Mortal Kombat 1 – Recensione

PC PS5 Switch Xbox Series X

Questo è senza ombra di dubbio un anno glorioso per i picchiaduro e dopo Capcom, anche NetherRealm Studios piazza il suo cavallo vincente proiettato verso un fulgido futuro con Mortal Kombat 1.

Sviluppatore / Publisher: NetherRealms Studios / Warner Bros Prezzo: 69,99€ Localizzazione: Completa Multiplayer: Presente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam/Epic), PlayStation 5, Xbox Series X, Nintendo Switch  Data di lancio: 19 settembre 2023

Lo aspettavamo, alla fine è arrivato, annunciato in pompa magna proprio quando tutti si sarebbero aspettati un Injustice 3, seguendo il calendario di pubblicazione dove i due franchise ultimamente condividono un’uscita alternata, NetherRealm Studios torna – letteralmente – alle origini, al franchise che li ha lanciati quando erano ancora Midway, di quando Ed Boon e John Tobias dovettero creare un clone di Street Fighter e di quando Jean Claude Van Damme rifiutò di essere parte integrante del roster del primo storico capitolo.

Signori, le porte del Regno Esterno sono pronte per accogliere il nuovo torneo di Mortal Kombat 1.

MA MORTAL KOMBAT HA UNA TRAMA?

La stragrande maggioranza dei picchiaduro manca di un tessuto narrativo complesso come quello di Mortal Kombat. Attenzione, non che ne siano sprovvisti, dato che hanno sempre un minimo di filo conduttore a fare da sfondo alle vicende personali o meno di ogni combattente, ma vista la grande ispirazione dei due papà di Mortal Kombat nella realizzazione del primo gioco – ovvero film di arti marziali e grandi ispirazioni hollywoodiane – Mortal Kombat si è sempre contraddistinto da una narrazione sopraffina, ricca di vicende, personaggi e mondi di gioco che si incastrano in un puzzle perfetto e ricco di interessanti snodi narrativi, tutti utili alla prosecuzione della storia, capitolo dopo capitolo.

Questa cosa di Stryker come personaggio Kameo è pazzesca.

Mortal Kombat 1, dunque, per chi non è rimasto aggiornato non è un semplice reboot, bensì un sequel diretto di Mortal Kombat 11, che riprende esattamente da dove si era rimasti: Liu Kang con il potere della Clessidra di Kronika e divenuto Dio del Fuoco e protettore del Regno della Terra, decide di usare questo potere per plasmare una nuova linea temporale, dove esiste il Mortal Kombat, per tenere un fulgido equilibrio tra passato e presente, ma non prevede eliminazioni letali e l’armonia tra tutti i mondi è serrata da solidi patti con ogni regnante.

Passano gli anni, ma tornare su Mortal Kombat è come andare a messa la domenica: un obbligo di fede

Cosa manca dunque a questi reami? Gli stregoni a cui Liu Kang toglie tutti i poteri oscuri, relegandoli a un’esistenza ai margini, come venditori di finti tonici miracolosi o millantando profezie sperando di racimolare qualche spicciolo. Tra questi c’è uno sciagurato Shang Tsung, che non passa sera a leccarsi le ferite dopo essere stato picchiato per vendere amuleti di scarso valore magico. Questo si ripete finché una figura oscura annuncia al povero stregone che qualcuno gli ha tolto il destino che merita ed è ora che se lo riprenda. Da qui dunque Liu Kang rimodellando la realtà a suo piacimento, fa un salto temporale dove Johnny Cage è ancora un borioso sbruffone attore di Hollywood e Raiden un semplice contadino. Tutto procede finché lo stesso Dio del Fuoco annuncia che loro sono destinati a grandi avventure e che dovranno allenarsi in vista del Mortal Kombat.

UNA PROGRESSIONE SANGUINOLENTA

La modalità storia di Mortal Kombat 1 si avviluppa attraverso quindici capitolo densi di storia, cutscene, twist narrativi e tanti, tantissimi combattimenti. Il primo Mortal Kombat next-gen sfrutta tutta la potenza a disposizione per una campagna incredibilmente avvincente quanto longeva, infatti assistendo pazientemente a tutta la storia intrisa di tante linee di dialogo, segneremo circa 12 ore di gioco che fungono perfettamente da grosso tutorial mentre prendiamo i comandi di buona parte del roster dei combattenti, mentre ci facciamo un’idea a primo tatto di quale personaggio sia meglio cominciarne a studiare i pattern come la frame list in virtù dei combattimenti che faremo online.

