Helldivers 2 – Recensione

PC PS5

Negli ultimi tempi Sony sta investendo parecchio nei Game as a Service, e lo scanzonatissimo Helldivers 2 è uno dei primi del nuovo corso. Ma com’è il gioco oltre il servizio?

Sviluppatore / Publisher: Arrowhead Studios / Sony Interactive Entertainment Prezzo: 39,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Online Cooperativo PEGI: 18 Disponibile Su: PC (Steam), PS5 Data di Lancio: Già disponibile

Quella di Arrowhead Game Studios è la storia di uno studio che fin da subito è riuscito a distinguersi. Nel 2011, gli svedesi debuttarono con Magicka, un gioco cooperativo dall’atmosfera tutt’altro che seria in cui fino a un massimo di quattro giocatori si calavano nei lunghi panni di altrettanti maghetti impegnati a sconfiggere la più classica delle minacce fantasy. Magicka era caratterizzato da un interessante sistema di creazione delle magie, basato sulla combinazione a piacere di otto elementi diversi e sulla presenza del fuoco amico: con tutti i raggi, le palle di fuoco, le mine magiche che volavano in giro, uccidere i propri compagni di squadra non era solo possibile, era addirittura molto probabile; fortunatamente, esisteva anche un incantesimo capace di riportarli istantaneamente in vita.

Dopo la parentesi solo PvP di The Showdown Effect – altro gioco valido, ma per la sua natura non destinato a un ampio successo di pubblico – Arrowhead torna sul cooperativo con il reboot di Gauntlet prima e con Helldivers poi. Smaccatamente ispirato a Starship Troopers, quest’ultimo si guadagna fin da subito un buon seguito, ed è immediatamente evidente che ci troviamo di fronte a qualcosa degli stessi creatori di Magicka: chiaro, sono sparite le magie, ma l’atto di chiamare stratagemmi inserendo rapide combinazioni di tasti non può fare a meno di ricordare il frenetico combinare degli elementi più adatti alla situazione. E naturalmente c’è il fuoco amico.

CON HELLDIVERS 2, ARROWHEAD DIVENTA GRANDE

A nove anni di distanza, Arrowhead Game Studios ha fatto il salto di qualità. Tutti i loro giochi precedenti potevano rientrare nel novero dei “quasi-indie”, ovvero giochi a medio-basso budget, caratterizzati da visuale isometrica o 2D; le tre dimensioni di Helldivers 2, di contro, sono solo uno degli indicatori del fatto che quest’ultimo titolo ha avuto un budget ben più importante, senza dubbio anche perché si andava a ben inserire nella sopracitata strategia di mercato di Sony. Ma facciamo un attimo un passo indietro, spiegando di preciso di che gioco stiamo parlando: così come il suo predecessore, Helldivers 2 è ambientato in un futuro in cui l’ultra-democratica Super Terra deve difendersi da pericolosissime minacce aliene. Per farlo, addestra un corpo di soldati d’élite – gli Helldivers, appunto – che verranno catapultati negli scenari più difficili avendo a disposizione l’armamentario più avanzato che la Super Terra è in grado di produrre.

NEI PANNI DI SOLDATI D’ÉLITE, DOVREMO DIFENDERE SUPER TERRA DAGLI ALIENI

La quasi totalità di questo armamentario, però, ha una funzione offensiva: questo significa che se da un lato potremmo imbracciare devastanti armi da fuoco o chiamare in nostro soccorso potenti attacchi orbitali, dall’altro la speranza di vita del nostro Helldiver rimarrà inesorabilmente molto bassa. È proprio questo, combinato con la relativa facilità del rientro in gioco, uno dei motivi che rendono Helldivers 2 così divertente. Bastano pochi secondi per passare da una situazione in cui stiamo ammirando l’opera di devastazione portata dal carico di un caccia Eagle a un’altra in cui ci ritroviamo a correre in preda al panico inseguiti da decine di insetti mentre tutte le nostre armi da fuoco hanno disperato bisogno di essere ricaricate (situazione in cui, devo ammettere, mi ritrovo più spesso di quanto credo sia normale. Il tutto mentre i miei compagni di squadra, con cui pure sono in voice chat, stanno lì a scambiarsi gli zainetti, a fare chest bump e a chiedersi dove sono finito).

Helldivers 2 recensione

Le difficoltà più basse sono tranquillamente affrontabili in solitaria. Salendo… molto meno.

