Amore? L’amore è per i vivi Sal. La cerco solo perché lei è il mio biglietto d’uscita da qui.
Che strano posto internet: è una realtà capace di rovinare ogni tipo di ricordo che abbiamo coccolato nella nostra memoria per molti anni. Per esempio Grim Fandango, una delle primissime avventure grafiche a cui ho giocato in gioventù e che tenevo tanto nel mio cuore quanto nel palmo della mia mano, con l’arrivo di internet e la condivisione di opinioni altrui, ho scoperto essere uno dei giochi firmati dal leggendario Tim Schafer che gli appassionati del settore ad oggi più odiano. Ma perché?
GRIM FANDANGO, DA MITO A ZERO
La storia produttiva di Grim Fandango più o meno la conosciamo, almeno la risposta del pubblico e delle vendita che avvenne dopo il lancio del gioco, con delle vendite assolutamente inferiori a qualunque previsione al minimo, pur vivendo grazie al passaparola e diventando nel tempo – per alcuni – un’opera da rivalutare, al pari di un vero e proprio gioco di culto.
Con il protagonista che appare in un singolare momento di Monkey Island 3, il buon Manny Calavera è un agente di viaggi che aiuta a traghettare i morti verso il dolce aldilà. Ma la struttura narrativa di Grim Fandango non si costruisce di stilemi ripetuti da altre opere, anzi, Grim Fandango cercava in tutti i modi di esplorare sfumature della mitologia atzeca per quello che riguardava l’aldilà, dove tutte le anime dovevano effettuare un viaggio lungo la Terra dei Morti per giungere alla pace eterna, ma affrontare il discorso di morte e aldilà in un videogioco non è certo semplice, tanto meno cercare di farlo in un modo leggero e divertente, ecco dunque che mentre il mondo dei morti è rappresentato con una società precisa, organizzata e non senza criminalità, le incursioni di Manni Calavera nel mondo dei vivi sotto le vesti del tristo mietitore è un’incursione bislacca ed astratta, con il mondo dei vivi che sembra essere uscito dalla mente di Picasso.
UN AMORE OGNI ALTRA COSA
Ma al netto del gioco, disposto su due comodi CD-Rom che tagliavano di netto l’avventura (con il secondo estremamente più ricco e longevo) e della sua incredibile bellezza tanto nella direzione artistica quanto nel doppiaggio (ho sempre nel cuore il momento in cui Manny Calavera in un momento di frustrazione a lavoro se la prende con la perforatrice della segretaria), il cuore di Grim Fandango è sempre stato nello stile e nell’ambiente.
Grim Fandango è quella sensazione accogliente di tornare a casa e sentirsi venire incontro un buon disco jazz
Immaginate una hall di un hotel, un’entrata alla Humprey Bogart, una di quelle dove si va dritti al bancone del bar senza guardare in faccia nessuno, un’improvvisazione jazz in sottofondo, un bel vestito, qualche piacevole compagnia attorno a noi, di quelle dal bel sorriso e dal buon gusto di wiskey. Questo e altro mi ha sempre suggerito nella testa Grim Fandango, uno stile estetico e di ambiente assolutamente unico per un titolo che ha sempre attinto a fonti preesistenti pur creandosi una sua identità.
Schafer, da grande amante di Cinema che si è sempre dichiarato, non nasconde la sua passione per Casablanca e ne estrae lo stile narrativo come anche il grande senso di romanticismo che pervade l’opera. La ricerca di Manny Calavera della sua Mercedes è un viaggio nella Terra dei Morti portato avanti dal carisma e dalla scorza dura di un personaggio iconico, delicato, profondo e anche stranamente romantico, a cui a fare da spalla c’è il simpaticissimo Glottis, capace di diventare anche lui un personaggio tanto raffinato quanto delicato.
Attraversando stilemi, gangster da quattro soldi con pistole rubate al giardiniere sotto casa, Revolucion improvvisate con scheletri di piccioni viaggiatori e marmotte di fuoco, Grim Fandango si è portato a casa e nei cuori dei videogiocatori uno stile e un amore incondizionato. Che poi possa trovare detrattori per uno stile di avventura grafica in parte rivoluzionario e che per molti è stato visto quasi come un tradimento (vedi anche il responso di Gabriel Knight 3) è cosa effettiva e anche condivisibile sotto alcuni punti, ma sono passati 25 anni e la colonna sonora del titolo mi suona ancora tutta in testa.