Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice - Recensione

3DS

Non c’è bisogno di un processo per far luce sulla natura di Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice: se siete veterani della serie, sapete già a cosa andate incontro, ancor prima di terminare questa recensione Squadra che vince non si cambia per un personaggio che, zitto zitto, fa trionfare la giustizia dai tribunali virtuali sin dal suo debutto su GBA nel lontano 2001. Nel corso degli anni alcune nuove meccaniche hanno contribuito alla varietà di indagini e casi, tuttavia l’anima del gioco resta ancorata ai suoi stilemi, con i riflettori puntati sulla ricerca di contraddizioni nelle testimonianze di una serie di coloriti personaggi. Se questo modus operandi non vi ha ancora stufato – dopo un’impressionate sfilza di seguiti, crossover e remake – probabilmente vi divertirete tantissimo con il nuovo capitolo, acquistabile esclusivamente in formato digitale e, ahimè, privo di una localizzazione linguistica nel nostro idioma. Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice, infatti, è disponibile solo in inglese, e se non siete avvezzi alla lingua d’Albione temo a malincuore che dovrete mettere via il vostro distintivo d’avvocato, per questa volta.

AND JUSTICE FOR ALL

Tra poteri paranormali e comprimari improbabili la serie ha sempre evitato accuratamente di replicare la serietà del sistema giuridico in favore di una narrazione coinvolgente in stile anime, con colpi di scena e ribaltamenti che difficilmente trovereste in una puntata di Law & Order.

Phoenix Wright Ace Attorney – Spirit of Justice immagine 3DS 12Stavolta, tanto per non venire meno alla tradizione, Phoenix si trova in Khura’in, una teocrazia sul baratro della rivoluzione dove gli avvocati godono di una brutta fama e i processi vengono conclusi rapidamente grazie alle divinazioni della giovane sacerdotessa locale. A Los Angeles, nel frattempo, Apollo Justice e Athena Cykes avranno il loro daffare con un’accusa di omicidio ai danni di Trucy Wright, figlia adottiva di Phoenix. Il fatto che l’accusa sia rappresentata da un misterioso legale proveniente dal Khura’in è il punto di contatto tra due vicende apparentemente separate, ma che si intrecceranno caso dopo caso fino alla conclusione.

Anche stavolta Capcom ha fatto centro in quanto a narrazione, confezionando una visual novel scritta e raccontata molto bene, ricca di colpi di scena e personaggi tanto caricaturali quanto memorabili; c’è anche un clone di Robert Downey Jr., qualora aveste mai provato il desiderio di affrontarlo in tribunale. Un risultato complessivo che fa chiudere ancora una volta un occhio su alcune dinamiche che necessiterebbero di una svecchiata, come la solita caccia al pixel durante le indagini o il rigore con cui le prove vanno presentate durante gli interrogatori, quando magari hai perfettamente intuito la falla in una testimonianza e accumuli penalità perché sei arrivato alla verità con un ragionamento o una prova differenti da quanto richiesto.

la serie ha sempre evitato accuratamente di replicare la serietà del sistema giuridico in favore di una narrazione coinvolgente in stile anime

È un peccato veniale, anche perché si può salvare e continuare praticamente in qualsiasi momento, azzerando la frustrazione causata dalle penalità inflitte per non aver ragionato secondo copione, ma sono anche passati quindici anni dal debutto di Ryūichi Naruhodō (il nome originale del protagonista, per i non addetti) nelle aule del GBA, e sarebbe ora di osare qualcosa di diverso.

LA SOMMA DELLE SUE PARTI

La novità è rappresentata dalle divinazioni “gentilmente” offerte dalla sacerdotessa Rayfa, tanto devota quanto ciecamente convinta dell’infallibilità di un sistema giuridico a senso unico. Rayfa, attraverso la Danza della Devozione, riesce a visualizzare in uno specchio d’acqua gli ultimi istanti di vita della vittima coinvolgendo tutti e cinque i sensi.

Phoenix Wright Ace Attorney – Spirit of Justice immagine 3DS 08Ludicamente parlando, si tratta sempre di trovare una contraddizione, mandando avanti e indietro la divinazione come se si trattasse di un video, presentando prove che mostrino una discrepanza tra le sensazioni della vittima e l’interpretazione formulata dalla sacerdotessa. A questa si aggiungono tutti gli altri meccanismi introdotti progressivamente nei precedenti episodi, come il braccialetto di Apollo, i lucchetti psichici o l’analisi psicologica di Athena. Considerate pure Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice come una sorta di compilation a livello di meccaniche, la summa di tutte le trovate introdotte fino a oggi. Non solo in aula, ma anche durante le indagini: luminol, impronte digitali o oggetti da analizzare ruotando il modello poligonale, c’è veramente tutto.

Come contorno, la realizzazione tecnica è squisita, con un motore poligonale e texture che non fanno rimpiangere gli sprite di una volta rendendo giustizia allo stile di Kazuya Nuri, assieme a tracce audio che sottolineano i momenti salienti. Schiacciare un colpevole, mostrando una prova decisiva a suon di obiezioni mentre si mette alle strette l’accusa, è sempre una gioia in questo contesto audiovisivo, e poche visual novel pompano l’adrenalina come la serie Capcom, nonostante sia così restia ai cambiamenti.

Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice è quello che probabilmente vi aspettate: il nuovo capitolo di una delle saghe più amate di Capcom, con gli stessi pregi e difetti di sempre. Imperdibile per i fan, ma difficilmente riuscirà a formare nuovi proseliti tra i detrattori. Se rientrate nella prima categoria avrete di che giocare, con cinque casi di lunghezza variabile che dovrebbero “fondervi” al 3DS per una buona dozzina di ore, fino a scoprire tutti i misteri che si celano dietro la rivoluzione del Khura’in. Da segnalare anche un episodio DLC, Turnabout Time Traveler, che sarà reso disponibile a fine mese. Magari ne riparleremo più avanti.

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Pro

  • Diverse meccaniche donano varietà alla formula base.
  • Grafica e sonoro impeccabili.
  • Un variegato cast di personaggi interessanti.
  • Trama intrigante, senza particolari cadute.

Contro

  • Nessuna novità degna di nota.
  • La serie meriterebbe di essere svecchiata.
  • Completamente in inglese.
7.8

Buono

Il retrogamer della redazione, capace di balzare da un Game & Watch a un Neo Geo in un batter di ciglio, come se fosse una cosa del tutto normale. Questo non significa che non ami trastullarsi anche con giochi più moderni, ma è innegabile come le sue mani pacioccose vibrino più gaudenti toccando una croce digitale che una levetta analogica.

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