In un momento di forte trasformazione del mercato ed epici scontri fra Sony e Microsoft a colpi di teraflop, Nintendo sta cercando di reinventarsi, puntando a diventare un marchio capace di rientrare nelle vite di ogni tipo di giocatore, da quello occasionale all’appassionato più sfegatato. Se da una parte assistiamo al suo debutto nel mondo del mobile gaming e all’investimento di risorse per promuovere le sue proprietà intellettuali più importanti, dall’altro bisogna considerare che gran parte di queste coraggiose scelte sono state dettate da circostanze che hanno saputo in qualche modo scuotere i piani alti della compagnia giapponese: non solo la scomparsa prematura di Satoru Iwata, ma anche il forte insuccesso di Nintendo Wii U hanno giocato un ruolo fondamentale nel segno di una nuova tipologia di intrattenimento.
EVOLUTO!
Pokémon Sole e Luna rappresentano, in un certo senso, gli ambasciatori di quella che potrebbe prospettarsi come una nuova era per la ventennale serie Game Freak, nata su Game Boy e arrivata alla sua ennesima incarnazione portando con sé oltre 700 creature da catturare, scambiare e allenare. Da soli o con amici, ogni lancio di un nuovo episodio di Pokémon si trasforma immediatamente in un’occasione di forte comunione, in cui gli allenatori di tutto il mondo si uniscono nel tentativo di completare il classico Pokédex nel più breve tempo possibile a suon di pokéball lanciate, scambi e connessione internet.
Al di là dell’aspetto puramente collezionistico, solitamente apprezzato dai giocatori meno impegnati, Pokémon è soprattutto gameplay competitivo, tornei e battaglie online all’ultimo Pikachu sul campo. La regione di Alola è il teatro in cui queste due meccaniche principali prendono vita, in un intreccio narrativo dal ritmo sostenuto che può contare su un cast di protagonisti inaspettatamente carismatici. Ovviamente anche Sole e Luna, pur rivoluzionando la formula di base e smettendo i tipici scontri con i capopalestra, non vengono meno a quelli che sono i cliché e i canovacci narrativi per cui la serie è famosa, ma il tutto è comunque riportato con un rinnovato gusto registico e un’abbondante presenza di scene cinematiche, coronate da un motore tridimensionale di grande impatto, paragonabile a quelli adottati dai titoli Level-5 disponibili per Nintendo 3DS. In una parola: bello. Anzi, bellissimo, e soprattutto fuori dagli schemi a cui Game Freak ci aveva abituato.
Sole e Luna non vengono meno ai cliché e ai canovacci narrativi, ma tutto è riportato con un gusto registico e un’abbondante presenza di scene cinematiche
Le isole che compongono Alola, località di villeggiatura apprezzata anche dagli abitanti di Kanto, non solo offrono scorci splendidi da vedere, ma grazie alla loro imprevedibilità riescono a riaccendere l’entusiasmo di chi ha già vissuto parecchie storie all’insegna dei mostri tascabili di Nintendo. Non mancano tuttavia scelte di game design che, pur ponendosi coerentemente con quanto visto negli episodi pubblicati negli anni passati, risultano forse un po’ troppo accomodanti. Non è un segreto che l’esperienza single player di Pokémon si sia trasformata, anno dopo anno, da un J-RPG in piena regola ad una passeggiata di salute, vuoi per le facilitazioni apportate dalla presenza di alcuni strumenti, vuoi per la volontà degli sviluppatori di contenere il più possibile tutti i difetti tipici del genere, come le lungaggini del grinding, ovvero l’accrescimento di livello delle proprie creature mediante numerosi combattimenti.
