Headquarters World War II – Recensione

PC

I ragazzi di Starni Games, con Headquarters World War II, partoriscono un XCOM-like di notevole spessore, restituendo cornici storiche da affrontare a suon di turni e strategia e al netto delle derivazioni, il risultato è dannatamente convincente come intrigante.

Sviluppatore / Publisher: Starni Games / Slitherine Prezzo: ND Localizzazione: Testi Multiplayer: Online PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data di lancio: 11 aprile 2024

La cornice della Seconda Guerra Mondiale è un contesto storico estremamente saccheggiato da molteplici media: serie tv, cinema, romanzi storici e i videogiochi non sono da meno. Dei tanti assaggi, in particolare il contesto strategico è quello che più si presta a delle rivisitazioni di passaggi cruciali che hanno segnato la storia.

La missione dei ragazzi di Starni Games è dunque quella di proporre al videogiocatore uno strategico costruito sulla base di un XCOM a cui poi costruire delle meccaniche di gioco assieme a spesse varietà di applicazioni che rendono la fruibilità delle stesse davvero appaganti. Insomma, senza giri di parole, al netto di qualche timore iniziale a causa di una presentazione su schermo un po’ caotica, il feeling progressivo è davvero incalzante.

HEADQUARTERS: WORLD WAR II, NEI PANNI DEL NEMICO

Con Headquarters: World War II abbiamo la possibilità di affrontare tre distinte campagne, utilizzando gli eserciti inglesi, americani e tedeschi. Le tre campagne si interconnettono in alcune missioni specifiche, tanto per fare un esempio, su Omaha Beach, storico sbarco delle truppe statunitensi sul suolo francese occupato dai tedeschi, la stessa missione sarà riutilizzata in entrambe le campagne, da parte dei nazisti come degli americani.

Il primo approccio con il gioco, a causa delle tante icone nei menù, può mettere paura, ma basta poco per prenderci la mano.

Mouse alla mano la struttura di gioco è – come già accennato in apertura – molto simile a quella di un XCOM, con tutte le sue meccaniche uniche, di certo non molte, ma sufficienti per regalare al titolo una forte struttura su cui sorreggersi con le proprie gambe, evitare paragoni e restituendo una sana e piacevole sensazione di appagamento missione dopo missione.

Con un’esecuzione incalzante dei turni di gioco, Headquarters: World War II può regalare decine di ore di divertimento

Con le truppe schierate nella mappa, il passo successivo è quello di avanzare con ogni singolo uomo, truppa o cingolo, annientare i nemici e raggiungere gli obiettivi di missione. Mosse tutte le nostre truppe, si passa il turno al nemico che muoverà le sue di pedine sulla mappa, con un’IA che ben si presta a elaborare strategie mai banali, mettendo seriamente a dura prova le tattiche che idealizzeremo e cambieremo di turno in turno.

VELOCI E DINAMICI

Un aspetto particolare che riguarda il posizionamento dei nostri soldati riguarda proprio le reazioni dei nemici. Non dobbiamo pensare che questi si attivino soltanto durante il turno nemico, infatti se entreremo nel raggio di azione di una coppia di cecchini nemici, questi non ci penseranno due volte a fare fuoco.

Se sotto tiro, saremo bersagli facili per i nemici.

In modo estremamente intrinseco, cercando una carezza di forte realismo dinamico, il consiglio è quello di non affezionarvi a nessun soldato sul campo, anche se li farete avanzare di qualche livello di gioco. Non ci sono alieni o superuomini nella tragica ombra della Seconda Guerra Mondiale, dunque tutti possono cadere a causa del fuoco nemico e di perdite ne avrete in gran quantità. Il livello di sfida dunque – come avrete intuito – è saggiamente dosato, senza mai impennare, bensì stimolando a creare tattiche precise e chirurgiche. In tal senso la longevità del titolo si trasforma in un’esperienza personale: se siete dei strateghi nati, porterete a compimento le missioni anche in meno di dieci turni, mentre per tutti gli altri non è da escludere di passare anche più di trenta minuti in una singola missione.

Tutto quello che riguarda le art e i menù di gioco è estremamente abbozzato e dozzinale. Per fortuna il gioco è decisamente migliore nella sua risoluzione finale

Questo perché i nemici sono agguerriti, gli obiettivi si sviluppano su più step di completamento, senza darci mai la sensazione di avere tra le mani una vittoria sicura. In tal senso non aiuta un approccio al gioco estremamente anticlimatico: al netto di un ricco tutorial dove apprendere le meccaniche base, in gioco ci ritroviamo spesso con decine di icone su schermo, comandi da impartire, valori da considerare e un umore generale dei soldati da tenere alto per evitare malus in combattimento. Insomma, datevi un paio di ore di rodaggio per Headquarters: World War II dato che il primo impatto è sicuramente alienante, ma il tempo di parlare la stessa lingua del titolo e il divertimento poi sarà assicurato.

RICOSTRUZIONE STORICA

Un ultimo appunto per quanto concerne la realizzazione estetica: un generale “pensavo peggio” può facilmente riassumere l’impatto artistico fuorviante di questo gioco. Il menù, le fasi di caricamento e tutto quello che circonda il gioco è estremamente dozzinale, ma entrati nel vivo, la realizzazione estetica come tecnica è davvero buona.

Oltre alle statistiche di riuscita o meno di un attacco, teniamo sotto controllo anche il valore relativo al morale delle truppe.

Le stesse mappe sono ricche di dettagli non casuali bensì utili durante i combattimenti (tipo un dosso in rialzo o un edificio, luoghi per uscire dalla traiettoria di tiro dei nemici, ripararsi e magari far perdere visivamente le nostre tracce). Lo stesso comparto sonoro si muove agilmente in una cornice storica fatta di silenzi, violente esplosioni e colpi di arma da fuoco ben realizzati.

Tre campagne da affrontare. Alcune missioni si ripetono, ma altre ci fanno vivere momenti storici da diversi punti di vista

Headquarters: World War II potrebbe cadere nel solito gioco malsano di una presentazione da fuori estremamente dozzinale, per poi trovarci di fronte ad un titolo davvero ben realizzato e confezionato, che sarà soddisfare i palati fini di chi è in cerca di un nuovo strategico da spolpare. Niente di rivoluzionario sia ben chiaro, ma la possibilità di avere del sano divertimento e un ventaglio di opzioni e meccaniche di gioco ben realizzate è cosa estremamente gradita.

In Breve:  Headquarters: World War 2 è una valida alternativa per chi cerca uno strategico in pieno stile XCOM. Abbastanza longevo e con un ventaglio di azioni sul campo rendono questo titolo, apparentemente poco appariscente, una valida alternativa che non sfigura a confronto con altri titoli più blasonati.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, Come Gira: Nella piattaforma di gioco il titolo si è comportato senza apparenti problemi di esecuzione.

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Pro

  • Buonissima longevità / Mappe ben realizzate / Meccaniche e approccio al gioco appagante e divertente

Contro

  • I menù di gioco lasciano a desiderare / Qualche incertezza generale / Alcune missioni si ripetono
8

Più che buono

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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