Haste: Broken Worlds è quello che succederebbe se Sonic the Hedhehog si concedesse una notte brava con Tiny Wings, quel vecchio gioco per mobile dove bisognava sfruttare la pendenza delle colline per far volare l’uccellino. E se dovessi giudicare la performance dal risultato, beh, direi che il riccio c’ha dato dentro.
Sviluppatore / Publisher: Landfall / Landfall Prezzo: €18,99 Localizzazione: Testi Multiplayer: No PEGI: 12 Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: 1 aprile 2025
Ho corso in giro alla velocità del suono. Non dovevo andare in nessun posto in particolare, se non dritto attraverso i livelli proposti “spira dopo spira” – perché inevitabilmente Slay the Spire ha lasciato il segno anche quando non si tratta di carte. Non c’era nessun arcobaleno da seguire, se non quello generato dalla luce che si rifletteva sui frammenti sparpagliati sulla mappa, i portali attraverso i quali Zoe può viaggiare tra i mondi, sperando di salvarli.
Ma alla fine di tutto questo interessa ben poco. Haste segue il Verbo così come l’ha proferito John Carmack non appena le lingue di fuoco del gameplay gliene han fatto dono.
“La trama nei videogiochi è come la trama nei film porno: ti aspetti che ci sia, ma non è così importante“.
E infatti togliendo dai circa 5 gigabyte di file di gioco tutto quello che riguarda narrativa, world building e aspetti del genere Haste non si sposta di una virgola. Accessori, degni di attenzione solo perché parte di un cerimoniale, in modo non troppo diverso dalla carta che avvolge quel regalo che non vedi l’ora di scartare.
HASTE LA VISTA
A Sonic sarebbe piaciuto riuscire a fare un capitolo 3D così veloce…
Si va da “indietro” ad “avanti” e non da sinistra a destra, quasi che forse più che Sonic bisognerebbe chiamare in causa un altro degli apostoli del Vangelo secondo SEGA, Out Run. Però a differenza di Out Run i potenziamenti sono procedurali come il livello che si deve completare, e giocano proprio con gli elementi di design che si possono o meno trovare sulla strada. Alcuni power up si attivano solo quando Zoe schiva, cioè passa vicino ad un ostacolo (o tra due di questi) senza schiantarcisi contro. In altri il trigger è all’inizio del livello e dura qualche secondo, e lì il gioco diventa quello di capitalizzare al massimo la partenza gestendo il vantaggio rispetto alla corruzione che fa collassare i mondi alle spalle della protagonista. I più sfiziosi sono i potenziamenti a ricarica, che si attivino premendo qualche tasto oppure girino semplicemente ogni tot secondi. È così che si raggiungono le velocità più alte, magari in combo con una delle abilità stock di Zoe – all’inizio dotata di una tavola con cui surfare, ma che più avanti può essere sostituita con oggetti tipo scialli magici o rampini.
TINY WINGS
Easy to learn, hard to master. È la legge di Bushnell

Come le spire di Slay the Spire. Però in realtà si può selezionare già le mosse successive rendendo l’esperienza ancor più ritmata.
Potenziamenti che riprendendo a modello Slay the Spire possono essere o acquistati qualora si decida di optare per un percorso attraverso il frammento che passa per dei negozi o ottenuti in modo casuale nei blocchi con gli eventi, che di tanto in tanto non mancano nemmeno di chiedere in cambio energia o punti salute a complicare le cose. Sembrerebbe tutto perfetto, se non fosse che arrivati alla fine di un frammento c’è una Boss Fight ed è qua che Haste mostra il fianco: l’unica meccanica per far danno ad un boss è andargli contro, e per il resto quindi le differenze tra questi sono soprattutto estetiche – se non per un paio di eccezioni e appiattiscono molto l’esperienza.
Per chi gioca in italiano c’è anche qualche problema di localizzazione, vista una traduzione un po’ approssimativa e che non viene caricata su alcuni testi, mostrando l’originale in inglese. Niente di gravissimo, anche perché alla fine la narrativa di Haste interessa il giusto, ma comunque errore da matita rossa.
In Breve: Haste è una di quelle cose “easy to learn hard to master” capaci di dare assuefazione nonostante qua e là qualche difettino in effetti ci sia.
Piattaforma di prova: PC
Configurazione di prova: AMD Ryzen 7 5800X, 80 GB di RAM, GeForce RTX 4070, SSD / Steam Deck
Com’è, come gira: Ad eccezione di alcune traduzioni in italiano mancanti nulla da segnalare. Su Deck il gioco è listato come “giocabile”, a causa di alcuni testi un po’ piccoli sul suo display da 7 pollici e di alcune funzionalità che chiedono di richiamare la tastiera touch.