I giochi di ruolo da sempre si fregiano della possibilità di fornire al giocatore diversi modi di vivere la sua avventura, ma Pathfinder: Wrath of the Righteous si spinge oltre ciò che siamo abituati a vedere nel genere.
Fin dal mio primo incontro con Baldur’s Gate, avvenuto ormai più di vent’anni fa, ho sempre avuto una grande passione per i giochi di ruolo per computer e in particolare per quelli isometrici. Non penso quindi di sorprendere nessuno se dico che uno dei miei giochi preferiti del 2021 è stato Pathfinder: Wrath of the Righteous, che infatti ha non poche cose in comune coi primissimi lavori di BioWare, quelli ambientati tra la Costa della Spada e l’Amn. Non ci troviamo più nei Forgotten Realms di Dungeons & Dragons, ma in verità il mondo di Golarion che esploriamo in Pathfinder non brilla di certo per originalità e riprende da vicino molte delle idee che avevamo visto nella più famosa ambientazione del gioco di ruolo di Wizards of the Coast, al punto che a volte la sensazione è quella di non averla mai lasciata. Nell’articolo di oggi, però, non voglio parlare delle pur numerose somiglianze tra le opere di Owlcat Games e i vecchi Baldur’s Gate, preferisco invece porre l’attenzione su un elemento che distingue Wrath of the Righteous non solo dalle opere BioWare ma anche da moltissimi altri giochi di ruolo, la sua capacità di offrire un ventaglio quasi sterminato di possibilità e ruoli che il giocatore può interpretare.
IL GIOCO DELLE PARTI
Certo, Pathfinder: Wrath of the Righteous non è il primo gioco di ruolo a permettere di definire dettagliatamente che tipo di personaggio vogliamo creare, e in realtà a seconda di ciò che riteniamo più rilevante potremmo anche trovare giochi che hanno svolto un lavoro migliore (Arcanum, i primi due Fallout e New Vegas concedono una maggiore libertà interpretativa e d’azione, per esempio), ma basta cliccare su nuova partita e dare inizio al processo di creazione del proprio avatar per essere accolti da una mole di opzioni praticamente sterminata, quasi eccessiva.

Nella colonna di sinistra potete osservare ognuna delle numerose (e in alcuni casi piuttosto inusuali) razze fantasy che potrete impersonare nel gioco.
Dodici razze tra cui scegliere, che spaziano dai comuni umani, nani ed elfi fino ai decisamente più inusuali oread, dhampir e kitsune; venticinque classi, ognuna ulteriormente espansa dalla presenza di sei o sette sotto-classi che vanno a modificare il ruolo da rivestire sul campo di battaglia; altre tredici classi di prestigio, sbloccabili nel corso della partita al raggiungimento di alcuni predeterminati requisiti e in grado di fornire altri interessanti capacità; ci sono poi circa una decina di abilità, centinaia di talenti e altrettante magie (se abbiamo scelto una classe capace di lanciarle). Oltre a tutto ciò, possiamo anche scegliere il background del nostro avventuriero, la sua religione, il suo genere e il suo aspetto, elementi che a dir la verità hanno un impatto meno marcato sulla partita.
il gioco non è ancora iniziato e già siamo sommersi da una valanga di opzioni!

