grosse con dei capezzoloni come chiodi. Mi guardarono i piedi nelle calze con la riga nei sandali aperti coi tacchi a spillo di ferro. e udii qualche commento. Mi chiusi il più possibile il decoltè, fecci le labbra a culo di gallina e gonfia dal gas intestinale e dalla cacca che ormai era pronta a farmi esplodere il buco del popò, chiesi del bagno. Mi avviai imperiale e quasi seccata, questo per non dar modo agli omaccioni presenti di fare commenti. In bagno mi chinai sulla turca, tirai su il vestito, il reggicalze tirava perchè la pancia era piena e gonfia. Aprii il sedere, dapprima uscirono due lunghi e pigri venti grassi come quelli che fanno i cavalli. Poi una scoreggia potentissima e bollente e poi.....il buco mi squarciò, le chiappe mi si aprirono come una voragine, urlai:" Siiiiii ohhhh siiiiiii, daiiiiiii, siiiiiiiiiiiiiiiii" e... squaaaaaaash, una terribile e puzzolente torta enorme di cacca fumante si scaricò fiera su tutta la turca ma per la botta della pressione, parte anche sui miei piedi e sulle calze.


    Dopo la sbroffata di quella torta pastosa che invase tutta la turca e parte del muro feci una scoreggia lunghissima e con un rumore sordo e chiuso che produsse un odore terribile. Avevo i piedi nelle calze con la riga tutti sporchi di cacca. Presa dal panico mi accorsi che la carta scarseggiava e avevo due scelte, o pulirmi il sederone o cercare di rimediare alla bell'e meglio nei piedi e sulle gambe. Già i miei piedi, in special modo le mie dita puzzano terribilmente, figuriamoci ora con tutta quella pupù molle. Dovevo recarmi dalla corsettaia e, se il buco del sedere fosse stato sporco poco sarebbe cambiato, ma i piedi, dovendo provare la guepiére e dovendo riagganciare le calze, avrebbero dovuto essere presentabili. Dovevo poi guadagnare l'uscita del bagno al più presto per evitare che qualcuno fuori potesse ricondurre a me quell'enorme torta fumante. Non si addice ad una signora uscire da un bagno ed esssere additata per lo sporco provocato. Con quella poca carta levai quanto più possibile dai piedi. Avevo i talloni completamente imbrattati e le suole immerse nella pupù. Me la defilai subito per non incrociare nessuno. Gli omaccioni ai tavoli erano intenti solo a rimirarmi le chiappe inguainate dal reggicalze che si percepiva in controluce. In strada, dall'altra parte c'era il Ceresa ad attendermi e non mollava di seguirmi. Avevo già in mente come punirlo, ci sarebbe voluta solo l'accasione. Gli avrei impartito una dura e severa lezione di disciplina e di educazione verso una signora. Si accorse dei piedi sporchi di cacca


    Si eccitò come un toro e mi disse: "Sei andata a cagare. Ti prenderei tenendoti per i piedi puzzolenti e ti monterei quelle gran chiappe del culo che fanno tutte quelle scoregge. Giuro che ti vedrò prima o poi quando caghi. Fermati, mi scoppiano le palle". A quel punto, furente ed indispettita, mi voltai e con un alito fetente da stendere un maiale gli dissi " Guardi Signor Ceresa che lei no ha capito proprio, a montare sarò io e le chiappe saranno le sue. Glielo giuro, gliela farò pagare. Vedrà con cosa le insegnerò l'educazione verso una signora e come si parla adeguatamente. La farò diventare un agnellino. Se adesso le scoppiano le palle un giorno le scoppieranno le chiappe, glielo garantisco." E lui sarcastico e strafottente:"E con cosa? Col suo enteroclisma? Come se io mi facessi fare l'enteroclisma da lei!" "Ma scostumato, screanzato, come fa a sapere del mio enteroclisma?" "Perchè un giorno ti ho spiata ma purtroppo avevi terminato, giusto il tempo però per spruzzare due fiotti caldi sulla tua porta"


