Da un grande potere derivano grandi responsabilità, disse mia zia pochi istanti prima di morire. Figuriamoci se il potere in questione mescola le linee temporali come in Life is Strange: Double Exposure.
Sviluppatore / Publisher: Deck Nine Games / Square Exnix Prezzo: 59.99 Localizzazione: Interfaccia e testi Multiplayer: Assente PEGI: 16 Disponibile su: PC (Steam), PS5, Xbox series X, Nintendo Switch Data d’uscita: 29 ottobre
Questa recensione si apre con un dilemma morale: quanto spingermi con gli spoiler per convincervi della bontà di un gioco? Non è facile, alle porte del 2025, uscire con un adventure e proporsi al grande pubblico, però se rivelassi qualche colpo di scena della trama probabilmente riuscirei a stuzzicare la vostra curiosità. Inoltre, muoio dalla voglia di parlare con qualcuno di ciò che ho appena vissuto dinanzi al televisore, e quale miglior platea se non un pubblico di appassionati di videogame come me? A malincuore, tuttavia, mi devo appellare all’etica della reciprocità: io non vorrei mi venissero anticipati punti salienti della storia, dunque mi comporterò allo stesso modo con voi. Del resto un vecchio tomo che scrissi, chiamato Libro di Tobia, riporta la frase “Non fare a nessuno ciò che non piace a te”, e così nonostante vorrei dirvi tutto di Life is Strange: Double Exposure, non vi priverò del piacere di scoprirlo da voi; tanto ho preso a cuore questa filosofia, da pixellare alcuni screenshoot.
Sequel diretto del primo Life is Strange, cult game sviluppato nel 2015 da Dontnod Entertainment, questa produzione vede il ritorno della storica protagonista Maxine “Max” Caulfield, diretta per l’occasione da Deck Nine, veterani del franchise e già responsabili di Life Is Strange: Before the Storm e Life is Strange: True Colors. Come sempre il gameplay è focalizzato su narrazione, emozioni dei personaggi e importanza delle scelte del giocatore. E per chi si affacciasse al mondo di LiS per la prima volta, niente paura: a parte qualche sporadico riferimento all’adolescenza di Max, inserito per compiacere i fan di vecchia data, è una storia completamente nuova e indipendente. I primi due capitoli provati in anteprima erano davvero affascinanti e ricchi di colpi di scena; riusciranno i rimanenti tre a tenere il passo? Scopriamolo.
LIFE IS STRANGE: DOUBLE EXPOSURE, UNA STORIA KINGHIANA
Life is Strange: Dobule Exposure potrebbe benissimo essere ambientato in quella Castle Rock tanto martoriata dagli eventi partoriti dalla mente di Stephen King. Se anche voi siete fan del matto del Maine, ricorderete Cose Preziose e gli avventori dell’eponimo negozio intenti a farsi dispetti, per usare un eufemismo. L’atmosfera che si respira qui è la medesima: un ateneo nel quale tutti apparentemente vanno d’accordo, che sotto il tappeto cela un covo di vipere che vomita inganni e tradimenti. Max, ora adulta, da adolescente si ritrovò suo malgrado coinvolta in una storia torbida che portò alla morte violenta della sua migliore amica. In quell’occasione scoprì di avere il potere di riavvolgere il tempo e riconsiderare alcune scelte del passato per provare a evitare la tragedia. Di quel terribile periodo, ora porta con sé solo l’amore per la fotografia e la ferma decisione di non interferire mai più con la linea temporale. Facile, quando non c’è nessuno da salvare. Il caso vuole però che Maxine sia un discreto catalizzatore di disgrazie e così, in una fredda notte stellata, anche la sua nuova migliore amica muore malissimo. E qui possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo al non avere Max tra gli amici.
Distrutta dal dolore e incapace di dare una spiegazione all’accaduto, la nostra eroina scopre casualmente che la sua capacità di riavvolgere il tempo è mutata, donandole la facoltà di entrare in un mondo alternativo nel quale Safi – questo il nome della sventurata – è ancora viva, benché stalkerata da un misterioso individuo. Comincia così un continuo andirivieni tra la realtà in cui ancora non è avvenuto l’irreparabile e la realtà in cui non si può più – forse – tornare indietro.
TUTTO QUI? NO, ABBIAMO APPENA COMINCIATO
Life is Strange: Double Exposure potrebbe sembrare il solito racconto sugli universi paralleli, uno Sliding Doors col delitto, ma la storia è così interessante, con un susseguirsi di sorprendenti colpi di scena, che sarebbe godibile anche semplicemente guardandone il walkthrough su YouTube. Quel “niente è come sembra”, che ormai è talmente abusato da suonar ridicolo, qui prende forma in tutta la sua imprevedibilità. E questo sarebbe il punto in cui potrei fornirvi un paio di esempi di tal portata da spingervi all’instabuy, ma si era detto niente spoiler. Sappiate però che nessuno dei personaggi è immacolato, e la vostra testa sarà assalita da mille dubbi quando si tratterà di prendere decisioni in grado di influenzare il corso degli eventi.
È davvero difficile scegliere da che parte stare, e ancor più difficile non pentirsene al vedere che chi abbiamo favorito o difeso in realtà sarebbe stato da smaltire nel bidone dell’umido. Comunque vada, Maxine ne uscirà sporca; quanto sporca, lo deciderete voi. E per non farci mancare nulla, non siamo gli unici dotati di superpoteri; prestate molta attenzione al comportamento dei coprotagonisti, poiché se notate qualcosa di strano potrebbe trattarsi della presenza di un [ve l’avevo detto che non avrei spoilerato]. La storia, giudicata come opera a sé stante, potrebbe tranquillamente prendere un bel nove abbondante.
MA GLI ADVENTURE NON ERANO DIFFICILI?
Life is Strange: Double Exposure però è un videogame, e fino a prova contraria la keyword “game” dovrebbe sottintendere una qualche sfida, mentre gli enigmi sono abbastanza all’acqua di rose e non vanno molto oltre il portare un oggetto da un mondo all’altro, o raggiungere un determinato punto switchando tra le linee temporali attraverso portali piazzati sempre al riparo da occhi indiscreti, senza obbligarci a un po’ di stealth.
Nemmeno il vecchio Superman che si cambiava nella cabina telefonica poteva contare su tanta privacy. Personaggi, grafica, ambientazioni, dialoghi, colonna sonora e doppiaggio sono di altissima qualità, ma chi vorrebbe spremersi le meningi per progredire potrebbe rimanere un po’ deluso. Non voglio certo fare il boomer che si vanta di aver speso tre mesi per risolvere Zork, ma alla fin fine dobbiamo risolvere un crimine, mica passeggiare al parco!
In Breve: Life is Strange: Double Exposure è una tra le migliori storie mai raccontate da un videogame, con un sapiente intreccio tra giallo e fantascienza. Tutti i personaggi sono credibili sebbene stereotipati, e i colpi di scena si rincorrono imprevedibili mantenendo al contempo coerenza con la narrazione. Ottima realizzazione tecnica, montaggio degno di una serie televisiva e buona recitazione supportano la trama che richiede importanti decisioni in grado di influenzare eventi futuri e relazioni personali. L’eccessiva facilità nella progressione potrebbe scoraggiare chi cerca un gioco impegnativo, ma forse è ora di voltar pagina e abbracciare gli adventure di nuova generazione.
Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Qualche caricamento un po’ più lungo del solito, ma trattandosi di un adventure non è il caso di cronometrare i secondi di pausa.