
Originariamente Scritto da
Sinex/
Visto il tuo bel post ricettivo permettimi un'interpretazione
Sono passati due anni o più da quando ho visto l'ultimo episodio, quindi premetto di non avere affatto chiara tutta la vicenda e gli episodi, però questa è una serie che rimane in testa e su cui ogni tanto torni a rimuginare, perché ha la capacità di farsi meglio leggere col senno di poi. E col senno di poi posso affermare queste cose. Il peso della struttura narrativa è ininfluente, se non almeno per il successo della serie di pubblico, quantomeno su quello della critica o comunque ininfluente probabilmente rispetto alla volontà degli autori. Quello che noi vediamo quando vediamo I Soprano, quello a cui noi assistiamo davvero, è uno spaccato della società americana che si presta a vivere negli anni duemila. Il vero capolavoro sta nella capacità di aver dipinto il tutto con una completezza e un amorevole distacco VIVENDO dentro quegli anni. Per fare un paragone, più che una serie classica con una trama avvincente e uno sviluppo finalistici, è come se I Soprano fosse:
- un documentario sull'africa in cui leoni, elefanti, giraffe, sono tutti impegnati a sopravvivere e, per una forza naturale indipendente dal loro limitato controllo, sono costretti a mischiale le loro esistenze in maniera truce, senza una morale o un messaggio finale se non quello che
è così che funziona il mondo.
- il documentario è girato da una gazzella, completamente trascinata dall'ambiente in cui lei stesso vive ma con una capacità osservativa da permettere il prodotto possibile, veritiero. Ad esempio verso l'inizio della serie tutto viene stravolto da un disastro reale, quello dell'11 settembre; eppure tutto l'intreccio si coordina perfettamente con la struttura sottesa, tanto da sembrare quasi una costruzione studiata ad hoc e irreale per quanto si inserisce con naturalezza nelle meccaniche e interagisce col profilo mentale e morale di ognuno.
- Proprio perché è un documentario, la serie è uno scorcio della vita dei suoi protagonisti, la cui esistenza è assolutamente persistente rispetto alla ripresa. E qui la capacità degli attori è impressionante, perché sono totalmente calati nella parte che sembrano viverla indipendentemente dal fatto che si stia girando o meno. La loro esistenza prescinde la visione, le loro storie sono storie di vita che non presuppongono la costruzione di una trama, se non quella blanda e corale che solo un insieme di uomini può scrivere attraverso le loro abitudini, i loro successi o fallimenti culturali, le loro influenze con le altre società. Una storia che può essere compresa solo anni dopo che è stata messa in scena, perché solo chi ha una mentalità di distacco rispetto a quella narrata riesce a scorgere le differenze e a valutare come osservatore esterno.
Ecco perché secondo me non bisognerebbe troppo criticare il "brodo allungato" a cui spesso si assiste. La realtà simulata è esattamente congrua alla vita. Conversazioni e eventi quasi sempre non hanno nessuna conseguenza diretta. Ad esempio non si vede l'inquadratura di un dettaglio per far capire allo spettatore che quel dettaglio giocherà un ruolo chiave nello sviluppo della puntata, semplicemente perché le cose non stanno così. Talora invece i dialoghi e quei dettagli si insinuano nel profilo di un personaggio e sono capaci, più realisticamente, di trarne una considerazione e una risposta anche puntate e puntate più avanti. Ad esempio si può assistere ad un primo piano senza dialogo di un protagonista che guarda un'evento sullo sfondo e capire secondo quale legame col suo passato quell'evento sta producendo un pensiero, di quale pensiero possa trattarsi. Molto spesso il pensiero è evanescente, anche perché il personaggio stesso non riesce a interpretare quanto accade facendo parte di ciò che accade. Da questo punto di vista il percorso psicologico di Tony soprano è completamente e coerentemente inconcludente. Più che sviluppi della trama si affrontano tematiche, ognuno con le proprie armi, cavandone raramente un successo ma molto più spesso un'ulteriore schermatura psicologica pronta a vacillare alla prossima sfida.
Le persone messe in scena sono deboli, anche se spesso benestanti o potenti, rispetto al proprio destino e spesso incapaci di fronte alla ricerca della felicità. Devono accontentarsi di gioie effimere e, per lo stesso criterio, elementi effimeri li disturbano e distruggono il loro precario equilibrio. Ad esempio Tony Soprano crolla ogni volta che affronta il pesce canterino di gomma. E la stessa ansia, superato il momento esilarante della scena, si trasmette sullo spettatore che attiva un processo interpretativo che lo fa calare esattamente negli stessi meccanismi narrati, inducendo anche noi a far parte di quel mare di importanza che ai giorni nostri crea una bene di consumo.
Mentre le persone si destreggiano alla ricerca di un mutamento o una progressione (la ricerca del potere, di fare un figlio, della felicità... più le ricerche sono genuine peggio solitamente finisce) l'inconsistenza dei progetti si scontra con l'immanenza dell'ambiente. Un'immanenza senza assolutamente nessun dio, nutrita solo dalla regola dell'immutabilità. Esistono luoghi perenni dove ormai ogni personaggio deve fare i conti ed entrando in quelli spesso affronta i lati più critici della sua emotività o,con anche peggiori risultati, le debolezze degli altri. La cosa più incredibile e che questi luoghi finiscono con l'indurre anche nello spettatore simili stati d'animo generando sensazioni di calore, di rifugio, di sicurezza o anche di incertezza o di ansia.... solo vedendo l'esterno dei posti, solo dalle insegne, senza che sia successo effettivamente ancora nulla! Ci hai fatto caso?
Nello specifico esistono luoghi che sono per Tony quasi sempre un preludio per:
- ansia per il peso e la prova del potere
- ansia per la diplomazia effimera, perché contestuale
- la frustrazione e l'incomunicabilità
- La confessione personale, il momento del test che può superare o che può distruggerlo
Hai indovinato quali sono questi posti?
- ansia per il peso e la prova del potere lo strip club
- ansia per la diplomazia effimera, perché contestuale il ristorante vesuvio
- la frustrazione e l'incomunicabilità casa propria
- La confessione personale, il momento del test che può superare o che può distruggerlo il giardino sul retro di casa
Alla fine la serie pullula di narrazione, ma non quella di una trama, piuttosto quella di un periodo storico. E' il racconto di come le persone trattano i genitori e gli anziani, le minacce dall'estero e quelle interne, il rapporto coi figli, il rapporto con la televisione, con la novità, l'ineffabilità dei sentimenti e dei sogni, la lettura e la religione. Anche il viaggio, da sempre baluardo formativo di ogni protagonista, è qui assolutamente incapace di espugnare la refrattaria barriera costruita dalle bugie di ciascuno. Persino quando il viaggio qui è anche un ritorno alle origini, un ritorno in Italia. Un luogo lontano e sacro dove radici e religione si mischiano, qui diventano solo un'alcova sicura dove compiere l'ennesima scappatella.