Mortal Kombat 1

In modalità Invasione avremo anche ampia libertà di personalizzazione delle statistiche di combattente e Kameo.

Questa volta però la storia si avvale di un espediente particolare, un feticcio misero che mi ha coinvolto più del dovuto: parlando di personaggi all’inizio del loro percorso evolutivo, per esempio Raiden è un semplice contadino che poi verrà addestrato, abile nel combattimento, ma non è ancora un Dio del Tuono, dunque gli approcci narrativi nell’uso di questi personaggi sono fedele al punto della storia. Mileena non è sfigurata, Johnny Cage non attinge al potere della Terra e Kenshi non è stato menomato agli occhi e – appunto – Raiden all’inizio della storia non potrà contare su tutti quei poteri iconici con cui lo abbiamo sempre scoperto.

Il nuovo sistema Kameo è tanto stratificato quanto ricco di sperimentazioni

Per attingere a questi o altri poteri, bisogna andare avanti, vedere la nuova linea narrativa che gli sceneggiatori di NetherRealm Studios hanno scritto per noi, rivoluzionando ogni tipo di background per trovarci davanti un approccio nuovo, forse troppo ingessato in linee temporali e multiversi, ma tant’è, guardando anche al Cinema, sembra che questo sia un fattore di divertimento e interesse assicurato; dunque via con la storia e le sperimentazioni che culminano con un capitolo 15 assolutamente fuori di testa, adrenalinico, inebriante di violenza e sangue. Bellissimo.

LA QUESTIONE KAMEO

Affrontata già nelle nostre due diverse prove della beta chiusa e dallo stress test, la vera grande novità – narrativamente ben contestualizzata – sono i kombattenti Kameo, lontani dall’idea di un classico tag team, per abbracciare la concatenazione e inclusione di nuove combo di attacco dopo un eventuale rimpallo dell’avversario. Addentrandoci comunque nel nuovo sistema di combattimento, ci si rende conto anche di come anche il sistema di breaker è cambiando a favore di una reattività dedicata alla pressione del tasto per richiamare l’attacco kameo. Può indurre a confusione generale?

Preparatevi a litri, anzi pinte, di sangue.

Sì, senza ombra di dubbio, io stesso durante i due weekend distinti di prova della beta, avendo un roster estremamente ridotto sia di combattenti principali che di Kameo, era estremamente difficile trovare una giusta combinazione, questo perché i combattenti Kameo hanno almeno tre tipi di approcci offensivi quando vengono richiamati, grazie alla pressione del tasto direzionale, dunque Mortal Kombat 1 non chiede solo di conoscere perfettamente combo e moveset di ogni combattente del roster principale, ma addentrarsi anche nel mondo dei Kameo, sempre tramite tanta pratica, sfruttando anche i sapienti tutorial precisi e limpidi che affrontano su diversi livelli di approccio il gameplay di Mortal Kombat 1.

TOGLI E AGGIUNGI

Mortal Kombat è sempre stato un franchise che ha fatto della longevità il suo punto forte, inserendo mini giochi di esplorazione come Konquista o anche la Kripta dove spendere valuta di gioco per sbloccare oggetti cosmetici o altre oggetti da equipaggiare sui nostri combattenti. Su questi tutto il sistema di personalizzazione e creazione di personaggio con le proprie build è stato eliminato; in effetto l’approccio di diversi personaggi con abilità intercambiabili rendeva le sfide online totalmente imprevedibili, a favore di pattern di attacco diversi per ogni avversario trovato. Sicuramente stimolante per alcuni, il tedio per altri. Rimane comunque la possibilità di sbloccare oggetti diversi per rarità, assieme alle skin, da applicare ai nostri combattenti come i Kameo.

Le cinematiche sono tanto belle da vedere, quanto realizzate in modo preciso e convincente.