Spendiamo un attimo qualche parola sulla struttura del gioco. All’avvio, ci troveremo sul nostro Super Destroyer, una nave spaziale di cui siamo comandanti. Da qui, potremo accedere alla mappa spaziale, divisa in settori; ciascun settore può essere conquistato dagli alieni o, se abbastanza giocatori completano operazioni sui pianeti di quel settore, riconquistato dalle forze della Super Terra.Su ciascun pianeta troveremo più operazioni, diverse a seconda della difficoltà scelta – nove in totale – e a loro volta divise in missioni, ciascuna con i suoi obiettivi primari da completare prima di poter estrarre.

ALLE DIFFICOLTÀ PIÙ ALTE NON E PER NIENTE IMPOSSIBILE TROVARSI SUL FILO DEL RASOIO

Rispetto al predecessore, in Helldivers 2 queste missioni hanno due differenze importanti: la prima è che il numero di rientri in gioco è limitato; una volta usati i 20 rinforzi a disposizione, dovremo aspettare circa due minuti per ogni singolo rientro. La seconda è che anche il tempo è limitato: una volta esaurito, il Super Destroyer lascerà l’area di operazioni, rendendo impossibile l’uso di stratagemmi – rinforzi inclusi! – e chiamando automaticamente lo shuttle per l’evacuazione, che dovrete raggiungere prima che decida di abbandonarvi sul pianeta. E non è per niente impossibile, specie alle difficoltà più alte, ritrovarsi alle strette, a correre cercando per quanto possibile di ignorare i nemici verso quel fascio di luce blu che rappresenta l’ultima speranza di salvezza per i nostri Helldiver.

– TITOLO CENSURATO IN ATTESA DI GIUDIZIO PER TRADIMENTO –

Credo che da quanto ho scritto finora si riesca a intuire quanto mi sia piaciuto Helldivers 2, e ne parlerò ancora prima di chiudere la recensione, ma è altrettanto importante evidenziare come non sia tutto oro quel che luccica. Se avete seguito le discussioni intorno al lancio del gioco, avrete sicuramente sentito parlare di nProtect GameGuard, l’anticheat che utilizza e che accede al nostro pc a livello kernel; non sono abbastanza esperto da potervi dire di preciso cosa questo significhi, ma il succo è che si tratta di un sistema molto invasivo e che non ha comunque impedito a qualche cheater di fare i suoi comodi.

HELLDIVERS 2 HA QUALCHE PROBLEMA DI STABILITÀ

Al di là di questo, comunque, c’è anche altro. I crash, per esempio: a me non sono capitati – o meglio, mi sono capitati quando chiudevo il gioco; un non-problema, dunque – ma una delle persone con cui ho giocato in questi giorni crasha regolarmente durante le missioni, e le patch post-release hanno mitigato ma non risolto il problema. E, insomma, anche se è possibile entrare in una missione in corso, non è mai bello crashare quando lo shuttle d’estrazione sta per arrivare e perdere così tutti i progressi fatti durante la missione.

Helldivers 2 recensione

Questo… è bello grosso. Portatevi dietro armi pesanti.

E a proposito di progressi, devo ammettere di trovare stancante questa abitudine di ogni gioco di avere troppe valute diverse (sei in Helldivers 2: requisizione, medaglie, campioni comuni, rari e super, e super crediti); e non riesco neanche a farmi andare troppo a genio il modo in cui è strutturata la progressione. Salire di livello ci permetterà di sbloccare nuovi stratagemmi, e questi – che richiedono requisizione, ottenuta completando missioni – si ottengono a un buon ritmo. Diverso invece il discorso per i potenziamenti della nave – che richiedono campioni, trovati durante le missioni: ma occhio, se morite cadranno e dovranno essere nuovamente raccolti, non sempre facile o possibile – per cui il ritmo è decisamente troppo lento; al momento della stesura di questa recensione, in venti ore di gioco ne ho sbloccati soltanto due su diciotto totali. Armi e corazze, invece, si ottengono tramite i Titoli di Guerra: sostanzialmente i Battle Pass secondo Arrowhead, in cui utilizzando le medaglie ottenute a fine missione dovrete mano a mano sbloccare quanto contenuto nelle varie pagine. Sbloccare le pagine successive richiede di aver speso una quantità predefinita di medaglie nelle pagine precedenti, dunque dovrete investire risorse anche in elementi che non vi interessano particolarmente.

La progressione delle armi è legata a un sistema “alla battle pass”, e non mi fa impazzire.

