Moonring – Recensione

PC

Dalla fantasia folle e dalla passione incontenibile di Dene Carter, autore di Fable, Moonring è la poetica del passato che s’infila con amore nei meandri del moderno, dando origine a un’opera appassionante e coinvolgente, sospesa fra il 1988 e il 2023, in un momento storico stratificato per il panorama dei videogiochi.

Sviluppatore/Publisher: Fluttermind / Fluttermind Prezzo: Gratis Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: ND Disponibile su: PC Data d’uscita: Già disponibile

Quel che fu determinò il medium e le sue origini, dando i natali a opere con concezioni e linguaggi evoluti. Ciò che è ora, invece, è da contemplare in una formula differente, legata al tempo stesso da una fede incrollabile per quel fu per cui tutti provano nostalgia, quanti per chi oggi, incantati dalle sfumature che hanno evoluto gli stilemi e le espressioni del presente, ne hanno mostrato le debolezze e, soprattutto, le reali potenzialità. Unire il passato e il presente è possibile, complice lo studio riservato per le opere più sfaccettate come Vampire Survivors, Slay the Princess e World of Horror, oppure produzioni che ancora oggi, nel panorama fitto degli sparatutto, riescono a dimostrarsi dei reali capolavori a distanza di tempo, tanto tempo.

Lo dico: non sono nato nel periodo di Ultima, e non ho conosciuto quel genere di videogiochi che hanno definito un genere, erigendo le fondamenta stesse dei videogiochi di ruolo. Ho recuperato da poco alcune opere del passato, sono entrato in sintonia, le ho scoperte e le ho iniettate in endovena, facendole diventare parte integrante di una biblioteca che, giorno dopo giorno, si sta rimpinguando. Con Moonring, sviluppato da Fluttermind, sono entrato in contatto con la genialità autoriale di Dene Carter, andando a un appuntamento con il passato, e sposandosi con le concezioni del presente, proponendo un sonetto preciso e misurato, appassionante, una sorta di Amleto che però non ha la necessità di domandarsi chi sia.

“ESSERE O NON ESSERE, ECCO MOONRING”

Quell’essere o non essere, infatti, è l’impalcatura stessa della visione di un’artista che ha studiato tanto, tantissimo la modernità dei giochi di ruolo e la loro evoluzione. In seguito, ha lasciato ha poi appreso che niente, NIENTE, è meglio di una produzione che ha la stessa libertà d’approccio di Fable. Se ci penso, Moonring è esattamente una produzione che segue questo obiettivo e lo raggiunge senza tentennamenti, proponendo una storia e un contesto interessanti. Se avete giocato ai recentissimi Fable e non potete farne a meno, in Moonring questa libertà viene esplicata e proposta allo stesso modo.

Ovunque condurrà il vostra viaggio, non sarà mai uguale al precedente.

La terra di Caldera è funestata da terribili nemici: la pace è sottile, non c’è un momento di gioia; i popolani possono solo pregare le loro divinità e affidarsi alla loro clemenza, chiedendo che un nuovo Arconte arrivi per governare il reame. Nessun Arconte, però, è mai eterno: il giocatore, in tal senso, si ritrova a vestire i panni di un eroe incaricato di plasmare il suo fato, scrivendo la sua storia attraverso una narrativa stratificata, appagante e geniale. A qualcuno potrebbe suonare familiare, e a me, quando sono scivolato nella Tana del Bianconiglio, ha piacevolmente ricordato Fable per quanto concerna la trama e la sua complessità. Anche se l’ispirazione dell’opera è un grande classico come Ultima, Deve Carter ha preso a piene mani da Fable, mostrando tutt’e venticinque i suoi anni d’esperienza in questo panorama

.UNA STORIA CLASSICA CHE MOSTRA, TUTTAVIA, UNA LORE STUDIATA IN OGNI PARTICOLARE

Oltre a raccontare una storia brutale, dai temi oscuri e ottenebrati, l’autore di Moonring ha avuto l’intuizione e la bravura di lasciare sparsi per il vasto mondo di Caldera – completamente disegnato a mano – tanti omaggi alla cultura letteraria di Lovecraft, arrivando a citare addirittura Cthulhu, fino alla creatività tanto cara agli autori classici del passato. Le città, sparse per questa immensa mappa colorata di blu, rosso e verde, definita in pixel art, sono luoghi che raccontano di un mondo estenuato e sfilacciato, che si appiglia a una speranza per non crollare definitivamente.

DALLE STELLE ALLA LUNA

Se Sea of Stars ha condotto i giocatori fra le stelle più luminose del cielo, andare sulla Luna, invece, è ciò che spinge l’uomo a riscoprirla completamente, e non serve neppure uno shuttle della NASA per farlo. Moonring è forte di un game design brillante e vivace, tenuto in piedi dal classicismo del passato e dalla lucentezza del moderno, nonché dalla passione, una passione incontenibile che mi sono trovato io stesso sotto la pelle, entrandomi nelle ossa come una lama arroventata e dissacrata.