In Mortal Kombat 1 la Kripta viene eliminata a favore di un sistema di stagioni che di volta in volta si arricchirà di oggetti cosmetici e non a tema con le Invasioni, vera e propria novità del gioco. In Invasione siamo chiamati a fare una sorta di gioco dell’oca, con tabelloni che riprendono mappe o zone iconiche di gioco – come villa Cage o il castello di Sindel – mentre ci muoviamo su questo tabellone che prevede scontri singoli di diversa difficoltà, assieme a modificatori attivi di diversa natura, con tanto di personalizzazione di combattente e Kameo con qualche simpatica venatura da GDR, infatti equipaggiando questo o l’altro oggetto, andremo a modificare direttamente alcune statistiche personali quali punti di attacco, difesa o danni procurati da attacchi speciali.

Ottenuti i poteri, Raiden sbloccherà tantissime nuove abilità.

Una simpatica variazione a cui, come spesso accade, se non riceverà i giusti supporti e aggiornamenti nel tempo, rischierà di essere la classica mossa che può ritorcersi contro molto facilmente. La ricerca di oggetti particolari per ottenere nuove vie sul tabellone, mercanti per vendere potenziamenti e parte della valuta di gioco ottenuta da spendere nel reliquiario – un approccio che vorrebbe sostituire la Kripta, ma terribilmente minimale e non proprio entusiasmante – per ottenere pacchetti con dentro cosmetici e altro. Come già scritto poco sopra, con l’introduzione del sistema Kameo, molto dell’approccio da picchiaduro in Mortal Kombat 1 è stato rivisto. Di solito passare da un capitolo all’altro è sempre un trauma, in special modo notare come alcune frame list cambiando o gli stessi approcci nell’attacco risultano terribilmente diversi e Mortal Kombat 1 non è da meno. Non aspettatevi dunque un livello di comfort zone accogliente: tutti i combattenti sono stati pesantemente rivisti e anche tecniche micidiali e infallibili come quelle di trasporto di Scorpion ora se eseguite con il tempismo sbagliato, diventeranno fallaci nell’obiettivo di colpire l’avversario.

OTTIMIZZAZIONE MASSIMA IN MORTAL KOMBAT 1

Come leggerete nello specchietto di prova, la macchina su cui ho giocato Mortal Kombat 1 non è certo all’ultimo grido, pur riuscendo a giocare senza problemi a tante produzioni recenti, eppure mai in un momento il gioco ha ceduto la sua presa salda, giocando spesso a risoluzione e prestazione alta senza mai dare problemi. Anche tutto il comparto online si sorregge su un’infrastruttura solida, senza problemi di connessione e incasellando vittorie e sconfitte online in tutto il mondo.

Un vero trionfo sotto tutti i punti di vista

Ancora una volta il lavoro estetico sui poligoni è pazzesco, raggiungendo in alcuni momenti un fotorealismo davvero impressionante, grazie ad una motion capture precisa e sbalorditiva, ma su questo fronte, dobbiamo dirlo, NetherRealms negli ultimi anni ci ha sempre abituati a standard elevati e Mortal Kombat 1 non è da meno, per estetica, realizzazione, contenuti ed entusiasmo nell’approccio. Bentornato Mortal Kombat, ora la mia anima è tua.

In Breve: Da quando sono sotto l’etichetta Warner Bros, Ed Boon e il suo team di NetherRealms Studios non hanno sbagliato un colpo, che sia un Mortal Kombat o un Injustice. Mortal Kombat 1 è un’iterazione ricca di contenuti e dai molteplici livelli di sfida. La gestione dei Kameo richiede tempo per essere maneggiata e gli appassionati in tutto il globo non vedono l’ora di mostrare cosa può fare questo nuovo capitolo. Come mi piace dire spesso, è sempre un orgasmo godereccio tornare su Mortal Kombat.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: Intel Core i7, 16GB RAM, GeForce GTX1650 Ti, HDD
Com’è, come gira: Giocato alla massima risoluzione e prestazioni grafiche, il titolo non ha avuto nessun problema di esecuzione, con una resa estetica pazzesca e un’infrastruttura online solida.

 

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Pro

  • Esteticamente impressionante / Il sistema Kameo / Se supportate bene, le Invasioni come le / Stagioni possono aumentare notevolmente la longevità / Menarsi online è sempre un piacere

Contro

  • Un sistema di combattimento rivoluzionato / Manca la Kripta
9

Ottimo

Tra un tunnel carpale e l'altro, amo Dwayne "The Rock" Johnson, Independence Day, Destiny e il DC Extended Universe, tutti buoni motivi per farmi odiare.

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