    "Cosa, lei ha visto mentre mi facevo il clistere? Lei ha visto una signora in quell'imbarazzante situazione ed ha spiato? Lei è uno spregevole maleducato e poi è venuto sulla mia porta come per marchiare il territorio come fanno gli animali mentre io ero in quella situazione delicata. Io gliela la farò pagare cara questa. Vedrà poi il rispetto che mi porterà. Mi chiamerà Signora Pera da quel momento e si rivolgerà a me con educazione. Guardi Signor Ceresa che sarò spietata ed insensibile ai suoi lamenti e alle sue suppliche. Quando le sarò dietro, maledirà il giorno di non essersi comportato con rispetto verso una signora. Altro che clistere, le darò un'umiliazione ben più grande ed anzi rimpiangerà il fatto che io non abbia preferito il clistere. Gliela insegnerò io l'educazione con un metodo particolare, un metodo " con le palle".

    [continua]

  9. #9
    北斗のバド・スペンサー L'avatar di Lo Zio
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Citazione Originariamente Scritto da Para Noir Visualizza Messaggio
    non ci posso credere ma per qualche motivo ho letto tutto
    hai un cazzo da fare, eh?

  10. #10
    Senior Member L'avatar di gnappinox1
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti



    Mi pento di quello che ho scritto prima, basta perfavore, basta

  11. #11
    Senior Member L'avatar di KroZ
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    aspetto con ansia la parte 3, sto piangendo

  12. #12
    B1-66ER ¥€$ L'avatar di KymyA
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Fake.

    I Pugliesi non scoreggiano.
    Profumano l'ambiente.
    DISCLAIMER: Questo post non invita a commettere reati ne tantomeno ad infrangere la legge (degli uomini o Divina). Quanto scritto può essere parzialmente o totalmente falso o frutto della fantasia (malata) dell'autore. L'autore non si assume responsabilità per quanto scritto, suggerito o sottointeso da questo post.

  13. #13
    Senior Member L'avatar di freddye78
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti


  14. #14
    Senior Member
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Citazione Originariamente Scritto da Lo Zio Visualizza Messaggio
    hai un cazzo da fare, eh?
    giornata lenta

    ora ci dò sotto con la parte due

  15. #15
    macs
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    Siamo a livello di rossellah

  16. #16
    Senior Member L'avatar di G3lli
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    Re: [1]Sono una signora che fa venti

    [continua]

    Lui rise sarcastico e sfrontato, da bullo, senza nemmeno immaginare cosa avessi in mente di fargli. Avevo capito che non aveva inteso ma morivo dalla voglia di farlo impazzire dal dolore e dalla umiliazione.

    Mi girai per riprendere il cammino e, col buchino del popò impastato di cacca, imprecai tra me e me:"Vedrai maiale villano se non ti farò scoppiare anche col clistere". Dovevo solo trovare l'occasione giusta per impartire una lezione di educazione a quel maleducato. Gli avrei messo tra le chiappe lo scroto di un cavallo. Camminai verso il negozio della corsettaia col buchino del sederone sporco e umido di cacca fresca e mi sentivo tanto a disagio ed in imbarazzo anche perchè mi sarei dovuta spogliare per provare la guepiére e le calze erano tutte impregnate di pupù. Avevo ancora degli assestamenti di ventre e. camminando, con una certa alterigia per denotare che ero una signora di una certa età, emisi un vento lungo, pigro e puzzolente come quello che fa il sedere dei cavalli.

