Katamari Damacy Reroll - Recensione

PC PS4 Switch

Diamo quasi per scontato che tutti voi abbiate già conosciuto il Re del Cosmo e il suo figliolo che ama vestire con attillate tutine verdi, giusto? Se qualcuno ha risposto “no” è pregato di vergognarsi una decina di minuti e poi tornare qui, c’è sempre tempo per recuperare e ora potrete farlo con questa versione rimasterizzata del primo, immortale Katamari Damacy. Dietro a questo particolarissimo titolo si nasconde la figura di Keita Takahashi, poliedrico artista e game designer la cui carriera non è stata così sfolgorante come si poteva pensare dopo l’uscita del suo primo gioco. La sua seconda fatica, intitolata Nobi Nobi Boy, non ebbe lo stesso successo di Katamari, e questo ha sicuramente influito sulla sua decisione di lasciare Namco Bandai per dedicarsi ad altro. In una delle sue ultime interviste dichiarò di volersi concentrare sulla creazione di parchi giochi per bambini, ma sembra che attualmente stia collaborando con un paio di software house su misteriosi progetti.

A prescindere dal destino che lo attende, il suo nome rimarrà per sempre legato a questo gioco incredibilmente originale e divertente, il cui successo non fu immediato. Inizialmente venne visto come qualcosa di troppo strano per farsi largo nella folla di uscite dell’epoca, era il 2004. Sorprendentemente, la curiosità e le vendite crebbero nel tempo con un passaparola sempre più veloce, sempre più persone volevano provare “quel gioco in cui si fa rotolare una palla appiccicosa”. Nonostante il favore della critica, il fenomeno purtroppo non diventò mai globale, ma fu sufficiente a giustificare qualche deludente sequel e dei trascurabili spin-off.

ROTOLA ROTOLA

Katamari Damacy Reroll è un bizzarro puzzle game nel quale bisogna controllare una grossa sfera capace di inglobare oggetti sempre più grandi, aumentando il suo diametro senza limiti. Si parte con puntine da disegno, rotoli di scotch e graffette e si finisce per appiccicare interi palazzi… sembra una follia e in effetti lo è, ma dannatamente divertente. La premessa narrativa dietro questo concept semplice ma geniale è forse ancora più folle: per soddisfare i desideri del Re del Cosmo, reduce da una sbronza colossale con conseguenze galattiche, il piccolo principe Ouji deve ripopolare il cielo di stelle e deve rimetterle insieme usando gli oggetti che rimarranno appiccicati alla sua palla colorata. Confusi? Siete in buona compagnia ma non fateci caso più di tanto.

Dietro a questo particolarissimo titolo si nasconde la figura di Keita Takahashi, poliedrico artista e game designer

Fortunatamente giocare a Katamari Damacy Reroll è molto più semplice che spiegarlo. Non dovrete fare altro che andarvene in giro per i livelli facendo aderire alla sfera oggetti sempre più grandi. Occhio a non sbattere troppo spesso o cadere da altezze eccessive perché il diametro della stessa (indicato in alto a sinistra sullo schermo) può anche ridursi e per raggiungere una certa quota avrete quasi sempre un limite di tempo. Inizialmente l’impresa non è difficile, ma con il passare degli stage il margine si fa sempre più stretto e gli ostacoli sempre più numerosi. Di tanto in tanto vi verranno anche richiesti obiettivi aggiuntivi, inglobando ad esempio quasi esclusivamente oggetti di un certo tipo. La varietà non è esattamente il pregio maggiore di questo gioco, ma la velocità con cui si snodano gli stage e il loro eccellente design sopperisce alla grande a questa mancanza. Non avrete percorsi prestabiliti, potrete andare dove volete ma solo rigiocando ogni livello più di una volta potrete migliorare le vostre prestazioni. Non che questo sia necessario per arrivare alla fine, ma se avete intenzione di ottenere punteggi da Pro non aspettatevi di farlo al primo tentativo. Come il titolo originale, Reroll offre anche una modalità per due giocatori abbastanza scialba a causa dell’assenza di una qualsiasi novità di rilievo rispetto all’offerta single-player. La possibilità di giocarla fin da subito sfruttando i due JoyCon offre però una porta d’accesso veloce e immediata a questo piccolo plus.

SENZA TASTI… O QUASI

La semplicità del gameplay di Katamari Damacy va di pari passo con quella del suo sistema di controllo. È uno dei pochi titoli a non utilizzare i tasti frontali della console, bastano i due analogici e i pulsanti dorsali per fare tutto ma dovrete farci l’abitudine. Inizialmente non è facile abituarsi ai movimenti rigidi del protagonista e della telecamera, ma con il passare del tempo tutto migliora. Inclinando gli stick nella stessa direzione si procede nel verso corrispondente, mentre invertendone una si può ruotare verso destra o sinistra. La pressione simultanea degli analogici permette una rapida inversione mentre con un altro tasto potrete ispezionare dall’altro la situazione generale del livello. Per questa edizione Switch è stato introdotto un control system alternativo che sfrutta i sensori di movimento e i giroscopi dei due JoyCon, utilizzabile ovviamente solo quando la console è in modalità table-top.

La semplicità del gameplay va di pari passo con quella del sistema di controllo

Il comparto grafico ha subito un aumento della risoluzione, salita fino allo standard Full HD, ma questo era il minimo sindacale richiesto per un operazione di restauro che invece ha lasciato praticamente intatti i modelli poligonali. Nell’insieme il colpo d’occhio è piacevole in modalità portatile, ma ovviamente presta il fianco a qualche stortura di naso quando si gioca con la Switch “dockata”. A rimanere (fortunatamente) inalterati in questa remastered sono la colonna sonora, ipnotica nelle sue sfumature che spaziano dal pop giapponese al jazz passando per l’elettronica, e i divertenti effetti sonori che accompagnano l’inglobamento dei diversi oggetti nella palla Katamari. Katamari Damacy Reroll ha il grande merito di mettere a disposizione delle generazioni più giovani un gioco del passato che non ha minimamente risentito del passaggio degli anni.

Katamari Damacy Reroll porta su Nintendo Switch, PC e (edit del 19/11/2020) PS4 la follia di un titolo rimasto praticamente unico nel suo genere. Un concept simile è stato recentemente introdotto in un altro puzzle game, Donut County, purtroppo non con gli stessi risultati in termini qualitativi. A distanza di quasi quindici anni il gameplay del gioco di Takahashi è ancora fresco, come appena uscito dal quartier generale Namco. Il plus della portabilità lo rende un compagno di viaggio perfetto per partite “mordi e fuggi”, ma qualche extra in più non ci sarebbe dispiaciuto.

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Pro

  • Ancora oggi è originale e divertente.
  • Colonna sonora immortale, quasi ipnotica.

Contro

  • Longevità limitata ma buona rigiocabilità.
  • Nessun nuovo contenuto di rilievo.
8.4

Più che buono

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