Nella giornata di ieri, Epic Games ha aperto ben due cause: una contro Apple e una contro Google. In entrambi i casi, il motivo è stato la rimozione della versione mobile di Fortnite dai rispettivi App Store.
Ma partiamo con ordine, ovvero da Apple, che negli ultimi giorni è già stata presa di mira per le pratiche anti-concorrenziali applicate nel suo App Store. Nella giornata di ieri Epic ha introdotto un nuovo modo per acquistare V-bucks, la valuta acquistabile con monete reale di Fortnite. Questo nuovo metodo, che permette di acquistarli direttamente attraverso Fortnite a un prezzo ridotto, va ad eludere completamente la tassa del 30% che Apple applica su ogni transazione avvenuta all’interno del suo App Store. Trattandosi di una violazione del contratto, Apple ha rimosso Fortnite dal suo negozio, e la risposta di Epic è stata tanto rapida quanto evidentemente già programmata da tempo. La compagnia infatti non solo ha risposto presentando una causa contro Apple, con tanto di documento da 65 pagine di corredo che critica le pratiche anti-concorrenziali dell’App Store, ma anche con un evento all’interno del gioco stesso.
Il riferimento a 1984 è tutt’altro che casuale: non richiama infatti solo il notissimo libro di George Orwell, ma sopratutto uno spot pubblicitario rilasciato da Apple nel 1984 e diretto da Ridley Scott, che dipingeva proprio quest’ultima compagnia come liberatrice degli oppressi, in questo caso dalla tirannia di IBM. Come si suol dire, o muori un eroe o vivi abbastanza a lungo da diventare un cattivo. Per un curioso quanto bizzarro caso di cross-promozione, anche il documento da 65 pagine sopra citato fa riferimento a questa pubblicità nella sua introduzione.
Qualcosa di molto simile è successo con Google: anche in questo caso Fortnite è stato rimosso per aver cercato di aggirare le regole del Play Store per gli acquisiti in-app, e anche in questo caso, come riportato da The Verge, Epic ha aperto una causa. Le pratiche anticoncorrenziali di Google sono però un po’ diverse da quelle di Apple: stando a quanto affermato da Epic, sembra infatti che la compagnia del gruppo Alphabet abbia stretto accordi con vari produttori di smartphone per impedire l’installazione di software di terze parti – come ad esempio, un launcher per Fortnite – sui loro dispositivi Android. Nel documento vengono citati, ad esempio, i casi di LG e di OnePlus. Contattata da The Verge, Google ha risposto, affermando che “anche se Fortnite resta disponibile su Android, non possiamo più renderlo disponibile su Play [Store] perché viola le nostre polizze. Ma in ogni caso, siamo disponibili a continuare il nostro dialogo con Epic e a riportare Fortnite su Google Play.”
Rimane da vedere come si svilupperanno entrambe le faccende nelle prossime settimane. Sembra particolarmente importante la causa che riguarda Apple, dato che eventuali mosse in questo senso potrebbero aprire la strada anche a prodotti come xCloud e Stadia sui dispositivi iOS.