    Giunta al negozio mi ricevette una giovane commessa che mi fece accomodare molto educatamente, ero fresca di messa in piega dalla parrucchiera, una capigliatura molto raccolta e cotonata come si addice ad una signora della mia età. Vedendomi entrare rimase colpita dal mio seno enorme e proprompente e subito mi associò alla signora che aveva ordinato quella guepière fuori misura. Nel tempo che mi fece attendere, il mio alito ed i miei piedi, già puzzolenti di loro, ma quel giorno molto di più per via della pupù sulle calze, impestarono tutto il vestibolo nel negozio e per mia fortuna non vi erano altre clienti.Quando la ragazza ricomparve fu subito nauseata da quella terribile puzza ed io in un imbarazzo pazzesco, dopo aver fatto le labbra a culo di gallina, per darmi una rispettabilità dissi: "La titolare ne ha per tanto?" Ma a quel punto essa comparve urlando."Ma Barbara, apri un poco la porta, non senti che terribile odore, ma cos'hai combinato?" Io, stavo girata facendo finta di osservare altri capi, indifferente, e vidi con la coda dell'occhio la commessa che mi indicava alla titolare. Oddio che terribile vergogna ed ora mi sarei dovuta anche spogliare. La titolare, realizzata la situazione incredibile ed inconsueta e tenendo conto che ero una cliente che le stavo acquistando un capo molto costoso e particolare mi disse:" Lei è la Signora Pera, la signora che ha ordinato la guepière? Signora è sicura di volerla prendere, come le ho detto è una capo molto estremo ed adatto a certe professioniste, sa, non so se mi sono spiegata. Lei è signora che immagino sposata e già con figli grandicelli..." Io replicai:" Certo, ma si figuri, mi piace solo il modello ed il materiale, per me è un capo da tutti i giorni. Certo che sono una mamma, molto severa e d'altri tempi. Mi occupo dell'educazione dei miei figli e sono molto attenta alla loro condotta. Non pensi male per questa ordinazione vedendo me. Io sono una signora molto timida, riservata che si occupa solo con amore ed anche severità della sua famiglia e dell'educazione dei figli."La titolare mi stava a debita distanza per via del mio alito che sapeva di pupù, mi andò a prendere la guepière e mi disse di provarla. Quando la vidi, in latex, rigida nelle sue stecche di balena, mi sembrò una strumento da guerra e di tortura al medesimo tempo. In camerino mi sganciai le calze e mi accorsi che tutta la pianta del piede era piena di cacca. Le calze puzzavano da far ribrezzo. Tolsi il reggicalze e indossai la guepiére, riagganciai ad essa le calze, i ganci erano sei, tre per parte, gli ultimi tre andavano dietro a segnare le ciappe e da tanto avevo le avevo grosse fui costretta ad allungare gli elastici al massimo per agganciare la calza. Le coppe erano solo due sospensori e così le grosse mammelle erano in vista. Mi guardai allo specchio, col la cotonatura dei capelli, parevo una grossa e fetida vacca da tanto ero formosa e compressa. Le stecche di balena mi serravano il ventre in una morsa e sentivo i gas intestinali arrivare, inesorabili al sedere.Mi voltai e vidi le chiappe solcate dagli elastici che teminavano nei ganci di metallo che tiravano le calze allo stremo. Incutevo paura, sembravo una dominatrice indomita ed insensibile. Puzzavo come una fogna e sembravo un puttanone laido con indosso quell'arnese rigido, marziale e terrorizzante.Il ventre era così compresso che sentivo il sedere pieno di scoregge. Ero molto imbarazzata nel vedermi così agghindata da guerra e pensavo che se avessi indossato la guepière per una cena, ci sarei esplosa dentro e avrei fatto venti di continuo come un cavallo. Il seno libero dalle coppe del reggiseno e sostenuto e ravvicinato pareva un grosso sedere che si muoveva tremolante come un budino e se facevo le la labbra a culo di gallina, sembrava che la mia bocca fosse uno sfintere puzzolente che sormontava due enormi tette a forma di ciappe gonfie.

