Mai arrendersi al proprio destino! Guardate Aloy: cresciuta da emarginata, diventerà non solo un faro per il suo popolo, ma anche uno dei personaggi più amati dai videogiocatori. A soli sette anni dal debutto, torna con Horizon Zero Dawn Remastered.
Sviluppatore / Publisher: Guerrilla Games, Nixxes / PlayStation Publishing Prezzo: 49.99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS5 Data d’uscita: 31 ottobre
Il conflitto tra uomo e macchina affascina e inquieta il pubblico da sempre. Da La Fabbrica delle Menti del 1920, in cui viene usato per la prima volta il termine “robot” e narra di un’umanità sterminata da automi inizialmente creati per servirla, fino alla saga di Westworld e Terminator, quei malvagi ammassi di ferraglia hanno tentato in tutti i modi di farci a pezzetti. In questo particolare ramo della letteratura trova posto anche la serie di videogame Horizon, nata con Horizon Zero Dawn di Guerrilla Games. Siamo nel XXXI secolo, in un mondo post apocalittico in cui l’umanità è regredita al punto da vivere in tribù primitive, e i nuovi padroni della Terra sono le Macchine, creature meccaniche simili ad animali.
Qui viene alla luce una bambina che per vicissitudini della vita non spoilerabili – anche se si tratta di un gioco del 2017 e ormai anche i sassi ne conosceranno la storia – viene definita “senza madre” e quindi emarginata. Cresciuta a ignoranza e spavalderia dal burbero Rost, versione testosteronica del nonno di Heidi, si allena senza sosta per anni al fine di superare la Prova, rito di iniziazione che dovrebbe riammetterla nelle fila dei Nora, sua comunità natale, e permetterle di far luce sulle proprie origini.
Horizon Zero Dawn Remastered è un AAARPG, e le tante “A” enfatizzano l’azione a discapito della componente ruolistica. In questo genere di giochi, è giusto così
HORIZON ZERO DAWN REMASTERED E LA TEORIA DELLA RELATIVITÀ
Quanti sono sette anni? Sette anni sono forse pochi affinché un giocatore del day one si sia dimenticato del lore, tra l’altro mantenuto vivo dal sequel Horizon Forbidden West, e voglia ripartire da zero, dato che con l’espansione The Frozen Wilds, inclusa nell’offerta, ci si libra beatamente sopra le quaranta ore di gioco. Sette anni sono sufficienti affinché chi non ha preso per qualche motivo l’originale a suo tempo consideri vecchio un videogame del 2017, e si diriga verso la moltitudine di AAA più recenti.
Sette anni sono un’era geologica, che ha visto anche il passaggio dalla PS4 alla PS5. Horizon Zero Dawn merita dunque l’esistenza di una Remastered, soprattutto per chi oggi vuol vivere le avventure di Aloy nel modo più sontuoso possibile, grazie non solo alla maggior potenza dell’hardware moderno ma anche all’ottimo lavoro svolto dagli sviluppatori. Questa recensione parte dal 90 assegnato all’originale da un mio illustre predecessore; scopriamo dunque se l’asticella si è alzata o non è stata nemmeno raggiunta.
Non troverete solo texture dalla maggior risoluzione, ma anche migliori effetti volumetrici, cicli giorno/notte convincenti e attori finalmente molto espressivi. Una bella spremuta di hardware
OK, MA COSA HANNO AGGIUNTO?
Ed eccoci finalmente giunti all’odioso momento in cui bisogna trattare uno dei migliori videogame del decennio come una lista della spesa; hai preso il sale? Hai trovato i biscotti? Gli aspetti che saltano immediatamente all’occhio sono tre; innanzitutto la natura è rappresentata in modo più realistico, Pandoriano potremmo dire, citando la grande cura riposta da Ubisoft nel creare il mondo di gioco in Avatar: Frontiers of Pandora. Correre in lungo e in largo per il Colorado, o quel che ne rimane in Horizon Zero Dawn Remastered, è come immergersi in una magnifica cartolina virtuale, complice anche una notevolmente migliorata gestione di agenti atmosferici e cicli giorno/notte. Pure le strutture antropiche ora sono molto più dettagliate, e in grado di stagliarsi nel mezzo di effetti volumetrici, anch’essi portati a un livello superiore.
Ma se questi elementi possono passare in secondo piano mentre la battaglia infuria, lo stesso non si può dire delle espressioni dei personaggi, Aloy per prima, durante le cutscene. Finalmente i modelli non soffrono più di ciò che io chiamo “overdose da botulino” riferendomi a visi troppo statici, paralizzati, quasi congelati, che ora invece recitano in maniera molto realistica, soprattutto quando inquadrati in primo piano. Se quindi il gameplay è rimasto uguale, ed è più che comprensibile trattandosi di una Remaster, il comparto artistico ci ha notevolmente guadagnato, mettendo alla frusta la PS5 per regalarci una storia senza tempo che sfrutta appieno l’hardware next-gen, o current-gen, o scurre-gen, o comunque vogliate chiamare ciò che si trova ora nei negozi. Il meritato voto della recensione dell’epoca quindi non può che venir confermato.
In Breve: Bello da giocare come il primo Horizon Zero Dawn, bello da vedere come l’ultimo Horizon Forbidden West. Così si può riassumere questa Remastered, che mantiene intatto il gamplay dell’originale aumentando la resa grafica grazie alle maggiori risorse hardware disponibili. In particolare Aloy e gli altri personaggi ora sono molto più espressivi e si muovono in un mondo nel quale la natura è rigogliosa e le strutture antropiche si stagliano solenni in mezzo a effetti volumetrici con un realistico ciclo giorno/notte. Chi ha giocato da poco l’originale forse non vorrà spendere altre quaranta ore alla Remastered, per le nuove leve è uno dei migliori ARPG in circolazione.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: La telecamera nelle fasi più concitate è un po’ difficile da gestire, ma si tratta di momenti sporadici e in ogni caso una morte accidentale non porta a malus.