Millennia – Recensione

PC

Paradox, sviluppatore di grandi giochi 4X come Stellaris e la serie Crusader Kings, veste i panni del distributore per presentarci un 4X più simile vicino a Civilization o Humankind, sviluppato da C Prompt Game, che risponde al nome di Millennia.

Sviluppatore / Publisher: C Prompt Game / Paradox Interactive Prezzo: € 39,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Asincrono PEGI: 12. Disponibile su: PC Data d’uscita: Già disponibile

Il re non si trova più. È sparito, non si sa se sta affrontando qualche misteriosa avventura in solitaria o se stia cercando di liberarsi da malvagi nemici che lo tengono prigioniero. Fatto sta che Civilization 6 uscì più di sette anni fa, e del successore ancora non si parla.

E noi a cosa giochiamo nel frattempo? Sì, a Humankind, ma poi? C Prompt Game ci viene in aiuto con Millennia, 4X in cui dobbiamo far fiorire la nostra civiltà partendo dall’età della pietra per giungere ai giorni nostri. Siete pronti per farvi un’idea di come funziona e cosa lo rende unico?

SECOLI, ANZI NO: MILLENNIA

No, questa volta non partirò con una visione generale di questo gioco. Dobbiamo iniziare parlando di qualche problemuccio, proprio perché Millennia si presenta così, con delle criticità che ci sbatte in faccia come biglietto da visita. Sono i famosi valori di produzione, associati a problemi tecnici potenzialmente dovuti a un budget ristretto o a un lancio affrettato. Per fare qualche esempio: a me il launcher del gioco non funziona, poi al momento della creazione della partita ho trovato pochissime opzioni di customizzazione, poi ho dovuto incollare la faccia al monitor per poter leggere il minuscolo font con cui vengono spiegate le meccaniche di base di Millennia. Chi conosce il genere sa che nei 4X c’è molto da leggere, e oltretutto (e qui già vi sento urlare: “Scaffale!”) nemmeno c’è la traduzione in italiano.

Abilità speciali permettono di espanderci esattamente dove vogliamo.

Ultima nota, quasi di servizio, per dire che al momento non c’è il multiplayer online, che viene definito “coming soon”. Capirete che la partenza è di quelle in salita. Se si riesce a andare oltre, giocare a Millennia riserva belle sorprese, incluse alcune novità che gli danno una personalità tutta sua. La principale è il sistema delle età, periodi storici che si succedono uno dopo l’altro. L’aspetto interessante è la presenza di età che si distaccano dal reale svolgimento della Storia vera dell’umanità, come l’età degli Eroi in periodo classico, o l’età dell’Etere in epoca moderna, una sorta di epoca dove lo steampunk diventa realtà. Spesso, entrare in queste età fa scattare alcuni avvenimenti che mischiano le carte in tavola e richiedono un aggiustamento della propria tattica di gioco, obbligandoci a gestire imprevisti come l’improvviso spuntare di truppe ribelli o il dilagare di pandemie pestilenziali.

POCHE LUCI E PARECCHIE OMBRE

Anche quest bella idea, però, si porta dietro un problema: le età vengono sbloccate dal progresso scientifico, e la prima civiltà che ne raggiunge una impone a tutte le altre di seguire proprio quella strada. Quindi, di fatto, viene fortemente penalizzato qualsiasi stile di gioco che non metta al centro lo sviluppo scientifico, con implicazioni tanto più serie per il late game. Nel mio caso, la Svezia aveva scelto l’età in cui si vinceva grazie al dominio militare (nonostante fosse una democrazia), mentre io puntavo da secoli su una società dedita alla costruzione e alla produzione. Il paradosso è che, a causa della scarsa intelligenza artificiale, la succitata Svezia passava turni e turni senza fare niente per vincere, dandomi l’opportunità di convertire i miei Persiani in un’economia di guerra e di attaccarli sul loro continente, dove non riuscivano comunque a montare una solida difesa nonostante giocassero in casa.

Città con così tanti miglioramenti hanno capacità produttive pazzesche.

Il combattimento, come la diplomazia e l’economia internazionale, sono ridotti a sistemi molto semplici e non reggono il confronto con, appunto, Civilization o Humankind, mentre più interessante è il sistema delle risorse. Ce ne sono davvero di tanti tipi, sia “teoriche” come Esplorazione, Governo e Arte, sia beni di consumo materiali come legno, carta, ferro e, più avanti, energia elettrica.  A ogni età, la nostra civiltà sviluppa bisogni più avanzati, e sta a noi creare miglioramenti sul territorio che stabiliscono vere e proprie catene produttive, in pieno stile della serie Anno o del recente SteamWorld Build. Quindi in Millennia qualche luce si trova, ma deve sgomitare per farsi strada tra le parecchie ombre, ultima (ma non ultima) delle quali è la veste grafica, che appare immediatamente datata. E sarebbe stato vero anche se fosse uscito sette anni fa.

In Breve: Giocare a Millennia ti fa venire voglia di rispolverare Civilization, e non è un buon segno. Qualche bella idea c’è ma è evidente che gli sforzi degli sviluppatori si sono limitati a pochi ambiti ben riusciti, ignorandone altri. Ne viene fuori un gioco che parla ai giocatori hardcore per la gestione delle catene di produzione e delle tante risorse da maneggiare, ma poi a quegli stessi giocatori presenta sistemi diplomatici e militari tipici di titoli casual. Aggiungete problemi oggettivi legati a valori di produzione e bug tecnici, e la frittata è fatta.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel i7-10750H, RTX 2070, SSD
Com’è, Come Gira: L’aspetto audiovisivo di Millennia è decisamente al di sotto delle aspettative, il che aiuta il gioco a girare liscio. Almeno fino al late game, dove la CPU tende a far fatica a gestire i turni delle civiltà più grandi, causando qualche ritardo e cali di frame rate visibili.

 

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Pro

  • Sistema delle età / Sempre più risorse da gestire

Contro

  • Costringe a focalizzarsi sul progresso scientifico / Sistemi militare e diplomatico poco sviluppati / Grossi problemi di valori produttivi / Intelligenza artificiale poco intelligente
6.4

Sufficiente

Dopo traverse vicende in alcune cittá italiche, il nostro Solar Nico é sbarcato in terra d’Albione. Se da una parte ancora si da alla ricerca matta e disperata di un parco (ma anche un praticello va benissimo) per approfittare di qualsiasi mezza giornata di sole londinese, dall’altra Nicoló ha rassegnato ogni speranza all’idea di stare al passo della propria, sempre crescente, libreria Steam.

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