    In pubblico sono molto timida e riservata ma in privato sarei una mamma severissimaAvevo tutta la pianta dei piedi sporca di cacca e ne lasciai anche sul pavimento del camerino. Tra la puzza dei piedi e del mio alito non si poteva più stare in quello spazio ristretto. Decisi di tenere su la guepière e mi rimisi l'abito ma il ventre mi gorgogliava di gas e non resistevo più. Mollai gli ormeggi, sentii le ciappe dilatarsi e fuoriuscire due scoregge potenti e fragorose. Con somma vergogna mi accorsi che dietro la tenda vi era la giovane commessa che scappò via per la puzza terribile. Erano i primi venti fatti con indosso quella guepière e sembravo proprio una grossa vacca compressa e piena di cacca.Da tanto la guepière mi stringeva in vita, il sedere pareva esplodere da sotto il vestito. Mi sentivo le viscere strizzate come in una mungitrice e dalla spremitura dovuta alle robuste stecche di balena, avvertivo ancora parecchia cacca scendere verso il mio sfintere puzzolente. Risalii di sopra con grande rossore ed imbarazzo per via dei venti che la commessa mi aveva sentito fare. La signora, sempre a distanza a causa del mio alito da fogna, mi disse: "Non ci mostra come le sta?" Io risposi." No, non me la sento, mi vergogno un po' a mostrarmi così, guardi solo che sedere mi fa!" Colsi la giovane commessa ridere sotto i baffi per via di quello che aveva sentito uscire dal mio popò, quando ero nel camerino. Mi disse: "Vedrà che suo marito sarà contento quando la vedrà stasera. Prima è passato un secondo dentro e voleva sapere se ne aveva ancora per tanto". Io diventai livida dalla rabbia perchè avevo capito che il Ceresa, malgrado le mie palesi minacce di una punizione severa e dura, si era persino spacciato per mio marito. A questo punto pensai che allora in qualità di "moglie" avrei dovuto insegnargli come essere galante e rispettoso nei confronti di una signora. La punizione che gli avrei inferto sarebbe stata terribile per la sua virilità al punto da farlo supplicare.

    In pubblico sono molto timida e riservata ma in privato sarei una mamma severissima

    Uscii dalla corsettaia con la guepière che mi faceva due ciappe grosse come una mongolfiera e chissà, nel tragitto di casa, quanti commenti scurrili avrei dovuto sentire. Vidi il Ceresa dall'altra parte della strada che mi stava aspettando e quando vide il mio sedere esplodere dal vitino di vespa che mi faceva il corsetto in latex, prese a seguirmi e ad eccitarsi. Sentivo, mentre camminavo, una gran massa di cacca assieparsi nel mio sfintere divenuto bollente, sentivo lo stimolo di fare i venti ma talmente era tutto occluso vicino al buchino che non riuscivo nemmeno a fare gas intestinale. Colpa della guepiere rigidissima che mi aveva strizzato e munto, per così dire, il ventre. La guepière, avendo una pancera steccata, non mi consentiva passi agili, con l'aggiunta che i piedi erano pressochè imbrattati di cacca, non potevo essere spedita e mi innervosivano i mugugni di eccitazione del Ceresa, infastidita anche dal fatto che avevo una quantità notevole di venti che il mio popò non riusciva a fare. Camminando mi sentivo un grosso e duro tappo nel sedere e andando a casa mi era venuta in mente l'idea di appendere stasera delle maniglie in gabinetto mentre avrei tentato di fare la cacca e a causa di ciò in seguito vi racconto cosa mi sarebbe accaduto.



    Tra me e me pensavo se per caso ritornando a casa la posta non mi avesse già recapitato quella bella cosina che avevo ordinato per far passare la voglia al Ceresa di essere maleducato e scurrile con me. Di persona, al negozio, non mi sarei mai presentata perchè mi sarei così tanto vergognata ed imbarazzata a ritirarlo che non sarei stata nemmeno in grado di proferire parola. Era un enorme strap on che avevo visto sul catalogo di un negozio che oltre ad avere un possente e nerboruto fallo di lattice, aveva, sostenuto da robuste cinghie, un enorme scroto a forma di grossa pera contenente due imponenti balle come quelle dei tori. Era la riproduzione fedele, su un fallo da superdotato, dello scroto di un toro o di uno stallone. Lo scroto a pera contenente le due balle era così enorme che indossandolo mi sarebbe arrivato a metà coscia penzolandomi come da dietro si vedono penzolare le balle dei cavalli. Mi immaginavo già, da signora di 50 anni, timida e riservata, con quel bendiddio tra le cosce. Quell'enorme pera scrotale la Signora Pera gliela avrebbe fatta sentire contro il popò del Ceresa e gli avrebbe sbatutto contro fino a farlo urlare di dolore e di umiliazione.


    [FINE]

    [prossimamente: PeraPompaStronzi Origins]

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    ese spetta che leggo tutto

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    La signora Frangipeti che dice?

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