Insurgency: Sandstorm - Recensione

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Se c’è un particolare che permette a Insurgency: Sandstorm di distinguersi dal resto della vecchia e nuova concorrenza, e che lo rende un titolo tanto interessante nel popoloso mondo degli FPS multiplayer, questo è lo spiccato realismo. Diciamocela tutta, non è facile attirare l’attenzione con un tema non proprio originalissimo da generica guerra in Medio Oriente tra forze militari e insurrezionalisti, specialmente se si esce a pochi mesi di distanza da giganti come Call of Duty o Battlefield. Eppure il sequel del popolare Insurgency, pubblicato più di quattro anni fa come standalone di una community mod del Source engine, riesce tranquillamente a non finire nel dimenticatoio con l’etichetta di ennesimo CS:GO-like qualsiasi, proprio grazie alla sua natura decisamente punitiva e alla quasi totale assenza di HUD.

LA QUINTESSENZA DEL PVP

L’anima hardcore e vecchio stampo del titolo sviluppato da New World Interactive potrebbe all’inizio scoraggiare i meno habitué del genere ma, fortunatamente, non rappresenta di per sé un ostacolo insormontabile. D’altronde, anche il solo fatto che le squadre abbiano al loro interno fino a sedici elementi fa sì che gli errori di troppo non pesino esageratamente sullo svolgimento complessivo delle partite. Il gameplay è un giusto equilibrio tra la coordinazione di squadra, necessaria per procedere nella conquista della mappa, e l’abilità in singolo. La letalità dei proiettili premia senza mezzi termini i migliori tiratori così come gli strateghi. I nostri avatar sono l’esatto opposto delle cosiddette bullet sponge che rendono alcuni sparatutto moderni così incredibilmente frustranti: per mettere a segno un’uccisione servono pochi colpi ben mirati indipendentemente dall’arma che si utilizza, e conoscere gli anfratti più nascosti della mappa si rivela spesso la carta vincente per mettere fuori gioco i nemici.

Il gameplay di Sandstorm è il giusto equilibrio tra la coordinazione di squadra e l’abilità in singolo

Le tre modalità di gioco in PvP sono “Push”, “Firefight” e “Skirmish”. Seppur con qualche dovuta differenza, tutte coinvolgono una serie di punti strategici da conquistare e/o difendere, dai quali dipende anche il numero di volte in cui si può tornare in vita dopo essere stati uccisi (le cosiddette ondate). Un netto downgrade rispetto all’iterazione precedente, che ne prevede ben sei di più, al quale gli sviluppatori potrebbero porre rimedio con i futuri e già annunciati aggiornamenti. Anche le mappe, purtroppo, attualmente si contano sulle dita di una mano e, dal punto di vista estetico, non spiccano esattamente per originalità o per paesaggi mozzafiato. Fortunatamente, la presenza di tantissimi punti d’accesso alle singole aree, persino quelle più strette, non assicura mai un riparo assoluto e trovare un punto comodo in cui ricaricare (molto lentamente!) l’arma dopo uno scontro non è esattamente come bere un bicchier d’acqua. Questo comporta un livello di attenzione molto alto durante il corso dell’intero match e rende assolutamente vivo e dinamico il gameplay, portato ancor più all’estremo dalla presenza del fuoco amico, dalla difficoltà di distinguere all’istante gli amici dai nemici nelle situazioni più concitate e, perché no, anche dalla strana macchinosità nello scavalcare le strette finestre degli edifici.

Oltre al PvP, il titolo si compone anche di una parte PvE. Purtroppo non si tratta di una campagna in single player – la cui produzione è stata cancellata lo scorso gennaio – bensì di una modalità co-op denominata “Checkpoint”. Anche in questo caso, il compito è quello di procedere alla conquista di una serie di punti d’interesse nella mappa contro un intero team governato dall’intelligenza artificiale. Checkpoint può essere un buon modo per fare pratica prima di addentrarsi nel multiplayer vero e proprio, seppur non si presenti come ideale sostituto di una story mode.

FAI LA TUA SCELTA

A regalare tante soddisfazioni su Insurgency: Sandstorm è sicuramente la scelta tra una delle otto classi disponibili. Non mancano quelle tipiche di ogni FPS, come il generico Fuciliere e il Tiratore (in sostanza, un vero e proprio cecchino), ma spiccano anche interessanti aggiunte. Il Comandante e l’Osservatore per esempio, se coordinate, possono richiamare il supporto aereo e vivacizzare ancor di più la battaglia. Oltre a un variegato arsenale di armi disponibile per ogni tipo di soldato, il cui feeling è fortunatamente ben diversificato e abbastanza realistico, ci sono una serie di attachment – dai mirini ai compensatori, fino alle pettorine antiproiettile e alle maschere antigas – da scegliere ogniqualvolta si entra in combattimento. Il limitato numero di punti a nostra disposizione ci permette sceglierne solo alcuni, costringendoci così a creare e rimescolare l’equipaggiamento per tentare di trovare le migliori combinazioni in base non solo al nostro stile di gioco, ma anche alle nostre esigenze immediate. Inoltre pistole, fucili ed esplosivi non sono le uniche risorse a disposizione: i veicoli sono spesso una valida alternativa per rompere le linee nemiche, anche grazie alle torrette montate nel retro di alcuni di essi.

Pistole, fucili ed esplosivi non sono le uniche risorse a nostra disposizione

Dal punto di vista tecnico, il titolo di New World Interactive non è esattamente perfetto. Da un lato, il bellissimo doppiaggio dei personaggi e gli impressionanti effetti sonori rendono gli scontri ancora più immersivi e verosimili. Dall’altro, sebbene gli FPS siano rimasti stabilmente sopra i 60 con una 980ti, il gioco presenta una persistente e fastidiosa lentezza di caricamento delle texture quando si passa da una schermata all’altra (per esempio, dal campo di gioco al menu di selezione della classe) che mina non poco la nostra immersione. In più, i modelli degli alleati sono spesso affetti da stuttering, estremamente seccante da notare anche solo con la visione periferica mentre si procede verso un obiettivo o si mira attraverso la propria arma da fuoco. Nonostante questi piccoli difetti in fase di rifinitura, Insurgency: Sandstorm si presenta in tutto e per tutto come una validissima alternativa agli shooter più popolari in circolazione, specialmente per chi ha dimestichezza col genere ed è alla ricerca di un’esperienza più hardcore dal sapore classico, chat vocali in russo comprese.

Insurgency: Sandstorm non è esente da difetti, specialmente di natura tecnica. Nonostante questo, è estremamente coinvolgente e dotato di un fascino vecchio stile che rimanda ai vecchi FPS senza esserne necessariamente soffocato. Guardarsi le spalle dai nemici (e dagli amici!) diventa importante tanto quanto la conquista della mappa, e l’abilità negli headshot e nella lettura della mappa deve necessariamente andare di pari passo con una buona coordinazione in team.

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Pro

  • Gameplay molto dinamico e realistico.
  • Tattico al punto giusto.
  • Armi e classi variegate.

Contro

  • Scenari e modalità non sono molto originali.
  • Alcuni bug persistenti.
8.3

Più che buono

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