Tornare tra i corridoi di Damnation o nella gola di Battle Creek fa sempre piacere, e di sicuro l’effetto nostalgia è garantito
COVENANT PER COLAZIONE
Sul versante delle opzioni grafiche, purtroppo anche in questo caso – come già avvenuto per Reach – le impostazioni modificabili scarseggiano. Ancora una volta possiamo optare per tre profili prestabiliti: modalità originale, performance a discapito della qualità visiva, oppure migliorie grafiche abilitate. Anche qui si possono modificare risoluzione (fino a 4K) e Field of View, oppure scegliere se abilitare o meno la sincronizzazione verticale. Bene invece lo sblocco del frame rate che, al contrario di quanto visto in Halo: Reach, qui supporta fino a 144fps senza andare a inficiare le animazioni. È stato fatto un ottimo lavoro anche sul versante sonoro, che ora può contare sulla soundtrack anch’essa remasterizzata e sul supporto agli impianti surround.
Per quanto riguarda il comparto multiplayer, infine, questo non è stato minimamente toccato. La grafica è rimasta quella originale e cubettosa del 2001, e forse va bene così dal momento che un cambio dell’estetica e dei modelli avrebbe avuto per forza di cose un impatto sul bilanciamento dell’esperienza ludica. Certo è che almeno l’interfaccia avrebbe giovato di una piccola rinfrescata. Per il resto, i contenuti non sono cambiati: sono presenti le modalità classiche e le mappe che fecero la fortuna del gioco e del servizio Xbox Live. Tornare tra i corridoi di Damnation, ambientata all’interno di una struttura Covenant, o nella gola di Battle Creek fa sempre piacere, e di sicuro l’effetto nostalgia è garantito. Senza considerare che ancora oggi il multiplayer di Halo: Combat Evolved Anniversary si rivela estremamente soddisfacente, nonostante il peso degli anni un po’ si senta.
Halo: Combat Evolved Anniversary rappresenta il modo migliore per giocare per la prima volta a un grande classico degli sparatutto in soggettiva, o per rivivere nuovamente l’inizio della lunga epopea di Master Chief, poi proseguita con altri quattro capitoli principali e numerosi spin-off. Sotto certi aspetti il peso degli anni si sente, basti pensare alla struttura di qualche livello o al multiplayer che avrebbe giovato di una svecchiata almeno nell’interfaccia, ma siamo comunque di fronte a un titolo e a una remaster di grandissima qualità.
Configurazione utilizzata: Ryzen 5 3600X, 16 GB RAM, GeForce RTX 2070 Super, SSD
Com’è, come gira: Con la configurazione di prova non ho riscontrato alcun problema degno di nota: il gioco gira perfettamente utilizzando l’impostazione massima di dettaglio anche in 4K.
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