Goat Simulator: The Bundle - Recensione

PS4 Xbox One

La capra casinista di Coffee Stain Studios ne ha fatta di strada da quel primo aprile 2014, giorno in cui ci siamo calati per la prima volta nei panni belanti di un ovino sbilenco. Una data di lancio scelta non a caso, a testimoniare ancora una volta, qualora ce ne fosse stato il bisogno, la natura goliardica e fuori di testa che ha visto nascere, crescere e correre il progetto di Goat Simulator. Il gioco, infatti, originariamente era un passatempo interno al piccolo team, una sorta di scacciapensieri per allontanare lo stress dal primo progetto interno lontano dalla serie Sanctum. Questo divertissement, una sorta di “megamix” di proposte tutte diverse tra di loro venute fuori durante un brainstorming, era sostanzialmente quello che abbiamo imparato a conoscere tutti nel corso di questi due anni: un gioco di skate piuttosto scarno, in cui una capra mena testate e si incolla con la lingua un po’ ovunque, finendo per fare salti di altezze improbabili.

Goat Simulator The Bundle

Un divertimento semplice per non dire grezzo, quasi rudimentale, che comunque funzionava bene per scacciare lo stress, farsi una risata in ufficio al posto dei soliti video stupidi; e che – perché no – aiutava a creare video stupidi nuovi. Già, perché il primo grande successo di Goat Simulator arrivò proprio grazie a un video di gameplay caricato su YouTube, che nel giro di cinque minuti dal suo upload racimolò più di 20.000 visualizzazioni. Un boom inaspettato, cui hanno fatto seguito interviste, martellamenti sui social network e chi più ne ha più ne metta. Era nata una stella dal manto maculato, e da lì a spostare tutte le risorse dello studio dal progetto “serio” al giochino stupidino dell’ufficio il passo è stato brevissimo.

OVINO VA IN CITTÀ

Una situazione quasi paradossale, quella dello studio svedese, che d’un tratto si è ritrovato per le mani un capro dalle uova d’oro. Gran parte di quelle interviste, dei tweet e dei post degli inaspettati fan hanno infatti contribuito attivamente a portare sugli schermi di Steam i contenuti presenti al lancio due anni fa, dal jetpack alle diverse skin con cui abbellire (?) il nostro animaletto, rendendo il processo di sviluppo relativamente semplice – considerata anche la voglia di rimanere su un aspetto tecnico molto basic – e particolarmente creativo. Oltre che, col senno di poi, estremamente remunerativo: Goat Simulator ha recuperato i soldi dello sviluppo in dieci minuti dal lancio su Steam (!!!), e nel giro di sei mesi aveva guadagnato all’incirca un milione di dollari.

Goat Simulator The Bundle

The Bundle raccoglie le espansioni MMO e GOATZ

Un successo che definire straordinario è dire poco, e che ha convinto i ragazzi di Coffee Stain Studios a continuare a supportare il progetto attivamente, offrendo tutti i DLC senza costi aggiuntivi (a differenza dei due Sanctum, che hanno permesso allo studio di sopravvivere soprattutto grazie ai contenuti scaricabili) e li ha spronati a far uscire la loro avventurosa capretta dall’ovile PC, portandola a pascolare anche su dispositivi mobile e, soprattutto console.

CAPRA E CAVOLI

Goat Simulator The Bundle è l’ultimo esponente di questa campagna fuori porta, e si tratta sicuramente del modo migliore di sentirsi capre (anche) con un pad PlayStation 4 tra le mani. Il gioco, come lascia intendere il nome, raccoglie l’opera omnia dello studio svedese, partendo dal gioco “base”, con entrambe le città e i divertimenti in esse contenuti, e soprattutto le “espansioni” Goat MMO Simulator e Goat Simulator: GOATZ.

Goat Simulator The Bundle

Il mondo è la mia ostrica, ma io sono una capra

Come dicevo, l’originale Goat Simulator era poco più di un bizzarro punto di incontro tra un open world, un gioco di skateboard anni Novanta puramente distruttivo e un motore fisico à la Garry’s Mod, in cui portare in giro una capra per esplorare gli anfratti di due cittadine di provincia alla ricerca di collezionabili, salti folli e un numero non meglio precisato di scemenze, con cui ghignare senza pretese per non più di un’oretta e mezza. D’altro canto, le due espansioni riprendono lo spirito goliardico e per certi versi satirico dell’opera originale e lo applicano al mondo dei MMO e degli zombi, in particolare al fenomeno Day-Z che colpì il mondo dei videogiochi qualche tempo fa. Goat MMO Simulator, in effetti, ha solo l’aria da World of Warcraft, perché di base veste la nostra capra con il tabarro di una classe a nostra scelta e la lascerà libera di ruzzolare in un nuovo scenario, abitato da delle capre solo apparentemente controllate da altri giocatori (che in realtà fungono solo per mettere in scena i tipici glitch dovuti ai salti di connessione) e da NPC idioti, che ci metteranno a disposizione quest sterotipiche e stupidine al fine di far accrescere il nostro livello… che, ovviamente, non serve a nulla.

Goat Simulator: GOATZ la butta invece sui morti viventi, ripetendo un po’ la formula in una veste putrefatta, ma ugualmente sopra le righe e buona solo per cercare di dare un minimo di varietà e sostanza in più a una scatola fondamentalmente vuota, un progetto nato assolutamente senza pretese e che, come molte cose nell’epoca di internet, nonostante la stupidità dichiarata e la completa assenza di un senso logico diventa un fenomeno virale dal successo inspiegabile.

Goat Simulator The Bundle è la raccolta definitiva di Goat Simulator e tutti i suoi contenuti aggiuntivi. È difficile valutare seriamente un progetto del genere, che nasce come divertimento da ufficio e nel corso dei suoi quindici minuti di notorietà guadagna più soldi di quanti se ne possano contare… ma tant’è, il folle simulatore di Coffee Stain, nonostante i nuovi contenuti e le nuove missioni, rimane una risata fragorosa che si esaurisce presto, e che non ha davvero nulla di nuovo sotto il profilo tecnico, volutamente deficitario dalla nascita. Il prezzo di 19.99 potrebbe essere un deterrente, se si considera che il gioco gira su PC di fascia bassa e dispone di una pletora infinita di contenuti della comunità di Steam, ma se avete degli amici con cui dividere la spesa o siete particolarmente amanti delle capre e delle risate a denti stretti, beeeeeh…

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Pro

  • CAPRE!
  • Divertimento assicurato...

Contro

  • ...per un’oretta.
  • Rapporto qualità/prezzo sbilanciato.
6.4

Sufficiente

Sempre più incredulo che queste cose si debbano scrivere in terza persona, Stefano Talarico è arrivato fino a qui, a portare i frutti della della sua tastiera con la speranza vana di mettere qualcosa sotto ai denti. Per fortuna, potrà raccontare ai suoi nipoti di essere morto lasciando un corpo in formissima.

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