Koira – Recensione

PC PS5

A volte non servono parole per raccontare una storia. Basta il silenzio giusto, una melodia lieve, e qualcuno con cui condividere il cammino. Koira parla di amicizia, e lo fa a modo suo.

Sviluppatore / Publisher: Studio Tolima / Don’t Nod Prezzo: € 17.99 Localizzazione: completa Multiplayer: assente PEGI: Non disponibile Disponibile su: PC (Steam), PS5 Data d’uscita: già disponibile

Il mondo dei videogame indie è da sempre fucina di idee brillanti, esperienze rivoluzionarie e sperimentazioni a volte così astratte da farci dubitare se stiamo davvero giocando o semplicemente osservando una galleria d’arte con musica ambient in sottofondo. Non bisognerebbe dunque sorprendersi dinanzi a produzioni definite Story Rich benché prive di testi, dialoghi e lunghe cutscene. Qualche dubbio però sorge spontaneo: come farà il pubblico a lamentarsi della localizzazione se non c’è nulla da tradurre?

I Studio Tolima rinuncia ai canonici pilastri narrativi per lasciar spazio a un linguaggio più universale

Il povero tasto Esc non si sentirà trascurato senza alcun lungo video da skippare dopo cinque nanosecondi di riproduzione? Come padroneggiare il gameplay senza nemmeno un tutorial di ottantadue schermate? I belgi di Studio Tolima scelgono consapevolmente di rinunciare ai canonici pilastri narrativi per lasciar spazio a un linguaggio più universale composto da sguardi, suoni e, in qualche rara occasione, fumetti a raffigurare le esigenze dei protagonisti, come la voglia di una mela o la disperazione per aver smarrito la strada di casa.

Scelta rischiosa? Senza dubbio, ma quando c’è di mezzo un cucciolo perso in una foresta magica, salvato da un dolcissimo protagonista senza volto e favella, anche il silenzio sa raccontare. Arriva così Koira, pubblicato da una Don’t Nod già amatissima proprio per l’alta qualità dei giochi narrativi che ci regala da anni, come Life is Strange e Lost Records. Il demo provato qualche tempo fa ha impressionato molto favorevolmente, vediamo dunque se la versione finale è in grado di mantenere le aspettative.

KOIRA, L’AMICIZIA CHE SCONFIGGE LE TENEBRE

Il protagonista senza nome, nero come in Limbo ma dalla silhouette appena abbozzata come in Nobody Saves the World, si sveglia in una foresta misteriosa popolata da alberi inquietanti e strane nubi nere che limitano la visione e sbarrano il passaggio.

Koira trasforma i silenzi in poesia, raccontando una storia con un paio di pennellate di pixel

L’impenetrabile fog of war parrebbe non dissolversi mai, ma l’arrivo di un cucciolo di cane, anch’esso nero, stilizzato e solo, ribalterà la situazione; la sua gioia di vivere è tutto quel che gli serve per attraversare la cupa coltre e disperderla per sempre, rivelando nuove porzioni di mappa. Tra i due nasce subito una cooperazione destinata a trasformarsi in un solido legame con un unico obiettivo: trovare una casa e vivere felici. Non sarà impresa facile, poiché il cammino è costellato da trappole mortali e nemici pronti a farci la pelle, che includono il più malvagio e letale dei mostri: l’uomo.

Koira

Dannati cacciatori, sempre in cerca di far del male a qualcuno.

Proprio come in Endling – Extinction is Forever, la minaccia più grande è rappresentata da strutture antropiche e cacciatori senza scrupoli. Ma a che servirebbe una foresta incantata, se non ci donasse risorse per aver ragione di ogni avversità? In alcune radure troveremo statue di antiche divinità, dal look simile alla famosa Matryoshka, in grado di rimuovere ostacoli altrimenti insormontabili o conferirci superpoteri temporanei, a patto di ingraziarci i loro favori portando a termine piccole missioni. Questo è il momento nel quale la componente narrativa si intreccia con una manciata di enigmi per mettere a dura prova le nostre meningi.

DI CHE COLORE ERA IL CAVALLO BIANCO DI NAPOLEONE?

Precisiamo che Koira non vuole essere un puzzle game, però nel momento in cui si decide di sfidare l’intelletto, bisognerebbe almeno fingere di voler dare filo da torcere. Invece i problemi che dovremo risolvere sarebbero alla portata di un neonato appena uscito dal grembo materno, se solo potesse tenere in mano un pad.