Scrivere la recensione di Helldivers 2 mi ricorda quando stavo scrivendo quella di Warhammer 40,000: Darktide. E cioè: siamo di fronte a un gioco che funziona alla grande, peccato per alcune delle cose che ci stanno intorno. E quando dico che funziona alla grande, non sto esagerando: Helldivers 2 è davvero divertentissimo. Il mio timore principale quando ho visto che l’impostazione di gioco era passata dall’isometrico al 3D con visuale in terza persona era che si fosse persa parte di quella magia del primo: invece non è così, anzi, il passaggio alla terza dimensione ha beneficiato parecchio a Helldivers, non solo dal punto di vista della resa grafica che, comunque, ha il suo perché (ritrovarsi a correre per la giungla di notte mentre i laser degli automaton volano attorno a noi è un’esperienza da fare), ma anche dal punto di vista del gameplay.

IL PASSAGGIO ALLA TERZA DIMENSIONE NON HA FATTO PERDERE A HELLDIVERS QUELLA CHE ERA LA SUA IDENTITÀ

Sembreranno discorsi banali a chi non ha giocato al predecessore, ma anche ora che la telecamera non è più condivisa e che è possibile vedere da molto più lontano i nemici le possibilità tattiche non solo si aprono, ma tutto questo non va a intaccare quello esprit de corps che si formava con gli altri tre eroici soldati della super democrazia. La cooperazione non è forse indispensabile – sono sicuro che qualche asso del gaming riuscirà a completare le missioni da solo anche a difficoltà Helldive – ma di sicuro è parecchio incoraggiata, non fosse altro per avvisare i compagni di un bombardamento orbitale in arrivo.

<em><strong>Le torrette automatiche sono molto utili, ma attenti a non trovarvi sulla loro linea di tiro!</strong></em>Il tutto, poi, va a inserirsi in una presentazione che è davvero ben sviluppata. Certo, forse il gioco fatica un po’ ad arrivare ad alti FPS, ma siamo comunque su livelli ben accettabili, e per un gioco che è davvero bello da vedere, fra ambienti, illuminazione, effetti delle armi; note positive anche per le animazioni, con in particolare l’effetto ragdoll dei nostri soldatini sbalzati da qualche esplosione o nemico che non finirà mai di essere esilarante. E non si può neanche fare a meno di elogiare il sonoro, in particolare la colonna sonora composta da Wilbert Roget II, perfetta per il contesto che abbiamo di fronte.

VERSO LE STELLE

Per chiudere, insomma, quello che ci troviamo di fronte è indiscutibilmente un ottimo gioco. In questi giorni ci ho giocato con almeno una decina di persone e tutte hanno espresso un incredibile entusiasmo per ciò che si trovavano davanti, ed è inevitabile quando un titolo riesce ad essere allo stesso tempo immediatamente accessibile e sempre coinvolgente, con una capacità di alternare fasi frenetiche dove i nemici sembra non cessino mai di arrivare con proverbiali momenti di quiete prima della tempesta, perfetti per permettere di tirare il fiato e indispensabili considerato che le missioni possono durare anche quaranta minuti. Certo, come già accennato qualche elemento da sopracciglio alzato c’è, e qui sta a ciascuno considerare quanto possano influire nella decisione o meno di acquistare il gioco. Ma per quanto mi riguarda, fa incredibilmente piacere vedere che nonostante la transizione a videogiochi di tutt’altra scala rispetto a quanto erano abituati, con Helldivers 2 Arrowhead Game Studios sia riuscito a non perdere la sua identità. Fossero tutti così i Game as a Service, sarebbe da metterci la firma.

In Breve: Al netto di qualche perplessità – riguardante l’anticheat, i crash, e il sistema di progressione – Helldivers 2 dimostra ogni minuto che passa di essere un gioco incredibilmente ben riuscito. Come sempre quanto si tratta di giochi di questo genere, è difficile predire quale sarà il suo staying power, o come si svilupperà il suo modello di Game as a Service. Ma, per ora, ci troviamo di fronte a uno dei giochi cooperativi più immediatamente divertenti usciti negli ultimi tempi.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: RTX 3060, Ryzen 3600, 16GB RAM, SSD NVMe
Com’è, Come Gira: Sull’ottimizzazione si può migliorare, dato che i 60 fps a 1080p non sono sempre garantiti, ma i cali non sono mai stati drammatici e sempre nella soglia dell’accettabile. Vanno però segnalati problemi di crash, che Arrowhead è già al lavoro per cercare di risolvere con patch quasi giornaliere.

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Pro

  • Formula di gioco immediata / Si fanno saltare per aria alieni che è un piacere / ...occhio al fuoco amico!

Contro

  • Problemi di stabilità del gioco / Qualche dubbio sulla progressione / Anticheat invasivo.
9

Ottimo

Dai monti del Trentino scende Marco Bortoluzzi – figurativamente, s'intende, perché per smuoverlo dal suo paese servono le cannonate. Non chiedetegli mai perché ha giocato così tanto a Dota 2.

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