Le città sono bellissime da esplorare e spesso conservano tanti misteri.

La visuale, dall’alto verso il basso, dà modo di muovere il proprio personaggio come si desidera fra i puntini blu, verdi, rossi e fosforescenti di un mondo di gioco vivo e pulsante completamente esplorabile, fresco e al tempo curioso, tanto da incoraggiare alla scoperta di ogni dettaglio irrilevante, di ogni punto bianco che splende sullo schermo, di ogni singolo evento, salvataggio e momento da vivere. Se da una parte i combattimenti avvengono direttamente in modo improvviso, con il personaggio che muova la sua lama o l’arco come preferisce, dall’altra ci sono livelli procedurali tipici dei modernissimi roguelike. Questa vesta, oltre a delineare approcci e momenti da vivere in una catena di eventi a non finire, dà modo al giocatore di entrare letteralmente in contatto con l’imprevedibilità.

PERDERVI IN QUESTO MONDO POTREBBE ESSERE LA COSA MIGLIORE CHE POTRESTE FARE

Nulla di troppo complesso, però, anche se la produzione è dichiaratamente hardcore e non intende rinunciare a questa sua espressione: i punti di salvataggio sono frequenti, davvero molto frequenti, e possono essere utili nei momenti più delicati e complessi, magari prima di un dungeon da esplorare o di uno scontro fatale da vivere. Come accennavo prima, a determinare la struttura ludica in ogni sua sfumatura, proprio a dimostrare quanta cura è stata riservata sotto ogni aspetto, diventa fondamentale frequentare le città. Al loro interno, oltre a poter entrare in contatto con i personaggi e parlare letteralmente con loro, c’è anche la possibilità di acquistare ed equipaggiare armi e armature, di migliorare il proprio personaggio e, in seguito, di dormire a una locanda.

NON VOGLIO LASCIARE LA LUNA

Esatto, Moonring non ha pause neanche quando si avanza nella storia e tutto avviene in modo fluido e automatico, senza troppe esitazioni, perché non ha il tempo di fermarsi: è come il suo mondo, un universo in costante mutamento, che si espande in una terrena nube di Oort che però, palesandosi nel suo insieme, crea una poesia, la poesia più calda e felice, definita e trascinante, adeguata e ricca di dettagli, che manifesta attraverso un game design intelligente e originale, unico.

Avete paura dell’ignoto? Bene, anche io!

Accoglie e non lascia più, in un certo senso coccola e poi attanaglia, non lasciando il giocatore, diventando una parte essenziale del suo viaggio per la terra di Caldera. L’esplorazione, in tal senso, è il suo punto massimo di forza quanto lo stealth, originalissimo. Ma è l’esplorazione, appunto, a essere il punto di forza, quel comune denominatore che impreziosisce l’esperienza sotto tante luci e ne conversa la sua espressività senza tralasciare alcunché: è una casa accogliente che però, proprio come una famiglia, ha ragioni imprevedibili e non è mai scontata, ed è bene aspettarsi qualche litigio, ogni tanto. È un mondo complesso, quello di Moonring: a volte freddo e calcolatore, ma in altrettante occasioni, invece, è un’esaltazione dei classici giochi di ruolo.

VOGLIO TORNARE SULLA LUNA E NON LASCIARLA

Una luce sul passato, due sul presente e tre sul futuro, come se il messaggio finale di David Carter, alla fine, sia solo uno: che è solo l’inizio. E lo si comprende attraverso il sound design, le composizioni musicali adeguate al contesto, attraverso l’utilizzo della pixel art e la creazione di un mondo vivo, realmente vivo. Un mondo che mi ha esortato a domandarmi, alla fine, se è meglio quello reale o di Caldera. Ora propendo per il secondo.

In Breve: Una produzione avvolgente, completa e ben composta sotto ogni sfumatura. È davvero tanta, tantissima roba, qualcosa che non abbandona e intrattiene, portando indietro nel tempo mentre si concentra sul presente e il futuro senza compromessi. È un linguaggio che può fare bene, che può essere essenziale e unico, che può fare scuola in futuro. C’è passione, c’è amore, c’è voglia di fare e c’è desiderio, oltretutto, di andare in controtendenza. Di andare oltre il mercato stesso.

 

Piattaforma di Prova: Steam Deck
Com’è, Come gira: La console/PC/Tostapane di Valve si è comportata ottimamente con Moonring. In tal senso, non c’è stato alcun bug o rallentamento. Un’esperienza liscia come l’olio.

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Pro

  • Game design sopraffino e geniale / Storia e contesto interessanti / Mondo aperto procedurale e disegnato a mano / Potrebbe portarvi via interi pomeriggi

Contro

  • Vi piace il bianco? Bene, in questi contro fate conto che sia così tutto bianco e non blu
9

Ottimo

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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