Gli enigmi sono davvero troppo facili e potrebbero allontanare giocatori in cerca di sfida

Spaziamo dal trovare nuvole che evocano sagome riconoscibili al costruire un pupazzo di neve, o recuperare pezzi di statue evidenziati da un fortissimo effetto glow, o ancora colpire una mela con un bastoncino per farla cadere dall’albero. Situazioni di una semplicità così disarmante da chiedersi se a Studio Tolima siano seri o ci stiano trollando. La situazione non migliora di molto nelle sezioni stealth che ci vedono impegnati a sfuggire agli sguardi di cacciatori, cinghiali e bestie assortite, trovando riparo nell’oscurità o dietro qualche cespuglio. Sono sufficienti un paio di minuti per imparare il pattern di movimento dei nemici, e saremo in grado di defilarci senza attirare la loro attenzione.

Koira

Per risvegliare quella statua dovremo consolare tutti i funghetti tristi.

Per finire, la cooperazione tra il protagonista e il cagnolino ricalca schemi già visti milioni di volte: c’è un passaggio angusto? Il cucciolo ci passerà sicuramente. Percorso bloccato da piccoli detriti? Non è un problema, gli diremo di scavare per noi. Impossibile attraversare le lande innevate senza che la mente torni a Never Alone (Kisima Ingitchuna), che nonostante gli oltre dieci anni d’età propone ancor oggi un meraviglioso intreccio tra Nuna e la volpe Fox. E come scordare il gattino Mui di Planet of Lana? Sfortunatamente, stavolta non raggiungiamo questi livelli.

QUANDO L’ARTE VALE IL BIGLIETTO

C’è però un aspetto di Koira in grado di distribuire secchiate di stile: la grafica. Proprio come ai tempi del Commodore 64 era sufficiente uno screenshot per farci innamorare di un gioco, anche in questo caso è impossibile osservare le immagini di quanto realizzato da Studio Tolima e non voler metter mano al portafogli. Visivamente, Koira sembra un acquerello animato che ha deciso di intraprendere un pellegrinaggio spirituale nella tundra finlandese. La direzione artistica punta tutto sul minimalismo espressivo, scegliendo una palette limitata ma potentissima.

Koira

Abbiamo riportato a casa Mamma Cinghiale. Evviva!

Dominano i toni freddi e pastello, a dar vita a un paesaggio sospeso tra sogno e malinconia, come se l’art director, volgendo lo sguardo fuori dalla finestra in una giornata di nebbia, avesse pensato: “Perfetto, usiamo solo questi colori!”, utilizzando poi le tinte più sature come accenti narrativi per attirare l’attenzione del giocatore su ciò che conta, come il rosso delle mele o l’arancione della carota da utilizzare sul pupazzo di neve. Il contrasto tra luce e ombra è usato con maestria per dare profondità agli ambienti, che spaziano da grotte marine ovattate a boschi innevati abitati da presenze inquietanti, o magari pianure sferzate dal vento. Non è solo estetica: è una forma di narrazione visiva, accompagnata da una colonna sonora delicata ma in grado di descrivere al meglio i momenti più drammatici. Se amate questo genere di produzioni, potrete sorvolare sull’eccessiva facilità.

In Breve: Koira è un’avventura narrativa priva di testi e dialoghi, che racconta con delicatezza il legame tra un essere misterioso e un cucciolo smarrito in una foresta incantata. Attraverso un linguaggio composto da gesti, suoni e immagini, il gioco propone un’esperienza emozionale e immersiva, caratterizzata da enigmi ambientali accessibili e uno stile visivo minimalista ma estremamente evocativo. Una fiaba interattiva in cui la luce dell’amicizia guida il cammino nell’oscurità. Al netto della sua atmosfera incantevole, però, la breve durata complessiva e il basso livello di sfida potrebbero non soddisfare i giocatori in cerca di un’esperienza più impegnativa.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Da buon gioco 2D senza milioni di sprite in perenne movimento, non impegna più di tanto l’hardware. Viene consigliato di utilizzare il gamepad, ma richiedendo due soli tasti oltre a quelli direzionali va benissimo anche la tastiera.

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Pro

  • Storia toccante / Personaggi carismatici, pur nel loro minimalismo / Grafica superlativa

Contro

  • Enigmi troppo banali
8

Più che buono

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