Travis Strikes Again: No More Heroes - Recensione

Switch

Che lo si definisca ridicolo, sopra le righe o semplicemente matto come un cavallo, non si può negare che il nuovo titolo di Grasshopper Manufacture sia unico nel suo genere. Sono passati ormai più di dieci anni da quando il primo No More Heroes fece il suo approdo sulla storica Wii. Nonostante le prime vendite deludenti, l’autore Gōichi Suda riuscì a superare i limiti tecnici della console di casa Nintendo e creare un vero e proprio cult. Approfondendo quel suo stile particolare, la sua violenta satira e una colonna sonora azzeccatissima, questa sua piccola gemma si trasformò ben presto in una serie acclamata da pubblico e critica.

Quest’anno, dopo un lungo periodo di attesa, la saga di Travis è finalmente sbarcata anche su Switch, con una sorta di piccolo appetizer che tenta di calmare lo stomaco dei fan più voraci e raggiungere allo stesso tempo un nuovo pubblico. Stracolmo di riferimenti al mondo videoludico e cinematografico, costantemente impegnato a rompere la quarta parete, Travis Strikes Again: No More Heroes è nato per poter parlare direttamente ai suoi giocatori. È proprio attraverso la sua ultima creazione, infatti, che Suda ha voluto comunicare ai fan le proprie intenzioni sul futuro della serie, facendo più di un occhiolino alla possibilità che un “vero” No More Heroes 3 sia finalmente entrato in fase di sviluppo.

UNA PERSONALITÀ TRAVOLGENTE

La strampalata trama di Travis Strikes Again vede il nostro protagonista prendersi una meritata vacanza dalla violenta vita dell’assassino per dedicarsi alle sue altre passioni: prima tra tutte i videogiochi. Dopo aver messo le mani su una misteriosa console, il nostro “eroe” riceve la visita a sorpresa di Badman. Il padre dell’assassina Bad Girl, uccisa da Travis nel primo capitolo della serie, è pronto a vendicare sua figlia a ogni costo. Durante uno scontro, i due si ritrovano catapultati letteralmente all’interno della console stregata e saranno costretti a collaborare, volenti o nolenti, per riuscire a sopravvivere e tornare nel mondo reale. Da quì in poi la storia sembra prendere la tangenziale verso la follia e di fronte ad alcuni particolari… sviluppi… non si può far altro che lasciarsi scappare una sana risata.

Travis Strikes Again vede il nostro protagonista prendersi una meritata vacanza dalla violenta vita dell’assassino

Travis Strikes Again: No More Heroes sembra essere il capitolo che, più di tutti, approfondisce ed espande lo stile bizzarro e accattivante della saga. È pur sempre vero, però, che si tratta di un titolo molto diverso rispetto ai suoi predecessori. Sebbene lo si possa considerare un gioco d’azione, il suo gameplay è molto più semplice rispetto al classico No More Heroes, e con i suoi combattimenti frenetici contro ondate di nemici ricorda molto i classici Beat’Em Up. Nonostante tutti gli stilosi abbellimenti apportati, la caratura del progetto è a tutti gli effetti quella di un indie da una trentina di euro che dà il suo meglio giocato in coppia. I livelli dal design semplice e il gameplay ripetitivo diventano i fattori che più vanno a incidere sulla godibilità del gioco, quasi cozzando con l’eccelsa qualità della direzione artistica. L’idea di metter mano su più giochi viene messa così un po’ in secondo piano, e i vari titoli che andremo virtualmente a visitare saranno spesso poco più di un contorno durante l’azione nuda e cruda. La decisione di mantenere Travis Strikes Again quanto più simile possibile a un semplice action è comunque più che comprensibile, e paradossalmente più volte messa sul tavolo dagli stessi sviluppatori che, in maniera scherzosa, non perdono l’occasione di giocare sulle aspettative di fan e critica.

TROPPO STILE PER UN INDIE?

Nelle dieci ore di gioco, Travis e Badman diventano i veri e propri protagonisti di una buona manciata di differenti titoli all’interno della console “Death Drive MK-II”, i quali variano parecchio sia per quanto riguarda lo stile che il genere. Tuttavia, i nemici incontrati sono purtroppo sempre gli stessi. In singolo non si può che provare una certa monotonia nel combattimento man mano che ci si avvicina verso la conclusione della storia. Questo non vuol dire che Suda non abbia cercato di dare del suo meglio anche per quanto riguarda il puro gameplay. Oltre ad alcuni interessanti minigame che spezzano piacevolmente l’azione (come piccoli puzzle, labirinti e gare in moto), a mettere un po’ di pepe sulla nostra avventura ci pensa un buon ammontare di skill, che possono essere raccolte scorrazzando per il mondo virtuale. Il fatto che i personaggi possano equipaggiare solo quattro abilità alla volta sembra spingere prepotentemente sull’aspetto couch co-op del titolo, invogliando il giocatore non solo a sperimentare per creare il proprio stile di combattimento personale, ma anche a collaborare con il proprio compagno per dare vita l’accoppiata definitiva.

Travis e Badman diventano i protagonisti di una manciata di titoli all’interno della console “Death Drive MK-II”

A questo proposito, Travis Strikes Again: No More Heroes sfrutta in maniera egregia alcune delle possibilità offerte dall’ibrida console Nintendo. Passare dal giocatore singolo al multiplayer è semplice e intuitivo, e i comandi sono più che funzionali anche quando si utilizza un singolo Joy-con. Nonostante a volte i modelli possano essere piuttosto piccoli, il gioco è comunque parecchio piacevole da giocare anche in modalità portatile e non soffre di troppi cali di performance. Questo spin-off di No More Heroes non si dimentica comunque dei giocatori più hardcore. La difficoltà sale in maniera graduale ma decisa durante l’avventura, fino ad arrivare a richiedere una buona dose di abilità, specialmente ai massimi livelli di difficoltà (l’ultimo dei quali viene sbloccato dopo aver completato la prima volta la storia). Come ciliegina sulla torta, Travis Strikes Again offre una discreta dose di rigiocabilità. Vale senz’altro la pena ripercorrere i livelli già visitati (in coppia) non solo per mettere alla prova le proprie abilità e ottenere l’ambito High-Score, ma anche per mettere le mani su collezionabili e segreti sparsi per i livelli.

Travis Strikes Again: No More Heroes non è tutto quello che i fan avrebbero voluto, ma riesce perfettamente nel suo intento. Colorato, folle e imprevedibile, questo piccolo intermezzo racchiude la vera anima della serie e rappresenta un perfetto trampolino di lancio per un futuro terzo capitolo, a patto che siate disposti a sorvolare su qualche piccolo difetto.

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Pro

  • Stile unico.
  • Divertente in coppia.
  • Un fantastico appetizer in vista del prossimo vero capitolo della serie.

Contro

  • lo stile elaborato cozza con il gameplay semplice.
  • Monotono in singolo.
8

Più che buono

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