In ogni caso, se l’abbondanza di opzioni messe a disposizione da Wrath of the Righteous vi appare eccessiva potete anche selezionare uno dei sei personaggi pregenerati per voi dal team russo.
Insomma, sul fronte della personalizzazione del proprio avatar non ci si può proprio lamentare e siamo ben oltre la media del genere ma, per quanto i combattimenti giochino senza dubbio un ruolo importante nell’ultimo lavoro di Owlcat Games, non ci limiteremo a decidere i suoi compiti sul campo di battaglia e potremo invece definirne tanti altri aspetti. Chiaramente fin dall’inizio avremo modo di definire la personalità del nostro personaggio come più ci aggrada, scegliendo se essere cauti, aggressivi, onesti, manipolatori, idealisti, pragmatici e così via, in verità nulla di diverso da quanto avviene in tanti altri giochi di ruolo, ma Pathfinder: Wrath of the Righteous ha ancora qualche altro asso nella manica da giocare.
AL COMANDO DI UN ESERCITO, E DI STRANI POTERI
Innanzitutto, ben presto il gioco ci porrà nel doppio ruolo di avventuriero e comandante della crociata contro le forze demoniache che hanno invaso Mendev e le nazioni confinanti, quindi non dovremo solo prendere decisioni per noi e per i nostri compagni ma saremo anche impegnati a guidare un esercito, cercando di conquistare gli avamposti nemici, limitando al minimo le perdite e studiando le strategie e le tattiche più efficaci per ottenere il trionfo. Anche in questo caso non mancheranno diverse opzioni interessanti per gestire come vogliamo la nostra avanzata.
Non è tutto qua, però: oltre a reclutare nuove truppe, comandare i soldati in battaglia e costruire basi fortificate nei territori conquistati, Wrath of the Righteous mette sul piatto pure dieci differenti percorsi mitici che possiamo seguire, ognuno dei quali permette al nostro personaggio di imparare nuove strepitosi poteri e abilità e di interpretare un ruolo ancora differente, tanto nel pieno dell’azione quanto nelle interazioni con i PNG. Questi percorsi mitici permettono non solo di ottenere magie inedite e altre capacità con cui fare sostanzialmente altri dieci level up che si aggiungono alla normale progressione del protagonista, ma anche di compiere i primi passi (e poi quelli definitivi) che possono portare il nostro personaggio a diventare una creatura mitica, come per esempio un angelo pronto a distruggere le forze del male e guidare i suoi compagni alla vittoria, ma anche un aeon, un agente cosmico che interviene per ristabilire l’ordine contro le forze del caso, oppure un lich, potente e immortale non-morto in grado di comandare legioni di scheletri e di preparare oscuri rituali necromantici. E le possibilità non finiscono qui, anche se lascerò che scopriate le altre per conto vostro.

La via dell’angelo è probabilmente quella più indicato (e anche la più scontata) per un comandante in guerra contro le forze demoniache.
Wrath of the Righteous non è il primo gioco di ruolo a permettere al suo protagonista di elevarsi al di sopra dei comuni mortali, ma non solo offre un ventaglio di opzioni molto più ricco di quanto siamo abituati a vedere, è pure uno dei pochissimi a integrare tali possibilità nel proprio gameplay, fornendo al giocatore un grado di personalizzazione del proprio avatar che non ha rivali e permettendo di compiere scelte che possono avere risvolti anche molto significativi sullo sviluppo della partita.
L’ASCENSIONE DEL NOSTRO PERSONAGGIO AL DI LÀ DEI CONFINI MORTALI AVRÀ I SUOI RISVOLTI FRA CHI CI CIRCONDA

La possibilità di disporre di una fonte inesauribile di soldati è solo uno dei tanti vantaggi del percorso del Lich.
Non ho intenzione di spoilerare tutto quel che la recente opera di Owlcat Games ha in serbo per voi, ma diciamo che i poteri del lich non si fermano qui e che anche altri percorsi mitici possono cambiare profondamente l’evolversi della partita e il tipo di alleati disposti a seguirci nella nostra crociata contro i demoni. Penso però di aver dato per lo meno un’idea delle numerosissime possibilità che Pathfinder: Wrath of the Righteous mette a disposizione, e dell’ottimo lavoro svolto dal team russo per inserire tutte queste opzioni nel loro gioco. Il risultato di tutti questi sforzi è che, nonostante abbia passato più di cento ore nella mastodontica campagna di Wrath of the Righteous prima di giungere ai titoli di coda, so di non aver visto che una parte di quanto il gioco ha da offrire. E nel corso dei prossimi mesi (e anni) tornerò senz’altro a visitare il suo intrigante mondo infestato dai demoni per impersonare nuovi eroi, provare classi e percorsi mitici differenti.