In Sole e Luna, grazie al “PokéResort”, i pokémon accrescono la propria forza (o determinati EV) direttamente nei box del PC, non dimenticandosi anche di raccogliere strumenti; inoltre si è letteralmente presi per mano non solo nell’esplorazione (con tanto di mappa e indicatori nello schermo inferiore del 3DS), ma anche nei combattimenti, con indicatori che chiarificano immediatamente quali mosse risultano più efficaci contro gli avversari (ovviamente, a patto di aver già catturato in precedenza le creature schierate dagli avversari). Sempre in quest’ottica, bisogna segnalare la sparizione di qualsivoglia tipo di “dungeon” vecchio stile, enigmi ambientali di complessità rilevante e anche l’eliminazione delle MN come Volo, Forza e Surf, mosse sostituite da una meccanica che permette di eseguire le medesime azioni “richiamando” creature preposte. Un modo per non sprecare i preziosi quattro slot mossa disponibili alle creature in combattimento, naturalmente, che in Sole e Luna possono anche godere di nuove e spettacolari Mosse Z. Queste tecniche sono utilizzabili una volta per scontro e, un po’ come le Mega Evoluzioni, scuotono gli equilibri di scontri a turni pepando il tutto con sequenze cinematiche che coinvolgono sia le creature che gli allenatori in una sorta di danza che sembra uscita da una serie TV super sentai. Se questo dovesse meravigliarvi, pensate che nella regione di Alola alcuni Pokémon assumono una forma completamente diversa, con tanto di affiliazione elementale e parco mosse completamente rivisto. Ce n’è davvero per tutti.
ALOLA, GENTE!
Se gli scontri con più giocatori schierati sul campo di battaglia – visti nei precedenti episodi – non vi avessero già “sfiancato”, Sole e Luna introduce anche i Battle Royale, una modalità speciale di combattimento in cui quattro allenatori, con tre pokémon a testa, si scagliano in attacchi tutti contro tutti. Un modo come un altro per aggiungere varietà alle meccaniche di gioco, ma nulla di realmente memorabile.
Meno interessante, e in qualche caso addirittura fastidiosa, è invece la nuova meccanica che permette ad alcuni pokémon (in particolare ai Totem, ovvero i protettori delle quattro isole di Alola) di chiamare aiuto. Se negli scontri casuali nell’erba alta non si riscontrano particolari problemi, per quanto non sia permesso di utilizzare le pokéball e catturare le creature selvatiche, in occasione delle battaglie con i pokémon dominanti il continuo sommarsi di avversari non fa altro che allungare la durata degli scontri senza aggiungere una vera componente strategica. Una forma seppur banale di “modalità orda” in salsa Pokémon, dunque, che non richiede un particolare impiego di materia grigia.
Volo, Forza e Surf sono sostituite da una meccanica che permette di eseguire le medesime azioni “richiamando” creature preposte
Da segnalare anche il Festiplaza, l’hub propriamente “social” di Sole e Luna che permette di interagire con altri giocatori in multiplayer locale o connettendosi a internet. Oltre all’immancabile possibilità di scambiare pokémon e sfidarsi a suon di foglielama, in questa modalità dedicata è possibile anche rispondere a quiz, domande e cimentarsi in minigiochi che ricompensano gli sforzi con gettoni investibili nella ricerca di strumenti unici e oggetti speciali. Una sorta di “luna park” social che, tuttavia, non ha saputo in nessun modo gratificarmi, al punto da impegnarmi per non più di qualche ora.
Ultimo, ma non meno importante, segnalo un comparto tecnico e artistico che ha saputo valorizzare i colori e le meraviglie naturali della regione esplorabile, chiaramente ispirata alle isole Hawaii, con modelli poligonali sempre meno “super deformed” e un livello di dettaglio mai visto in precedenza. Il totale abbandono di artwork bidimensionali per rappresentare gli avversari ha portato ad un’apprezzabile diversificazione di modelli poligonali dedicati agli allenatori pokémon, il cui stile si può combattere a furia di acquisti nei negozi di vestiti e accessori, con cui è possibile agghindare il proprio eroe o eroina senza sentirsi troppo in colpa: fashion victim, ma con soldi digitali! Buona, anche se non ai livelli di alcuni eccellenti precedenti, la colonna sonora, forte di una sequela di energici arrangiamenti di tempi storici e di sonorità quasi caraibiche per i brani legati all’esplorazione.
Pokémon Sole e Pokémon Luna non solo presentano un buon ventaglio di novità tali da renderli appetibili anche ai fan della prima ora, ma si lanciano verso il futuro con rinnovato gusto per la scoperta e una narrazione più densa di dialoghi e scene cinematiche. La volontà di Nintendo di venire incontro al pubblico più giovane, con un livello di sfida accomodante, è sempre più evidente col passare degli anni; i giocatori più esigenti o attempati, invece, potranno “consolarsi” con le sfide dell’end game – caratterizzate da un livello di difficoltà più elevato e alcuni graditi ritorni – e con l’immancabile mantra “collezionali tutti, addestrali e sfida i tuoi amici”. Pokéball dopo pokéball.